È bello, per una comunità, assistere a un traguardo importante come è quello dei 50 anni di sacerdozio del proprio parroco.
È quanto avvenuto a Cardile e Pellare, le parrocchie di Don Angelo Imbriaco che – il 15 e il 16 luglio – ha festeggiato questo evento in entrambi i “suoi paesi”.
Un momento di festa per celebrare 50 di vita nella Chiesa e per la Chiesa, ma non solo.
Perché don Angelo è assistente dell’Azione Cattolica Diocesana, fervente sostenitore di iniziative formative come “La settimana della Cultura” che si svolge in estate e Pellare o i “Bookforum” a Cardile ed è appassionato della vita all’aria aperta tanto da fare passeggiate quotidiane a Pellare o Cardile.
Un sacerdote chitarrista, sempre pronto a strimpellare con questo strumento nelle feste di Azione Cattolica, nelle veglie di preghiera, ma anche in alcune ricorrenze di paese o nelle serate insieme ai suoi parrocchiani.
Un prete lettore che non disdegna citazioni tratte dai libri (in particolare di Dostoevskij e Coelho) nel corso delle sue omelie, ma anche prete scrittore. La sua passione per la storiografia locale, infatti, lo ha portato a fare spesso ricerche su Pellare, il suo paese d’origine. Recentemente, proprio in occasione della Settimana della Cultura, ha presentato “Il convento francescano di Pellare”.
Un sacerdote che nelle parrocchie ha cercato di tenere vive tutte le feste, in particolare quelle dedicate ai Santi e che ha sempre dato grande importanza alla musica, un altro interesse di don Angelo che è sempre in prima fila in occasione dei concerti bandistici che si tengono nei “suoi paesi”.
A Cardile è lui che prepara e dirige il coro e quest’anno, in occasione di questo evento tanto importante per la sua vita spirituale, ha scritto musica e testi dei canti che hanno accompagnato la S. Messa di San Giovanni Battista, protettore della comunità cardilese.
Un prete come tanti, forse. Un uomo di Chiesa che, come tanti, celebra le funzioni liturgiche e cerca di comprendere le esigenze dei suoi parrocchiani. Quello che, però, probabilmente non è da tutti, è la capacità di dare vita a omelie incentrate sul quotidiano, sul vissuto di ogni fedele. Perché il Vangelo è la Buona Novella che don Angelo riesce a rendere alla portata di tutti trasformando gli episodi evangelici in spunti di riflessione che evidenziano le ansie, le angosce, i desideri più profondi e i segreti inconfessabili che ognuno ha nel proprio cuore. Il Vangelo deve smuovere le coscienze e don Angelo ci riesce benissimo, perché è capace di scardinare quelli che sono i sentimenti di tutti parlando di Gesù, del suo quotidiano e della sua missione. Niente luoghi comuni o sermoni noiosi, ma parole profonde che riescono a scavare nell’animo di chi le ascolta.
Il Comune di Gioi, in occasione dei festeggiamenti che si sono tenuti a Cardile il 16 luglio, ha conferito un encomio solenne a don Angelo, parroco di questo paese dal 1992. Qui ha vissuto per 30 anni imparando a conoscere tutti, nonostante il suo carattere apparentemente schivo e riservato.
50 di vita dedicati a Dio sono tanti. Ma sono meravigliosi se circondati dall’affetto dei parrocchiani che hanno condiviso tanti momenti col loro parroco.
Perché in questi tempi difficili è bello vedere sacerdoti come don Angelo che non si aggrappano al proprio ruolo o alla propria missione, ma, anzi, li rendono dono per la comunità. Perché tutto è sempre più bello se condiviso. Perché la Chiesa autentica è quella che si fa piccola per essere di tutti e con tutti.
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