- Ritorna dopo due anni di stop, uno degli eventi più attesi e premiati della cultura culinaria cilentana, la “Festa Farina Forca – Sagra del Cavatiello” di Magliano Nuovo, per una nuova edizione e un nuovo rilancio del profumo estivo della tradizione locale. Mi viene d’obbligo chiederle, a che punto è l’entusiasmo?
Guardi, siamo emozionati come quella sera lontana del 2004 quando questo evento ha visto la luce. C’è anche un po’ di timore, in verità. La nostra ultima edizione (del 2019) ci ha consentito di vincere il premio Primula d’Oro edizione 2020 nella categoria eventi. Ovviamente dopo due anni di stop, c’è il timore di non essere più all’altezza delle aspettative. Ma questa squadra ha tutte le caratteristiche necessarie per fare bene: forza, competenza, abnegazione. Soprattutto non vediamo l’ora di vedere quella piazza piena. La lezione più grande che ci ha lasciato il Covid è, credo, saper apprezzare la bellezza della normalità, delle piccole cose che troppe volte diamo per scontate. Siamo carichi, insomma.
- L’evento si è sempre distinto per la commistione tra i sapori e l’esaltazione degli aspetti rurali del luogo, nel rappresentare la vita di una volta mentre si alimenta di linfa vitale, in piena estate, la splendida cornice dello storico borgo di Magliano Nuovo. Quanto è importante tramandare i tesori di un tempo e qual è l’idea di rinnovamento che, un evento di tal portata è obbligato a perseguire?
Fin dalla nascita lo scopo di Festa Farina Forca è stato quello di preservare le nostre tradizioni, di preservare, recuperare e diffondere tutto quello che potrebbe andar perso, a cominciare dalle tradizioni enogastronomiche, fino ai miti e leggende locali. Quindi questo è stato e rimane il perno della nostra manifestazione. Tuttavia siamo perfettamente consci del fatto che tutela del passato non deve significare rifiuto del futuro o della modernità. Noi abbiamo scelto di vivere qui, di far crescere qui i nostri figli, al sicuro, se così vogliamo dire. E sappiamo che Magliano, come tutto il Cilento, ha enormi potenzialità di crescita, sviluppo e perché no, anche di occupazione. Questo significa lavorare insieme alle altre realtà esistenti nel territorio per valorizzare e sfruttare il patrimonio storico, culturale e ambientale che abbiamo a disposizione per creare sviluppo e anche ricchezza. È una sfida impegnativa, ma che occorre affrontare con coraggio e determinazione, per le generazioni presenti, per onorare quelle passate e per dare la possibilità a quelle future di restare.
- Quali sono le novità rispetto alle edizioni precedenti?
Ci saranno delle piccole novità nel menù e qualche new entry nella squadra che lavora dietro le quinte, ma l’impianto originario resta invariato. Come pure l’allegria e la spensieratezza che da sempre hanno caratterizzato la nostra manifestazione. Inoltre, nell’ambito del POC, e grazie all’amministrazione comunale di Magliano Vetere, avremo la possibilità di realizzare un’attività di laboratorio aperto al pubblico incentrato sul Cavatiello e la sua realizzazione.
- L’associazione “Manlium” che lei presiede da poco, ha diversi obiettivi intenti ad offrire man forte ad attività di elevata importanza socio-culturale. Quali altri risultati c’è da aspettarsi?
La nostra associazione ha realizzato nel corso degli anni varie manifestazioni e non solo Festa Farina Forca. Per citarne qualcuna: il Presepe Vivente, il weekend ecologico, i giochi per i bambini estivi ed invernali e, mi passi il termine, la “mia creatura” cioè il laboratorio teatrale per ragazzi e bambini. Quindi la nostra attività spazia su vari fronti e ci auguriamo di poter riprendere tutte queste manifestazioni in tranquillità e spensieratezza, con il supporto delle altre valide associazioni come la “Pro Loco Magliano” e l’associazione “Otium”.
– A tal proposito, il territorio sta per attraversare una fase storica delicata nella quale, l’aspetto collaborativo e di unione, potrebbero essere gli elementi significativi ed essenziali per un nuovo “Risorgimento”. Secondo lei, che osserva e guida da parte attiva questa realtà, il Cilento è pronto per affrontare nuove sfide?
Il Cilento, come dicevo in precedenza, ha enormi potenzialità. Sono i cilentani che devono rendersene conto. Abbiamo capacità, competenze, risorse, che sono solo nostre, che non abbiamo bisogno di importare. Certo ci sono problemi di non poco conto da affrontare seriamente e da risolvere definitivamente. Prima fra tutti la questione viabilità e strade. Per risolvere questi problemi occorre superare le vecchie divisioni e gli odi interni ai paesi e tra i paesi. Io mi auguro che si apra una nuova stagione di cooperazione che coinvolga il Cilento intero e che consenta ai nostri figli, tutti i nostri figli, di avere a disposizione la saggezza del passato, il coraggio del presente e l’ambizione per il futuro.