A seguito dell’articolo dal titolo “Primula Palinuro, il simbolo di un Parco appassito” pubblicato sul n. 28 del Settimanale UNICO inviato mercoledì 20 luglio 2022 e inserito sul portale lo stesso giorno (https://www.unicosettimanale.it/news/attualita/1113467/primula-palinuro-il-simbolo-di-un-parco-appassito), ho ricevuto una telefonata e un richiamo …
La telefonata è giunta inaspettata da Romano Gregorio, direttore dell’ente Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni; il richiamo mi è stato fatto Tommaso Pellegrino, presidente dell’ente da oltre 5 anni e in regime di prorogatio a causa del Covid 19.
Entrambi gli interventi mi sono arrivati a causa del fatto che il sottoscritto, ancora una volta, ha cercato di stimolare l’ente e sensibilizzare sindaci ed opinione pubblica su un tema estremamente importante sia per chi ha ruoli di responsabilità sia per chi vive ed opera nel territorio compreso nel perimetro del parco stesso: la messa a reddito dei “Beni del Parco”. Si tratta di un numero indicato nella delibera approvata dopo poco più di un anno dall’insediamento di Pellegrino e dei consiglieri, con la quale presidente e direttivo prendevano atto della problematica e decidevano di agire.
Citando sempre una considerazione posta alla base della decisione di “agire” avevo riportato anche un’altra affermazione riportata a corredo delle decisioni assunte: “È utile sottolineare che per gli Enti pubblici viene considerato il complesso dei beni, fabbricati e terreni, appartenenti a qualsiasi titolo alla pubblica amministrazione, il cui utilizzo ha come scopo primario il soddisfacimento dei bisogni pubblici della collettività dei territori amministrati.”
Da questi due elementi che, evidentemente, non mi sono inventato, ho fatto alcune considerazioni sulla percezione che del “Parco” hanno i cittadini che vivono nei comuni che, in toto o in parte, sono inclusi nell’area protetta.
Fatta la premessa, cerco di raccontare ciò che i vertici dell’ente, Romano e Pellegrino, mi hanno “rinfacciato” …
Gregorio Romano, ha ripercorso la vicenda del come e perché furono acquisiti i beni, ha ricordato che ai tempi erano Domenico Nicoletti, direttore; e Vincenzo La Valva e Giuseppe Tarallo, presidenti; che, con l’appoggio del consiglio e la felicità dei sindaci dell’epoca, fecero le acquisizioni che facevano presagire altri investimenti dell’ente per la loro ristrutturazione e messa a “reddito sociale”. In quel tempo furono fatti i progetti, impegnate le risorse e affidato ai comuni dove si trovavano i “beni” risorse e incarico di seguire i lavori molti portati a termine, altri lasciati a metà, altri non si sa!
Romano Gregorio “lamenta” che l’ente non abbia responsabilità di cosa sia accaduto ai “beni del Parco” in quanto sono stati affidati alla “cure” dei “sindaci” dei comuni dove sono allocati (anche Laurino dove lui è sindaco da 7 anni! Quindi la responsabilità è tutta in capo a chi li ha presi in carico! L’attuale direttore (è stato vice di Domenico Nicoletti e di Angelo De Vita: i suoi predecessori; l’attuale direttore mi ha anche ricordato che solo Villa Matarazzo a Castellabate, Palazzo dei Santamaria a Teggiano, Il Centro delle Biodiversità, oltre a palazzo Mainenti sede del parco Vallo della Lucania, sono ancora in carico all’ente.
Tommaso Pellegrino, incontrato per caso alla sede di Convergenze a Capaccio Paestum, nel corso di un incontro stampa per la presentazione della interessante iniziativa “Il Challenge Based Learning (CBL)”, di l’ente Parco è partner, mi ha apostrofato ricordandomi che “la primula non è appassita”, citando una parte del titolo che invece diceva il contrario “Primula Palinuro, il simbolo di un Parco appassito”.
I titoli sono fatti per attirare l’attenzione, per cui posso dire che quello dell’articolo in questione lo ha fatto!
Sia a Gregorio sia Pellegrino, purtroppo, è sfuggito il senso e la sostanza dell’articolo in questione come di molti altri che, probabilmente non hanno letto ho li hanno ritenuti “indegni” di nota.
La questione fondamentale che da tempo pongo come cittadino, prima che giornalista, è quella di prestare attenzione allo scollamento che c’è tra il parco e i cittadini che vivono nel suo perimetro.
E non mi riferisco ai grandi centri urbanizzati come Capaccio Paestum, Agropoli, Vallo della Lucania, Sapri, Sala Consilina … che, per la verità hanno i loro centri abitati fuori dal perimetro del parco;
non mi riferisco nemmeno ai presidenti delle Comunità montane che pure sono comprese nell’area protetta;
non mi riferisco nemmeno ai sindaci dei comuni, grandi e piccoli, che siedono nell’assemblea della Comunità del Parco che diventano protagonisti solo quando c’è da eleggere i loro 4 rappresentanti in consiglio …
Penso a tutti quei cittadini convinti sostenitori dell’area protetta, a quanti l’hanno avversata, ai tanti che le sono indifferenti, ai turisti che vi arrivano in ogni stagione dell’anno, agli imprenditori turistici che li accolgono nelle loro strutture, ai produttori agricoli che propongono loro i prodotti con il marchio del della “primula” che l’ente ha concesso …
Insomma, penso al “sentimento” di indifferenza che aleggia nel territorio che non riesce a risalire la china in fondo alla quale è precipitato.
Ricordo bene il primo discorso di Pellegrino a palazzo Mainenti quando si insediò … nell’estate del 2016 … da un altro mio articolo pubblicato a suo tempo: “In quella occasione tenne a precisare che era giunta l’ora di cambiare registro su come è stato gestito il “parco” definendolo un territorio delimitato da una linea che non avrebbe senso se non sarà possibile riempirla di contenuti. Non mancò di elogiare gli 86 sindaci su 89 che dopo circa 4 anni dalla scomparsa di Angelo Vassallo erano stati capaci (incredibile ma vero) di nominare il presidente della Comunità del Parco (per la cronaca Salvatore Iannuzzi, sindaco di Valle dell’Angelo). Allo stesso tempo, ha chiesto ai suoi colleghi sindaci (lui stesso è sindaco di Sassano) di diventare protagonisti del futuro dell’area parco. Come non ha potuto fare a meno di annunciare la determinazione a “riempire di contenuti le tante medagliette appuntate sul <
(https://www.unicosettimanale.it/news/personaggi/477183/parco-cilento-diano-alburni-primi-cento-resistibili-giorni-tommaso-pellegrino) .
Sono certo che queste precisazioni non basteranno a Gregorio e Pellegrino … ma spero che siano consapevoli che “siamo” sulla stessa barca: loro come timonieri e noialtri come rematori o passeggeri! La rotta e la “bussola” ce l’hanno in mano loro, ma anche quelli che navigano con loro possono dare l’allarme se si sta virando verso la scogliera o si è in vista di un iceberg !
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