Paolo VI ha definito la Pentecoste “La grande ora della Chiesa”; essa è il dono del Cristo risorto: Pasqua di Gesù giunta al compimento. Pentecoste, perché l’evento celebrato domenica si verificò cinquanta giorni dopo la Pasqua e come festività riprende la tradizione ebraica della festa per la rivelazione di Dio sul Sinai col dono della Legge. Negli Atti degli Apostoli la discesa dello Spirito Santo sui discepoli riuniti nel Cenacolo è raccontata mettendo in luce soprattutto la loro profonda trasformazione interiore perché “tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi”. La novità del messaggio di Cristo si ripercuote su quelli che lo ascoltano. La forza dello Spirito fa sì che l’insegnamento di Gesù diventi parola per tutti. Perciò la Chiesa è capace di “inculturare” il Vangelo in tutti i popoli con le loro tradizioni. Così lo Spirito parla ai giusti e ai peccatori perché “spira dove vuole” e “rende buono e bello chi raggiunge”.
Nel breve passo del Vangelo letto domenica scorsa è presentata una comunità che viveva a porte chiuse. La paura l’ha paralizza, immagine di una chiesa ripiegata su di sé, quindi malata, quella che papa Francesco intende riformare. Ciò diventa possibile accettando le sollecitazioni dello Spirito Santo che inebria gli Apostoli di gioioso coraggio, spalanca le porte di un edificio chiuso annunciando che la Chiesa non è arroccata sulle difensive. Non è possibile dimenticare che dello Spirito è piena la terra», consacra la diversità dei carismi per rendere bella la vita grazie ad una feconda diversità creativa dei discepoli di Cristo, concordi nel superare la Babele (Gen 11,1-9) dell’orgoglio umano che pensa di poter fare a meno di Dio. Le conseguenze di questo rifiuto sono disastrose: si ritiene di costruire insieme, invece ci si accorge di lavorare l’uno contro l’altro. Il progresso della scienza e della tecnica dà la sensazione di poter dominare la natura, quindi si ritiene obsoleto pregare il Creatore, di conseguenza si sperimenta il gelo di una globalizzazione si trasforma l’umanità in una Babele di diffidenza, sospetto, timore reciproco. Per porre riparo a questa prospettiva occorre accettare il dono dello Spirito, il Respiro di Dio che non sopporta rigidi schemi. La liturgia della Parola lo dimostra enumerando i modi della venuta dello Spirito Santo, leggera presenza che consola come l’alito del Risorto, energia che genera coraggio e fa iniziare la missione.
La Pentecoste è la festa della fraternità universale e purtroppo noi la viviamo assillati dalla paura della guerra. Di conseguenza siamo chiamati ad accettare ed esaltare ogni capacità di bene da qualunque parte provenga, ricercare e scoprire la verità per ristabilire la pace. Celebriamo riconoscenti lo stupendo sorriso di Dio, che continua a guardare l’umanità per farla uscire dalla condizione triste e asciugare definitivamente le lacrime conferendo il coraggio di vivere, riscaldando col raggio di luce che porta sollievo, assicura riposo, riparare confortando. Eleviamo la preghiera comunitaria proclamando l’antichissimo inno liturgico per sollecitare il premio della gioia eterna al Padre dei poveri, sostenitore dei lavoratori e delle lavoratrici, generoso elargitore di doni che illuminano i cuori e danno la perfetta consolazione dell’anima. Lo Spirito assicura un dolce sollievo nella fatica, il meritato riposo nel pellegrinaggio verso il Padre, nell’arsura della solitudine prezioso riparo, sicuro conforto nel pianto perché aiuta a vincere l’aridità della vita, guarisce ogni male, piega ogni rigido ostacolo, drizza l’esistenza di chi è sviato.
Trending
- Modelli internazionali per combattere lo spopolamento delle zone interne del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni
- 30 milioni alle scuole carcerarie, un emendamento alla Legge di Bilancio di Italia Viva
- Premio letterario “Crescere con le favole”, al via la 2° Edizione
- CGIL e UIL, sciopero generale per cambiare la manovra di bilancio
- 335 milioni per le palestre, una nuova cospicua ondata di denaro da destinare alla scuola
- Oggi, alla Camera, la presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin. Presente Valditara.
- “Il ragazzo dai pantaloni rosa” fra polemiche e ammonimenti
- #NoiSiamoLeScuole a Savona