A leggere i dati consegnati dall’INVALSI a docenti, genitori, studenti, politica, sindacati, imprenditori, associazioni di categorie professionali, stampa, opinione pubblica … C’è da essere preoccupati per il futuro dell’Italia, in generale, e quella meridionale, in particolare. Da docente ho visto nascere e continuare a vivere il sistema di valutazione che l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI).
Fin da subito, gli insegnanti lo hanno contrastato perché era evidente che avrebbe scardinato la patina di ipocrisia che celava, e cela ancora, ogni possibile valutazione “oggettiva” delle competenze degli alunni, grandi e piccoli, che erano loro affidati.
Indirettamente, quel sistema restituiva una fotografia impietosa della situazione in cui versava la preparazione delle generazioni future: sia quelle destinate a proseguire gli studi sia le altre che avrebbero scelto di entrare nel mondo del lavoro fin da subito. Contestualmente, anche dirigenti, docenti, personale ATA e famiglie èotevano specchiarsi nei loro insuccessi e renderne conto!
Per 15 anni, Le prove Invalsi sono state introdotte con la legge n. 176 del 25 ottobre 2007 e sono state somministrate per la prima volta all’esame di Stato 2007-2008 a fini statistici, mentre dal 2009 sono adottate alle scuole elementari e all’esame di terza media.
Da sempre i risultati delle prove, somministrate e corretta, prima dagli stessi docenti e poi in tempo reale tramite computer, hanno restituito sempre risultati mediocri in generale e ampiamente sotto la media nazionale al sud e Isole: al Sud il 70% non raggiunge il livello base in matematica e il 60% in Italiano. (Per approfondire Emilio La Greca ha pubblicato un interessante articolo che trovate: https://www.unicosettimanale.it/rubriche/22920/scuola-presentati-i-dati-delle-rilevazioni-invalsi).
Tabella: file:///C:/Users/Utente/Downloads/Presentazione_Risultati_Prove_INVALSI_2022.pdf
Con differenze di pochi punti percentuali in più o in meno, anche l’area compresa nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni si attesta sui dati relativi al Sud!
Il territorio affidato a quello stesso Parco che, se solo guardiamo l’ultimo quinquennio, non ha lesinato riconoscimenti a decine di intellettuali, giornalisti (anche il sottoscritto ha ricevuto una targa), artisti, atleti, politici, economisti, conduttori di programmi TV … tutti entrati nel mirino di un ente che parla più al mondo che gli passa accanto come “predatore” che a quello che gli è stato affidato per essere protetto e aiutato a farsi riconoscere da chi lo abita.
Su queste basi non può destare meraviglia se il livello culturale delle nuove generazioni, ma possiamo dire anche di quelle meno giovani se non addirittura “vecchie”, denotano un’apatia verso ogni forma di impegno culturale e sociale che sfiora le nostre vite senza produrre attenzione e interesse di sorta.
Basta affacciarsi in una sala dove si presenta un libro, entrare in un teatro, quando c’è; Andare al cinema, quando c’è; sedersi in una sala dove si parla di ambiente … ci si accorge che le sedie vuote sono sempre più numerose di quelle occupate e le persone che assistono all’evento sono quasi tutte pensionate.
Viene naturale interrogarsi su dove sono nascoste le centinaia di docenti che pure sono impegnati quotidianamente nelle nostre scuole, le decine di assessori alla cultura che pure hanno accettato di sedere nelle giunte comunali … un interrogativo più cogente, però, riguarda le migliaia di studenti medi che frequentano licei e istituti professionali.
Dove vanno ad attingere “gocce” sapere queste élite che potrebbero essere utili ad alimentare le passioni per la conoscenza letteraria, artistica, scientifica … che hanno la fortuna di poter studiare?
Al contrario, se si passeggia lungo il tratto della ex la strada statale 18 (pedonalizzata) che taglia in due la città antica di Paestum, ecco che si fa fatica a passare tra frotte di giovani che stazionano davanti ad una vineria con il “calice” in mano voltando le spalle alla maestosità dei templi eretti tra il 750 e il 400 A.C.
Se si scende verso Sud e si arriva verso Agropoli, Castellabate, Velia, Sapri; se poi si risale verso Padula e Teggiano lo spettacolo non cambia: da un lato ciò che “vale” oggettivamente, dall’altro si denota la banalità del vivere il tempo senza tempo tra improponibili dispute sui “canali sociali” (social) e la ricerca di un mondo che svanisce alle prime luci dell’alba del giorno dopo.
Per cui, chiunque ha responsabilità educative deve essere avanguardia nei confronti delle nuove generazioni che sono affidate loro perché, per quanto possa apparire impossibile invertire la tendenza, non si devono arrendere per rispetto del loro lavoro e della loro stessa storia di giovani studenti e, magari, anche brillanti, universitari laureatisi con l’ambizione di cambiare il mondo e non di essere dal mondo omologati tra color che sono “sospesi” in un’esistenza che può essere più “bevuta” che vissuta. Il “Salone del libro” di Torino “Più libri più liberi” a Roma, ed altri grandi eventi legati alla lettura hanno cuccesso perché proprio chi fa per mestiere “formazione” vi si sente protagonista. Allora, con un po’ di coraggio si può provare anche alla nostra latitudine come sta facendo il sistema bibliotecario dell’Unione dei comuni Alto Cilento che ha dato una scossa positiva all’intero territorio in cui opera. il cammino sarà lungo ma partire con il “passo” giusto è già un grande balzo in avanti!
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