“Napoli è stata la “piazza” principale, ma simultaneamente, in centinaia di luoghi in Italia, il momento è stato vissuto attraverso la lettura dei nomi delle vittime, l’ascolto delle testimonianze nel segno di una memoria che non vuole essere celebrazioni ma strumento di verità e giustizia”, è il commento dei giovani del Vallo di Diano che hanno preso parte alla XXVII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico. Un evento molto interessante che ha coinvolto migliaia di studenti che hanno voluto partecipare per far sentire forte l’urlo di disapprovazione nei confronti della mafia e di ogni forma di violenza. Il 21 marzo è, perciò, un’occasione di riflessione, una giornata per dire no alle mafie, alla corruzione, all’indifferenza. Un momento che fa emergere sensibilità e intelligenze che proprio non vogliono più tacere nei confronti di chi fa un abuso delle mafie per far sentire la propria prepotenza. I ragazzi del Vallo di Diano erano lì, a Napoli, per manifestare insieme agli altri una condizione che coinvolge veramente tante coscienze. “Ha rappresentato per noi – spiegano dall’Unione Degli Studenti Vallo di Diano – il momento per far sentire chiara la nostra voce rispetto a cosa significhi, oggi, fare antimafia sociale nei nostri territori. Il Vallo di Diano, troppo spesso considerato un luogo privo di infiltrazioni mafiose e un’oasi idilliaca in cui crescere, è in realtà costellato di avvenimenti che ci riportano alla realtà come inchieste hanno portato alla luce situazioni disastrose rispetto al fenomeno dell’interramento di rifiuti a opera mafiosa che ci hanno spinto, come studenti e studentesse, a mobilitarci per chiedere alle istituzioni una risposta reale che ci tuteli e garantisca il nostro diritto a restare”. I giovani poi hanno riferito: “Inoltre, in una regione che vede dei tassi altissimi di criminalità e dispersione scolastica, è impensabile credere che le due cose non siano collegate. Necessario è, quindi, porre al centro la tematica del diritto allo studio e del libero accesso ai saperi ripensando il nostro sistema educativo, al fine di garantire possibilità reali a chi vive in contesti di povertà educativa”. Un appello a un nuovo sistema che metta al centro lo studente e le sue esigenze. “Lottare contro le mafie, per noi, significa anche chiedere a gran voce un diritto allo studio che sia davvero inalienabile e garantito”, hanno concluso. Ecco che una giornata così significativa fa emergere l’esigenza di esserci e qualificarsi anche nei confrontarsi di altri giovani che oggi più di ieri sentono forte il monito a seguire la legalità rispettando se stessi e gli altri.
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