Dedichiamo questo approfondimento ai prodotti ed ai piatti tipici dei paesi del Vallo di Diano.
Una delle pietanze che caratterizza il Vallo, nel suo complesso, è il Caciocavallo con soppressata.
In America la legge proibiva di portare salumi d’Oltreoceano (ancora oggi non è semplice). Così i nostri contadini, in fuga dalla fame e in cerca di fortuna, pensarono bene di nascondere salsicce e soppressate dentro il caciocavallo. Nasce così il “caciocavallo dell’emigrante”, una delle prelibatezze del comprensorio, in cui la delicatezza del caciocavallo si sposa con l’aroma di una saporito salume come la soppressata.
Iniziamo la panoramica gastronomica dal paese capofila del Vallo, Sala Consilina.
Tra i piatti tipici troviamo i Canestriéddi e nòcchi, ovvero lunghe strisce di pasta intrecciate a guisa di cestino. Le nocche erano ricavate da strisce della stessa larghezza, ma lunghe circa 5 cm, i cui lembi venivano uniti al centro a farfalla. Si preparavano per festeggiare la trebbiatura e la macellazione domestica del maiale.
Passiamo poi al broccolo, ortaggio che caratterizza il centro salese ed è molto rinomato in tutta la provincia salernitana.
Non si possono non citare i Ruòspi, frittelle di pasta lievita, morbida e farcita con pezzetti di acciughe salate, fritte in olio e strutto.
Altra produzione tipica è rappresentata dai Cavàti fritti, gnocchi di pasta lievitata, incavati sul fondo per ottenere una superficie decorata. Vengono fritti ed eventualmente cosparsi di zucchero. Si tratta di un dolce preparato nelle occasioni private importanti e per le ricorrenze religiose..
Ci spostiamo ora a Teggiano per un rapido excursus legato ai piatti tipici.
A cominciare dagli Stufati, pietanza che caratterizza fortemente il paese di e, in particolare, alcune giorni (come la vigilia di Natale). In pratica, si tratta di spaghetti conditi con alici, uva passa e molliche. Nel 2015 il piatto ha ottenuto la certificazione dei “Prodotti agroalimentari tradizionali italiani”.
Restando in tema pasta, ci concentriamo sui Parmatieddi, tradizionalmente preparati come primo piatto per il pranzo della Domenica delle Palme. Si tratta di un particolare formato di pasta fresca prodotta in casa con farina di grano tenero o duro. La particolare forma piatta intende imitare l’aspetto di una foglia d’albero, a ricordo delle fronde di palma con cui fu salutato l’ingresso a Gerusalemme di Gesù. Dopo la cottura in abbondante acqua salata, i parmatieddi sono scolati e conditi con ragù e pecorino, o ricotta salata grattugiati.
A caratterizzare Teggiano sono anche gli Scisciulluni, ovvero peperoni secchi.
Si tratta di una varietà di peperone dolce, dalla forma arcuata e affusolata, lungo più di 25 cm.
Il suo nome deriva dalle carrube, di cui ricorda molto la forma, che in dialetto teggianese vengono, appunto, chiamate “sciuscelle”. Si prepara spesso con le patate, per formare un saporitissimo abbinamento.
Chiudiamo con il dolce e con il tipico Bicchinotto. E’ un prodotto antico ripieno di crema pasticciera, pan di spagna e ricoperto di glassa. E’ utilizzato nelle feste e nei matrimoni di una volta.
A Padula a dominare la scena è la Cuccia di Santa Lucia. E’ un piatto tipico della festività del 13 dicembre. La ricetta non è altro che una zuppa di 13 legumi e cereali diversi. La tradizione vuole che tale pietanza sia condivisa con il vicinato ed il rione di appartenenza.
Merita di essere citata anche l’Orvula, salume a fetta larga che impiega molto più tempo per la stagionatura. La tradizione vuole che fosse aperta in occasione della trebbiatura ed offerta a tutti quanti collaboravano al faticoso lavoro.
A caratterizzare Polla, invece, sono i Tagliolini col latte che anticamente venivano cucinati il giorno dell’Ascensione. Mentre tra i dolci tipici troviamo il Migliaccio di grano di mais con uva passa.
Spostandoci ad Atena Lucana, ci concentriamo sugli Sciuscielli, con patate e carciofi. Si tratta di una zuppa tradizionale preparata con pasta fatta in casa.
Il piccolo centro di San Rufo, inoltre, si distingue per gli Spiedini di pecora alla pastorale, mentre Patane e Cicci, una sorta di pesto di patate e fagioli tipico, contraddistingue il paese di Monte San Giacomo.
Naturalmente questi sono solo alcuni dei piatti che caratterizzano il territorio valdianese, la cui tradizione gastronomica è caratteristica e variegata.