“La cultura e’ curiosita’”. Questo l’assunto alla base dell’attività’ culturale di Giuseppe D’Elia, residente a Teggiano e fondatore dell’Accademia “Giovanni Camera”. Al riguardo e’ stato recentemente presentato il testo “La Certosa esoterica”, dedicato al complesso di Padula. D’Elia e’ anche fondatore del Parco Letterario “Pomponio Leto” e vice presidente dell’Accademia Tiberina – Sezione della Lucania. E’ stato, infine, presidente del Rotary Club di Sala Consilina e della Commissione Rotary Foundation per il territorio Campania-Calabria. Tra le iniziative messe in campo nel tempo, incontri, approfondimenti e conferenze, con attenzione, tra gli altri, al tema del bello nell’arte e nel territorio.
Cosa oggi e’ cultura e in che modo viaggia insieme alle nuove tecnologie?
La cultura è curiosità. Cultura non significa rispondere alle domande, ma porsi delle domande e tentare di sincronizzarsi con l’andamento del mondo, tenendo conto dei principi generali, rappresentati, per noi occidentali, dalla cultura greca. Riguardo la tecnologia, sono fondamentalmente d’accordo con lo studioso e filosofo Galimberti, il quale sostiene che probabilmente siamo diventati prigionieri dello scientismo e cioè dell’iper-razionalità che ci porta ad avere risposte rispetto a ciò che è rappresentabile o scientificamente provato. Ci facciamo sempre meno domande e siamo sempre meno orientati alla ricerca della felicità.
E tutto cio’ rapportato al Vallo di Diano?
Il nostro territorio, purtroppo, è la periferia di un’area marginale. Non abbiamo, né cerchiamo, istanze culturali. Ci siamo appiattiti sulla sopravvivenza e sulla quotidianità. Non abbiamo più i collegamenti con l’esterno che c’erano una volta. I miei genitori, più di 70 anni fa, partirono per la loro luna di miele col treno. I miei figli, invece, non lo possono utilizzare, perché non c’è più.
Veniamo all’Accademia “Giovanni Camera”. Cosa e’ e quali le iniziative principali?
E’ un’associazione costituita da un gruppo di amici, che si vedono nelle uscite o nei momenti di svago e si pongono delle domande. Se il quotidiano è ciò che ci mette il piatto a tavola, l’Accademia ha la pretesa di condire ciò che c’è in quel piatto. E’ stata già svolta una serie di iniziative in diverse ambiti culturali. In questo momento la “G.Camera” si sta svolgendo attività che rispondano alle esigenze di bellezza, avvalendosi di diversi soci, tra cui la critica d’arte Emma Russo Carrara. Che cura, tra le altre cose, la ricerca di opere d’arte e paesaggistiche del sud Italia, non conosciute dal grande pubblico.
E il rapporto tra politica e cultura?
Dovrebbero viaggiare di pari passo, ma negli ultimi decenni il politico, quasi sempre, non risponde al colto. La cultura greca è, a parer mio, la matrice della nostra civiltà. Parmenide, Zenone, Xènophane furono eletti pubblici amministratori poiché colti e filosofi. Attualmente è l’esatto opposto. A fare politica, nella maggior parte dei casi, è la fascia minore della cosiddetta intellighenzia e ciò si riflette sulla capacità di amministrare. Meno colto è chi amministra, peggiore è l’amministrazione del territorio. Non esiste più la politica intesa, come nel secondo dopoguerra, con partiti, sezioni e scuole che preparavano ad amministrare.
Cos’e’ l’esoterismo e quali le esperienze ed attività’ legate al Vallo di Diano?
Con l’Accademia abbiamo presentato un libro di Maria Teresa D’Alessio, ex funzionaria dei Beni Culturali che ha operato alla Certosa di Padula. Il testo è dedicato alla simbologia ed alla ricerca esoterica nel complesso certosino. Si parla dei monaci, partendo dai templari a cui, secondo quanto lei sostiene, apparteneva anche Tommaso Sanseverino, fondatore della Certosa. Abbiamo cercato di comprendere cosa fosse davvero l’esoterismo, con la premessa che la nostra conoscenza non è attribuibile solo ai cinque sensi classici. Probabilmente esiste qualche altro strumento, non corporeo, che l’esoterismo utilizza per arrivare a maggiori conoscenze. Riguardo il Vallo di Diano, l’autrice racconta di manifestazioni non razionalmente spiegabili che potrebbero essere avvenute intorno a San Michele alle Grottelle, a Padula. Una sorta di magnetismo in grado di attrarre forze non sensorialmente percepibili. Inoltre, chi studia la materia sostiene che a San Giovanni in Fonte, battistero paleocristiano tra Padula e Sala Consilina, convergano energie positive che conducono ad uno stato di benessere coloro che visitano quel luogo. Mi piacerebbe che su questo tema ci fossero ancora più indagini.
C’e’ un legame tra esoterismo, cultura e massoneria?
La massoneria non c’entra nulla. Non mi interessano queste etichettature. Io percorro la mia strada, ritenendo che quella per me più utile sia quella della conoscenza e della ricerca. Invecchiando, ho sempre maggiori desideri di conoscenza. Non so come possa esserci un nesso tra le tre cose citate. Mi intriga molto l’esoterismo cattolico. Essendo cristiano, mi chiedo perché ci facciamo il segno della croce quando vogliamo scacciare elementi negativi. Il Rotary è stato fondato da un massone e so quanto le attività al suo interno abbiano portato beneficio all’umanità, in particolare riguardo la lotta alla poliomelite. La massoneria la conosco e non rifiuterei di conoscerla ancor di più, ma anche quella andrebbe studiata nel dettaglio, prima di etichettare o classificare. Non rifiuto nulla, ad eccezione delle etichettature legate alla descrizione popolare sulle appartenenze di ogni individuo.
Cos’e’ che piu’ fa la cultura in un individuo? Lo studio, la famiglia, l’ambiente, la formazione, le relazioni?
Tutto questo e aggiungerei anche l’indole. Per me, come dicevo prima, cultura è curiosità. Non mi interessa colui che sa, ma colui che cerca. Questa vita è un viaggio senza porto e durante il viaggio mi interessa conoscere porti che migliorino la mia essenza di uomo.
La cultura isola o aggrega?
La cultura aggrega. L’uomo è un animale di relazioni e per poter intrattenere relazioni, bisogna riconoscere elementi comuni. Nello stesso tempo, però, essere acculturati vuol dire far maturare idee individuali. E’ uno strumento per generare maggiore apertura mentale anche in un territorio come il Vallo di Diano. Cultura equivale a progresso e Vallo di Diano meno colto vuol dire territorio più povero, con poco stimolo all’elevazione culturale e scarsissimo stimolo al miglioramento che si persegue e poi consegue per mezzo della conoscenza.
Trending
- “Fiumi, Briganti e Montagne”: Il Salernitano tra storie e storia, coraggio, mistero e resilienza
- Orientamento scolastico, Valditara scrive ai genitori
- Un Re venuto a servire
- Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati chiede al MIM di garantire i diritti dei docenti precari: presentata diffida formale
- OMEOPATIA E DOLORE AI DENTINI DEI LATTANTI
- Scuola: emendamenti ANIEF alla Manovra Finanziaria 2025
- Modelli internazionali per combattere lo spopolamento delle zone interne del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni
- 30 milioni alle scuole carcerarie, un emendamento alla Legge di Bilancio di Italia Viva