Oltre 155 mila asseverazioni, investimenti per più di 27 miliardi di euro (dei quali poco meno di una ventina già conclusi): sono gli ultimi dati ENEA sul Superbonus 110%, chiusi al 30 aprile scorso. Un trend sicuramente soddisfacente, se si tiene conto dei rilevanti problemi burocratici – che ancora persistono – legati ad una normativa equivoca (e revisionata di continuo) e ad un sistema di cessione del credito fortemente penalizzante.
La Campania si conferma tra le regioni “capofila”: tra quelle cioè in cui la detrazione più ha impattato sia sugli interventi, che hanno consentito la riqualificazione e la messa in sicurezza di tanti immobili; sia, pure, sul settore delle costruzioni, che ne ha tratto linfa vitale. Non senza però difficoltà, giacché i freni alla circolazione dei crediti (come pure il caro-materiali) hanno creato enormi problemi alle aziende meno strutturate e sottocapitalizzate.
Le asseverazioni in Italia al 30 aprile sono state 155.543 per un totale degli investimenti ammessi in detrazione di 27.446.194.587,41 euro (dei quali il 69,9%: 19.195.815.273,06 conclusi). Si tratta prevalentemente di lavori in edifici unifamiliari (52,7% delle asseverazioni) e funzionalmente indipendenti (31,7%), ma rilevante è l’incidenza anche dei condomini (15,6%).
L’investimento medio nazionale è di oltre 553mila euro per i condomini, di 112.320 euro per gli edifici unifamiliari e di 97.575,78 euro per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti.
La situazione in Campania
In Campania le asseverazioni sono state 9.200, 1.200 in più rispetto al mese di marzo.
In sensibile aumento anche gli investimenti ammessi a detrazione (2 miliardi e 116 milioni a fronte del miliardo e 800 milioni circa di marzo).
Gli investimenti medi restano, in Campania, al di sopra del dato medio nazionale: sia per i condomini (quasi 608 mila euro), che per gli edifici unifamiliari (oltre 118 mila euro) e per quelli funzionalmente indipendenti (poco meno di 108 mila euro).
«Sono dati estremamente soddisfacenti e confortanti – commenta il presidente di Federcepicostruzioni Antonio Lombardi – che dovrebbero dar conto dell’estrema importanza di questo strumento: per il rilancio del comparto, ma anche per tutto quanto esso determinerà, anche nel medio e lungo periodo, su tutti il sistema economico-Paese. Basti pensare all’impatto sui consumi energetici: giova ricordare che il 40% della bolletta energetica nazionale è consumata proprio nelle civili abitazioni. Riuscire a contenere i consumi, attivando capitali anche privati sulla riqualificazione di un patrimonio immobiliare molto energivoro, deve rappresentare una assoluta priorità dell’azione politica, come del resto impongono anche gli strumenti di sostegno comunitario, a partire dal Pnrr. Alla politica però chiediamo un ulteriore scatto in avanti, nella direzione della delegificazione e della semplificazione: è inimmaginabile che un intervento strategico come quello legato alle detrazioni del Superbonus, sia stato interessato da così tante e così rilevanti azioni di modifica in appena un anno, in qualche caso addirittura con efficacia retroattiva. Ed è altresì inimmaginabile non ponderare da subito un intervento che renda strutturale questi investimenti tesi, vale la pena ricordarlo ancora, al risparmio energetico, alla messa in sicurezza strutturale, ma anche alla riqualificazione di quartieri e città».
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