Piazze gremite o quasi, locali mai tanto frequentati, sagre e manifestazioni con un’ampia partecipazione, vita notturna che si ridesta.
Segni ed elementi chiari di ciò che rappresenta il mese di agosto anche e soprattutto in località periferiche (dal punto di vista territoriale, ma non dal quello storico-culturale e dell’iniziativa) come il Vallo di Diano.
E si, perché mentre le città si svuotano, i centri dell’entroterra, in particolare dove sono in programma particolari iniziative, prendono vita e sembrano vivere dei giorni (dai 15 ai 25) a sé, staccati da quelli che compongono tutto l’anno.
Studenti fuori sede, lavoratori, coppie che si sono trasferite. Sono loro, residenti nel Vallo, o soltanto originari del comprensorio, a tornare quasi ogni anno ed a spostarsi nei diversi paesi del territorio, in riferimento alle manifestazioni ed alle rievocazioni organizzate.
Discorso, quello legato agli eventi, che torna valido quest’anno, dopo 2 anni di assenza causa Covid, ma che, alla luce delle presenze riscontrate nel 2020 e 2021, non ha troppo condizionato i ritorni agostiani.
E allora si resta quasi straniti nel passeggiare e vedere tavoli pieni, bambini che scorrazzano, il vociare e gli schiamazzi, essendo abituati alla lentezza del quotidiano, al silenzio dominante, ad incontrare gli stessi volti ed al costante spopolamento.
Ad amplificare gli effetti è anche la presenza di visitatori vogliosi di conoscere il paese e il territorio.
Sono, in particolare, le due settimane a cavallo tra ferragosto a rappresentare qualcosa di “nuovo” e particolarmente intenso per i residenti. Corrispondo ai giorni nei quali si tiene l’evento principale del Vallo di Diano e cioè “Alla tavola della Principessa Costanza”, che richiama a Teggiano migliaia di persone.
E molti teggianesi (e non solo) che nel corso dell’anno risiedono altrove, nelle tre sere della rievocazione storica svolgono un ruolo attivo, collaborando per quel che riguarda l’organizzazione, partecipando al corte storico, o operando negli stand enogastronomici.
Un modo per sentirsi parte di qualcosa di importante relativo al proprio territorio, contribuire alla buona riuscita del tutto e non viverlo da semplici spettatori.
Certo, due settimane o venti giorni non modificano o condizionano quello che è l’abituale andazzo annuale. Ma non può neanche passare il concetto che tutto ciò sia scontato, diffuso e quasi meccanico.
Perché ci sono realtà anche più grandi, dal punto di visto demografico, di quelle valdianesi maggiormente interessate dalle presenze estive (Teggiano, Sala Consilina, Polla, Montesano S/M e, Sant’Arsenio e Padula), che non registrano gli stessi numeri.
Questo, almeno in parte, può spiegarsi con il vantaggio di essere un’area comprensiva di 15 comuni vicini tra loro, con conseguenti minori disagi dal punto di vista logistico e degli spostamenti.
A livello ideale, quindi, il nostro territorio nel periodo in questione è forse inteso, dai più, come un tutt’uno, come un solo grande centro in cui spostarsi sera dopo sera.
Frenesia assente, smog anche, eventi, famiglia, prodotti locali, il verde, vecchi amici e conoscenti, atmosfere da riscoprire e conservare.
Tessere di un puzzle estivo perfetto?
Forse no, anche perché la perfezione non esiste seppure, almeno per un mese, il Vallo sembri non andarci troppo lontano.
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