«Al via i lavori di “miglioramento e messa in sicurezza dell’accessibilità al Monte Cervati”. Un progetto strategico per l’intero comprensorio del Vallo di Diano e del Cilento per il rilancio turistico del massiccio del Cervati. Conclusa la fase di gara e di affidamento dei lavori, aggiudicati dalla RTI Costruzioni Generali Sant’Angelo e Laganaro srl, parte ufficialmente il cantiere di messa in sicurezza e riqualificazione della viabilità che conduce in vetta al Cervati. Il progetto, finanziato dalla Regione Campania, è stato aggiudicato per un importo di circa 3.800.000 Euro.»
Con questo comunicato, dai toni trionfalistici, il comune di Sanza annuncia l’avvio dei lavori sulla strada della che consentirà l’assalto a “mano libera” al Cervati, il monte più alto della Campania (1899 m) e già ampiamente infrastrutturato grazie ad altri interventi autorizzati e finanziati dall’ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (PNCVDA). Infatti, chi arriva sulla vetta a piedi o a “cavallo” di qualcosa, si trova di fronte ad un “borghetto” composto da casette in legno poggiate su piazzole di cemento realizzate intorno all’antico rifugio del pellegrino realizzato in pietra e poi ristrutturato. Il tutto fa da cornice alla chiesetta dove, a cavallo dei mesi di luglio e agosto, viene portata in processione la statua della Madonna della neve per lasciarla in esposizione per i pellegrini.
Più in là, sul lato Nord, è situato l’imbocco del sentiero che scende nel diruto dove è situata la grotta dove è “nascosta” per 11 mesi all’anno, l’altra statua della Madonna della neve che, secondo la leggenda, è stata fatta “prigioniera” da un sommovimento del terreno che, di fatto, ha precluso la possibilità di far uscire la statua dalla feritoia dalla quale vi era entrata.
Attualmente l’accesso al monte “Cervato” avviene da due direttrici; da Sanza, passando dall’inghiottitoio di “Vallivona”, e da Piaggine si arriva al monte “Cervati” risalendo il lato Nord fino al rifugio della “Chianodde”. Su questa direttrice si innesta anche la strada bianca che arriva da Monte San Giacomo e Sassano.
Dal rifugio “Rosolia” ad andare in cima tutti imboccano lo stesso sentiero e si arrampicano fino al cratere per una stradina, situata in territorio sanzese, molto pericolosa perché, nella foga di volerla allargare e renderla più agevole, è stata resa sdrucciolevole e pericolosa.
Da Piaggine, un tempo, c’era anche uno sterrato che, passando dalle sorgenti del Calore Salernitano in località Festola, consentiva a fuoristrada e trattori di giungere alla Croce di Sanza per poi immettersi sulla strada che oggi è oggetto di un finanziamento. Questo consentiva a molti anziani e persone disabili di raggiungere la cima del Cervati.
Con un “blitz” un gruppo di Sanzesi, con il “silenzio – assenso” del sindaco dell’epoca, con ruspa e scavatore in dotazione, crearono uno sbancamento orizzontale che rese impraticabile un breve tratto dello sterrato impedendo il ricongiungimento.
A leggere l’entusiastica dichiarazione diffusa dal comune di Sanza con il quale si convoca la conferenza stampa dell’affidamento dei lavori è evidente che la motivazione con la quale si dà il via ai miglioramenti sulla strada che richiama alla necessità di mettere in campo un progetto “strategico per l’intero comprensorio del Vallo di Diano e del Cilento per il rilancio turistico del massiccio del Cervati” fa presupporre un significativo cambiamento di approccio al modo di gestire lo spazio “sacro e profano” sul monte Cervatio facendo in modo che sia sempre più ampio sia il numero dei “fedeli” devoti alla Madonna della Neve, sia quelli amanti della natura che hanno voglia di assaporare il piacere di avventurarsi nella natura in ogni stagione dell’anno.