Nessuna regia per coordinare i 10, 100, 1000 progetti in gestazione! Sono tutti tesi a risolvere gli annosi problemi legati al territorio compreso nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (PNCVDA) in cui viviamo e immaginati dai singoli comuni o aggregati per aree geografiche
L’amarezza che coglie chi segue queste iniziative è pari solo alla delusione che in 20 anni e più di esistenza dell’Ente Parco e del suo contraltare “politico”, la Comunità del Parco, hanno prodotto nei residenti.
Operai delle Comunità Montane prestati alle province e comuni costieri per pulire le cunette; Piani di zona che si occupano di tutto, invece di mettere in primo piano gli anziani che popolano i piccoli borghi delle aree interne; Comuni che si propongono come gestori di progetti – meteore, ma non seguono con diligenza l’espletamento dei servizi che garantiscono qualità della vita …
È questo il destino di un territorio che avanza in ordine sparso senza sapere dove andrà ad approdare dopo aver attraversato il mare magnum dell’elaborazione, presentazione, approvazione, rendicontazione ed “evasione” dalla realtà nella quale vengono calati.
Ogni giorno arrivano alle aziende richieste di adesioni ad ogni tipo di iniziativa che hanno lo scopo primario di “raccattare” risorse e distribuire a pioggia senza, quasi mai, “contabilizzare” la redditività a medio e lungo termine.
Niente di nuovo sotto il sole della parte “meridionale” del “Belpaese” che sa bene come muoversi nel labirinto di “misure”, “programmi”, “finanziamenti” … in cui si inoltrano sempre gli stessi soggetti pubblici, semi-pubblici o di volontariato …
Tutti ci sentiamo sollecitati a farci avanti per entrare almeno in un partenariato destinato a farsi carico di spendere le risorse che il soggetto proponente si incaricherà di gestire. Un budget al quale bisognerà sottrarre le spese, per allestire, organizzare e mantenere in vita la struttura di supporto che sarà smantellata alla fine della “storia”.
Eppure, nelle realtà in cui viviamo basta voltare lo sguardo e fare una carrellata a 360° per renderci conto che siamo arrivati “alla frutta”! A fronte di decine di strutture realizzate in ogni angolo lasciate in eredità di altrettanti progetti che avevano nobili scopi sociali ed economici, ci ritroviamo a doverci interrogare su come, quando, dove … sono stati decisi gli investimenti e perché ora appaiono desolatamente fuori luogo, oltre che inutili nonostante molti siano stati collaudati e, ovviamente, pagati.
Sul nostro periodico, UNICO PATRIMONIO, abbiamo portato molti esempi di questa “strage degli innocenti”: l’Osservatorio astronomico di Petina, L’Archeodromo di Rambaldi di Monte San Giacomo, Centro sportivo meridionale di San Rufo, Centro Lontra ad Aquara, Borgo di Cerrocupo a Roccadaspide, Incubatori d’impresa mai attivati come a Campora, il Castello di Postiglione rigidamente chiuso; e poi porti senza barche, conventi senza monaci, chiese sempre chiuse, palazzi ducali senza nobili, Pro loco orfane delle sagre …
Dopo i Patti Territoriali, gli Accordi di Programma e … Ora è giunta l’ora dei progetti finanziati con il PNRR (Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza)!
“Piatto ricco mi ci ficco” recita l’antico motto … ed ecco decine di iniziative che sono tese a salire sul treno dei desideri per tentare di intercettare qualcosa che contribuisca a mantenere sulla linea di galleggiamento la speranza di sentirsi vivi.
Purtroppo, manca la cosa più importante: una regia che metta in fila le priorità e coordini i progetti che saranno portati all’attenzione dei decisori.
L’Ente Parco che ha responsabilità di dare un futuro ad un’area ampia e con esigenze, in molti casi divergenti, ha anche l’esperienza maturata sul campo in circa 25 anni di esistenza in vita.
Gli manca la volontà politica e la credibilità indispensabile per far prevalere l’interesse generale rispetto ai piccoli corporativismi che da sempre la fanno da padroni.
La proroga che l’attuale presidente e i consiglieri che hanno ottenuto ope legis a causa del Covid19 è una prova d’appello “gratuita” che hanno ottenuto. Siamo capaci di fare un tentativo per non sprecarla …
La redazione e l’attuazione del “Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza” ha una cabina di regia, perché presidente e consiglio non mettono in campo un coordinamento per dare un’anima al “Piano del Parco di Rilancio e Resilienza”?
Trending
- Scuola, 267 milioni per tutor e orientatori
- Vallo della Lucania, Teatro “Leo de Berardinis”: “Il calamaro gigante” con una straordinaria Angela Finocchiaro
- “Fiumi, Briganti e Montagne”: Il Salernitano tra storie e storia, coraggio, mistero e resilienza
- Orientamento scolastico, Valditara scrive ai genitori
- Un Re venuto a servire
- Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati chiede al MIM di garantire i diritti dei docenti precari: presentata diffida formale
- OMEOPATIA E DOLORE AI DENTINI DEI LATTANTI
- Scuola: emendamenti ANIEF alla Manovra Finanziaria 2025