Cinquant’anni di sacerdozio costituiscono, nella vita di un prete, un traguardo veramente importante e grandemente significativo, non solo dal punto di vista strettamente persona e familiare ma anche sociale, culturale e religioso. Ciò appare tanto più vero quando il personaggio in questione porta il nome di don Luigi Rossi, attualmente parroco di Cannalonga, un paese situato alle falde del monte Gelbison, a poca distanza da Vallo della Lucania, dove ebbe i natali nel 1948 del secolo scorso. Frequentò le scuole medie e il Ginnasio presso il seminario diocesano di Vallo della Lucania; da qui, insieme alla famiglia, si trasferì a Salerno dove frequentò il Liceo Classico Statale T. Tasso, a quei tempi la più prestigiosa istituzione scolastica della Provincia di Salerno. Una volta compiuti gli studi liceali, il giova ne Luigino Rossi rientrò al seminario maggiore di Salerno dove nel frattempo ne era diventato rettore Mons. Rocco De Leo. Fu proprio lui che alla fine del corso annuale di Filosofia propedeutico al corso quadriennale di Teologia, lo invogliò ad andare a compiere gli studi di Teologia presso il Pontificio Seminario Maggiore del Laterano a Roma, chiamato il seminario del Papa. Qui don Luigi concluse gli studi e venne ordinato sacerdotale il 23 settembre del 1972.
Dopo le prime esperienze pastorali cominciò le sue collaborazioni presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Salerno, attirando fin da subito l’attenzione del mondo accademico per serietà nelle ricerche compiute nel campo della discipline storiche. Nell’impegno scientifico e didattico presso l’Università di Salerno ha profuso le sue migliori energie realizzando una produzione scientifica di grande spessore e impegnandosi anche nella formazione professionale delle giovani leve nel campo della ricerca e che poi sono andati avanti nella carriera universitaria. A lui viene attribuito il merito della crescita, nell’università di Salerno, della facoltà di Scienze Politiche, diventandone anche Preside per un quinquennio. I ben informati raccontano che più volte ha declinato l’invito di candidarsi alla cari di Rettore dell’ateneo salernitano.
Alla fine del suo impegno accademico come Professore Ordinario di Storia Contemporanea presso la facoltà di Scienze Politiche all’Università di Salerno, pur continuando a rimanere impegnato nello studio e nella ricerca con numerose pubblicazioni scientifiche ma anche divulgative e letterarie, Don Luigi chiese al proprio vescovo di essere di nuovo impegnato nell’attività pastorale di sacerdote, ottenendo prima l’incarico di parroco a Massa e poi, nel 2006, a Cannalonga. Proprio qui ha maturato, il 23 settembre scorso, il cinquantesimo anno di sacerdozio.
D’accordo con i suoi più stretti collaboratori, l’evento doveva essere ricordato e celebrato in forma non solenne, con la celebrazione della Santa Messa a cui veniva invitata la popolazione cannalonghese per ringraziare il Signore del dono ricevuto. Unico segno di festa, ma senza che don Luigi ne fosse preventivante informato, il dono da parte della popolazione di Cannalonga di una casula per la celebrazione della santa messa. A tutto ciò, un fatto nuovo si aggiunge due giorni prima e in modo inaspettato il cardinale Giuseppe Petrocchi, attuale arcivescovo metropolita della città dell’ Aquila e con importanti incarichi presso la Santa Sede, comunica allo stesso don Luigi il desiderio di essere insieme a lui il 23 settembre per ricordare e celebrare l’importante ricorrenza. E così, naturalmente avviene. Alle ore 17, 30 di venerdì 23 settembre 2022, il cardinale, accompagnato dal suo segretario, dall’autista e dallo stesso don Luigi, arriva nella piazza di Cannalonga, accolto dal Sindaco e con tripudio da una numerosa folla. Un particolare la dice lunga sulla profondità del rapporto di amicizia tra i due, don Luigi e il cardinale; questi, infatti, si sobbarca ad un viaggio che proprio una passeggiata non è dall’Aquila a Vallo e subito dopo la celebrazione fa ritorno nella sua sede.
In chiesa, dopo il saluto del Sindaco che ha lumeggiato l’importanza e la valenza culturale e civile, oltre che religiosa della presenza di don Luigi a Cannalonga, prende la parola la professoressa Lucia Garifalos che insieme al marito ed atre persone si occupa di numerose attività a supporto dell’azione pastorale del parroco. La professoressa esprime la gratitudine della popolazione a don Luigi attraverso la proclamazione di una serie di “grazie” al parroco in tutti i campi nei quali la presenza del sacerdote ha fatto la differenza. Il momento centrale della cerimonia è stata l’omelia del porporato. Il discorso del Cardinale mi è sembrato un piccolo trattato sull’amicizia, ispiratogli proprio dal vincolo di amicizia profonda, sincera, leale, duratura, che lo lega a don Luigi, un vincolo nato ai tempi del seminario romano e che dura ancora oggi, dopo 54 anni, ha tenuto più a ribadire. Mi è venuto in mente il Laelius seu de amicitia di Cicerone, letto e tradotto ai tempi del liceo. L’amico è colui che ti trovi accanto, anche non richiesto, nei momenti di bisogno o difficoltà, ma anche nei momenti che senti il desiderio di condividere con qualcuno un momento di gioia in modo spontaneo e sincero senza aspettarsi un ritorno. L’amico è colui che è capace di approvarti, ma anche di indicarti con amore la strada giusta senza umiliarti. Veramente una bella lezione di vita quella del cardinale. La vice priore della congrega ha messo in luce i numerosi interventi di restauro e abbellimento sugli edifici sacri proposti e portati avanti da don Luigi che hanno reso più bella e accogliente la chiesa parrocchiale. Ha chiuso l’incontro don Luigi che ha ringraziato l’amico e compagno di studi S. Eminenza Giuseppe Petrocchi. Ha ringraziato a, sua volta, tutti i presenti e specialmente i suoi parrocchiani che gli hanno dimostrato sempre gratitudine e amicizia. Non ha mancato di porgere un saluto ai suoi ex parrocchiani di Massa e Cannalonga. La serata si è conclusa con un ricco buffet aperto a tutti e distribuito nella bella piazza di Cannalonga.