Donato Bamonte, Michele Cavallo e Domenico Cavallo, nati nella contrada Cavallo di Roccadaspide all’inizio degli anni ’30 del secolo scorso, morirono dilaniati da una bomba inesplosa che cercavano di disincagliare dalle rocce del cucuzzolo situato sul lato Nord del monte Soprano.
Il 26 luglio del 1944, quei tre figli furono persi negli spasmi finali di una guerra, che cambiò il mondo in meglio, perché vinta, da chi era della parte giusta della storia perché viveva in sistemi democratici.
A quei tre ragazzi, uno di 14 e 2 di 11 anni, fu negata vita come i tanti loro coetanei sono riusciti a vivere nei decenni del dopoguerra che ci hanno portato fino ai giorni nostri, Gennaro Cavallo e la piccola comunità del Borgo Cavallo di Roccadaspide hanno voluto lasciare un segno “incardinando” una lapide a ricordo della loro breve esistenza. La cerimonia si è tenuta il 30 agosto del 2022 alla presenza del Sindaco, Gabriele Iuliano, di Monsignor Francesco Bamonte e di quanti sono tornati nel borgo per l’occasione.
Gennaro Cavallo ha spiegato ai presenti i motivi che lo hanno indotto a condurre la ricerca e poi la condivisione con la comunità locale la volontà di posare un ceppo a ricordo dei tre giovani.
Gabriele Iuliano ha ricordato il tempo in cui Roccadaspide fu fatto oggetto di bombardamenti alleati con la contraerea che rispondeva con altrettanta determinazione con il risultato di sofferenze e morte tra i cittadini inermi.
Padre Francesco ha riportato e ricordato tutti i presenti a considerare l’importanza della pace, la sola che consente all’uomo di vivere in una condizione di solidale convivenza civile. Ovviamente a fatto riferimento anche alla guerra in atto in Europa che ha fatto tornare attuali
Il tramonto, che trascinava il sole nel mare da dove gli Alleati arrivarono in forze per liberare l’Italia Meridionale dall’occupazione nazista con la condiscendenza di ciò che era rimasto del fascismo, è lo stesso che Donato, Michele e Domenico si saranno fermati a guardare più volte dal punto dove la pianura del Sele si apre e consente allo sguardo di allungarsi fino ai monti Lattari che corrono verso punta Campanella e poi, un po’ più in là, fino a Capri.
La giornata, che era cominciata con la celebrazione eucaristica nella chiesa dell’Assunta di Roccadaspide officiata da Padre Francesco e dal parroco don Cosimo Cerullo, si è conclusa presso il ristorante Terrazza Cesine appena fuori dal centro abitato per un incontro tra i parenti di Antonio Bamonte.
Antonio Bamonte, emigrato in Australia, a Sydney, negli anni settanta del secolo scorso e protagonista di un inserimento di successo nella realtà sociale, economica e politica dello stato del Nuovo Galles del Sud. Presenti parenti che non si incontravano da tempi immemori e provenienti dalla Basilicata, da Roma ed anche dalla vicina Agropoli e Castellabate.
Presenti come “estranei” alla famiglia Bamonte, anche don Cosimo Cerullo, il sindaco Gabriele Iuliano, Gina con il sottoscritto e Nicola, un giovane parrocchiano di Don Francesco a Roma.
La struttura, da poco aperta, è accogliente e mette subito a proprio agio. La signora che accoglie gli ospiti è cordiale e attenta e capace di mettere a proprio agio chi arriva nel locale.
Intravedo subito Claudio, fratello di Antonio, da poco arrivato in Italia dall’Australia dove ha costruito la sua esistenza di imprenditore di successo nel campo del servizio alla ristorazione di qualità nel Nuovo Galles del Sud ed anche oltre. L’ho rivisto con piacere perché nei nostri due viaggi in Australia, è stato un vero anfitrione sia come conterraneo sia come imprenditore capace di far vivere dal di dentro i processi produttivi e di distribuzione di una azienda.
Nel libro scritto a quattro mani con Gina (I Cilentani in Australia), abbiamo parlato diffusamente sia di Antonio sia di Claudio, oltre a tanti altri Cilentani di successo: tra i tanti prodotti che importa dall’Italia e distribuisce c’è anche la produzione della mozzarella di bufala fatta con latte di bufala surgelato che acquista in Campania!
Ed è proprio Claudio in vero animatore della serata che si annuncia lunga e certamente ricca di buone cose da mangiare e da bere. Con la sua voce da “tenore” catalizza i tanti parenti che ricorda di aver incontrato quando ancora viveva in Italia, ed altri che sono andati in visita a Sydney per incontrare lui e Antonio.
Non ci vuole molto alla tavolata ad animarsi di racconti che riportano indietro nel tempo, di ricordi di uomini e donne di famiglia che non ci sono più, di promesse di rivedersi ancora per ricostruire un futuro negato per troppo tempo … intanto sulla tavola scorrevano piatti colorati di buono che vengono da lontano e accompagnano i ricordi insieme ai richiami alla memoria di chi è già oltre il presente.
Per quanto la serata si inoltra nella verso la notte, si resta attaccati alle sedie e alla melodia di poter quasi toccare con mano “com’eravamo” ma con poca nostalgia perché sono tanti presenti che hanno vitalità e voglia di vivere da fare invidia a tanti “cosiddetti” giovani che vagano nella stessa notte alla ricerca di sé che non trovano perché non sanno dove e cosa cercare!
Un solo momento di commozione ha toccato tutti … quando è stato ricordato Gildo Bamonte, fratello di Claudio e Antonio scomparso recentemente e prematuramente.
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