Il giorno 22 ottobre si è tenuta a Vallo della Lucania presso l’aula consiliare – Palazzo della Cultura, la presentazione del volume “L’imbroglio – storia dell’alta velocità al sud”. Il testo a cura dell’autore Avv. Franco Maldonato che da tempo, insieme ad una fitta rete di cittadini e comitati civici è voce, competente e informata, del dissenso espresso in chiare istanze pubbliche e materia trattata nel libro, del progetto relativo alla questione della nuova tratta ferroviaria dell’alta velocità che, comporterebbe l’esclusione – tra l’altro – dell’intera tratta tirrenica e di conseguenza, dell’intero territorio del Cilento e del Golfo di Policastro. All’evento, hanno preso parte, oltre che l’autore stesso, il Sindaco Antonio Sansone con i suoi consueti saluti e i relatori Egidio Marchetti – Presidente del Comitato Alta Velocità Cilento; il Senatore Francesco Castiello; il Deputato Francesco Mari; Don Luigi Rossi – già Preside della Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Salerno e Antonio Pesca Presidente della Pro Loco “Gelbison” in veste di moderatore. La tematica posta in rilievo da circa un anno è oggetto di accesi dibattiti pubblici, posti in essere dalle tante e sensate argomentazioni che, evidenziano una serie netta di contrasti ben dettagliati e fondati con l’ausilio di attenti rilievi tecnici volti a dimostrare una disconnessa, disinteressata e negligente operazione al cospetto di seri rischi geologici, in antitetica osservanza delle direttive europee sulle grandi opere infrastrutturali e dei criteri della sostenibilità in ambito ambientale e di sviluppo espresse per la canalizzazione delle risorse previste dal PNRR. Come si è appreso in diverse occasioni, le istanze della mobilitazione dei comitati civici, in modo chiaro e incontrovertibile, contestano la mancanza dei requisiti comunitari, posti in essere, nella variazione di un precedente progetto che, ancora nel 2020, prevedeva una riqualificazione e velocizzazione della tratta tirrenica. In seguito alla nomina della Commissaria Straordinaria Fiorani, si è assistito ad una totale rivisitazione dell’intera idea progettuale che allo stato attuale, prevede la realizzazione di una nuova linea ad Alta Velocità da Salerno a Reggio Calabria passando per il Vallo di Diano che a ribadirlo, emarginerebbe una parte essenziale della Provincia di Salerno per un lungo tratto di circa 100 km; la Piana del Sele, il Cilento, il Golfo di Policastro e più in la Maratea. Una vera e propria operazione di declassamento, penalizzante per diverse aziende agricole e turistiche, per i servizi pubblici e per le scuole oltre alla noncuranza del caso da parte della RFI, del prestigio reale che l’intera zona può vantare in caratteri ambientali e culturali con i suoi siti Unesco e le aree marine protette ricadenti nel territorio del Parco Nazionale del Cilento, nel quale risiedono tre siti archeologici di importante levatura internazionale; Paestum, Velia e Roccagloriosa. L’impegno e il lavoro di analisi svolta da Franco Maldonato, investito per l’occasione dalla stima e riconoscenza dei relatori, ha impresso una notevole e attenta risposta da parte della platea, convogliando la questione esposta su un excursus lineare e multidisciplinare. Il volume “L’imbroglio” è un atto di denuncia, forbito di un’ampia analisi strutturale volta a sbugiardare un affare di 30 miliardi che la politica nazionale ha concesso, con non pochi elementi conflittuali, ai soli “boiardi delle ferrovie”. Il suo puntuale intervento, fa riferimento all’incongruenza, all’irrazionale azzardo del soggiogo istituzionale che, ignora senza dati alla mano, gli elementi dominanti sopramenzionati, già di gran lunga pertinenti nel ricevere un logico riscontro d’interesse, a sua volta sconsiderati dalle tiepide increspature “monocromatiche” della gestione della cosa pubblica e ben oltre il limbo degli iter dei processi burocratici. Si pensi che per l’adeguamento infrastrutturale, per sopperire alle differenziazioni dei carichi dei treni passeggeri, infinitesimamente più leggeri rispetto ai treni merci, viene addirittura previsto un eccesso di spesa con un incremento per almeno un terzo della spesa iniziale, motivo responsabile della lievitazione del costo economico destinato per la sola alta velocità del Sud Italia che a sua volta, verrebbe attinto non dai fondi europei, ma dal bilancio statale. Pertanto, non con poca negligenza è il non aver tenuto conto, nel progetto della RFI, dell’elevato rischio sismico che interessa l’intera area destinata alla realizzazione dell’opera nel Vallo di Diano, le cui tabelle dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia riportate nel libro, attestano la presenza di due faglie tettoniche che entrando in collisione, provocherebbero una distruzione assoluta. Ci si domanda con quale criterio sia stata progettata la tratta che prevede ben 160 km di gallerie, sventrando con l’intervento invasivo, un’area che interessa ben due parchi Nazionali e riserve naturalistiche di altrettanto rango internazionale? Come ci è permesso di capire, gli interrogativi su questa vicenda sono molti e molte sono le risposte che l’entità Stato dovrà far recapitare ai cittadini che, si vedranno spodestati – ingiustamente – di un diritto e del criterio della sostenibilità che finora, non si è riscontrato nell’avvicendarsi dei fatti. All’avvocato penalista, portavoce della rabbia di un popolo sempre più emarginato, scrittore e autore di altrettanti testi di interesse storico, politico e sociale, professionista sapiente e appassionato, va riconosciuto – oltretutto – il valore intrinseco di uomo legato al sentimento di amore per la propria terra e al sogno evolutivo di un progresso consapevole al servizio del precetto egualitario spettante alla base del diritto, con l’esclusione di qualsiasi paradosso esegetico, per le ovvie discendenze antropologiche, da quel saggio preludio di appartenenza alla terra che diede al mondo la genesi del Pensiero Occidentale.
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