“Tutto nasce così. Da quel sottile vibrare di corde che, sin da piccola, mi hanno accompagnata in tanti momenti della vita e che fin dove potevo o posso ancora arrivare, con la mente e con il cuore, hanno sentito e sentono armoniosi suoni, componendo melodie da tradurre in versi. Perché se è vero che la poesia è l’estensione dell’anima, in me sulle ali del pensiero, ha spiccato il volo. Un vagare attraverso l’osservazione, la meditazione, il silenzio e l’interrogarsi sul come. Tutto nasce così, da un lucido ma al contempo folle “maneggiare” di fluttuanti frasi. Lucida follia la mia, in un viaggio nella vita, fatto non solo di parole stampate sulla bocca ma portate addosso come pelle”, così Maria Teresa Chechile riassume il suo ultimo libro “Pensieri Fugaci”. Classe 1971, Chechile, è originaria di Atena Lucana da dove trae spunto all’età di quindici anni per comporre la sua prima poesia “Di notte” poi nel 1998 si trasferisce definitivamente nelle Marche, a Jesi, dove vive e lavora come infermiera. La sua professione unitamente alla sua versatilità nello scrivere, che si evincerà sin da piccola, le varranno, come riportato da numerose testate giornalistiche ed agenzie di stampa d’informazione, l’appellativo di “infermiera/poetessa”. E proprio questo connubio, tra le esperienze dell’infanzia in Svizzera, dell’adolescenza in Italia e la sua innata curiosità, intrecciandosi con la sua professione, è riuscito a farla perseverare nel continuo tentativo di scavare e scovare nell’umano, non solo nella sua totalità ma anche di sviscerarlo e talvolta smascherarlo. Vanta al suo attivo riconoscimenti a vario titolo che, attraverso il suo poetare, la portano ad interrogare sull’interazione che intercorre tra l’uomo ed il mondo circostante, quale risultanza all’interno di un complesso muoversi ed agire. Menzioni speciali e di merito, diplomi, pubblicazioni in antologie ed enciclopedie, anche di prestigio come quella del premio Mario Luzi, con l’alto patrocinio del presidente della Repubblica Italiana e nell’agenda dello scrittore della Repubblica Italiana per l’anno 2020/21, sono l’attestazione della validità delle sue opere, proiettandola nel vasto mondo della letteratura. Ha collaborato con A. Quasimodo (attore e regista, nonché figlio del premio Nobel Salvatore Quasimodo) che per la prima volta la seleziona ed include nell’antologia de “I poeti contemporanei”. Antologia depositata presso la biblioteca Nazionale di Firenze, presso quella di Castro Petronio a Roma e, sempre nella capitale, presso la biblioteca Alessandrina dei beni culturali. Ha collaborato con Franco Picchini, attore e doppiatore di numerosi film che hanno segnato il cinema italiano, interpretandola in “AUT-AUT” (o questo o quello). Nel novembre 2019 questa stessa poesia le varrà il secondo posto al concorso letterario Idea donna ad Ascoli Piceno. Scritta negli anni in cui il percorso di vita si stava delineando, nell’affermazione del proprio “Io”. La Chechile è stata anche membro di giuria popolare, nel settembre 2019, per il premio ‘Friuli storia” ad Udine. Riconoscimenti anche a livello istituzionale come quello, nel giugno del 2019, che il suo paese d’origine, Atena Lucana, le ha tributato con il premio “Filii di Atena”. Un evento che ha visto anche l’attestazione da parte di altre figure istituzionali, a partire dalla Regione Marche, nella persona del presidente di giunta A. Mastrovincenzo, del prof. A. Ginesi, professore emerito di storia dell’arte, già ordinario presso l’accademia di belle arti di Macerata e console onorario della federazione Russa nelle Marche, del sindaco della città di Jesi ed una recensione all’opera “Di notte” dall’amica e scrittrice Rita Iacomino, della presidente Associazione culturale di Fano-Marotta, di cui è socia onoraria e dallo stesso A. Quasimodo che, già nel 2018, al festival Internazionale il Federiciano, la città della poesia di Rocca Imperiale (Cs), la incentivava a proseguire. Ottiene, nel 2019, un riconoscimento per il premio Europeo Oscar Wilde ad Ottaviano (Na), alla presenza del presidente dell’OPE (Osservatorio Parlamentare Europeo) e sempre nello stesso anno le viene riconosciuto il distintivo di socia onoraria dell’associazione culturale di Marotta-Fano. E poi ancora, due Masterclass in scrittura e poesia, una con Mogol, nella tenuta dei ciclamini del grande maestro e Francesco Gazze’, l’altra con lo stesso A. Quasimodo. Poesia e professione infermieristica hanno avuto nella Chechile sempre una caratteristica univoca, non a caso molti dei suoi pazienti le hanno dedicato menzioni e non a caso La Stampa le ha attribuito l’appellativo di “infermiera-poetessa” che hanno suggellato l’originalità e l’hanno caratterizzata. E, in ultimo, Pensieri Fugaci, esprime un concentrato di vicissitudini e di armonioso interagire tra aspetti sociali, assistenziali e senza preclusione alcuna. Una donna che vive tra l’attività di infermiera e la passione per la poesia e la scrittura che le cura con abnegazione e intelligenza cercando di tirare fuori sempre la sua umanità e il suo essere attenta al mondo.
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