Se la pandemia da Coronavirus 19, non sferrerà troppo forte i suoi colpi di coda, Capaccio Paestum avrà trovato il suo spazio coperto per alimentare ogni tipo di attività al coperto che consentirà di programmare con certezza ogni tipo di attività espositiva, culturale e sportiva che necessita di uno spazio adeguato sia pe lo svolgimento dell’evento specifico sia per accogliere l’eventuale pubblico che vi assiste.
Si tratta della messa a in sicurezza, dell’adeguamento funzionale e della sistemazione degli spazi esterni dell’ex “tabacchificio” di situato nella contrada di Cafasso situato a metà strada tra la città commerciale di Capaccio scalo e l’area archeologica.
È del tutto evidente che si tratta di un’operazione che ha un respiro ampio e cha a completare il trittico, unitamente alla riqualificazione di via Magna Graecia e alla realizzazione del primo lotto della Lungomare, con il quale l’amministrazione guidata da Franco Alfieri ha impresso una svolta epocale alla Città dei Templi.
In questo caso, bisogna dare merito all’impresa aggiudicataria dell’appalto, Gregorio Costruzioni e Turismo SRL che ha delegato parte dei lavori, come subappaltatori, alla EcoVallo Scarl, e “DERVIT Spa”. In poco più di un mese dalla consegna dei lavori, sono stati portati a termine consentendo lo svolgimento della XXIII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (BMTA) tenutasi dal 24 al 28 novembre del 2021.
Con la messa a “reddito” dell’imponente complesso situato a ridosso della ferrovia, anche la contrada agricola di Cafasso, assume un nuovo ruolo oltre a quello di cerniera citato sopra.
Infatti, se finora, il trovarsi tra i due pilastri portanti della vita commerciale del comune la vedeva schiacciata tra in una funzione di passaggio, oggi il “Borgo Nuovo” torna anche a vivere di una “vita” propria del tutta rinnovata rispetto al passato. Certo la sua anima agricola resterà ancora nel DNA dei residenti, ma certamente crescerà molto la capacità di entrare nella nuova dimensione urbanistica in cui il recupero dell’immenso spazio asservito per lungo tempo all’agricoltura ed oggi destinato al turismo lo proietta.
Per chi conosce la storia passata e recente della struttura (https://www.unicosettimanale.it/news/attualita/1068767/il-tabacchificio-di-cafasso-rientra-nella-storia-di-paestum) entrare in quello spazio riempito di “vita nuova” è un po’ come rinascere insieme ad esso! Ma anche per chi vi entra per la prima volta non può che alzare lo sguardo alle alte travate che guardavano dall’alto le carovane di barre alle quali erano attaccate milioni di foglie di tabacco raccolte e infilate, una ad una” da mani segnate per sempre dal verde e dagli odori che esalavano dalle distese di piante che ricoprivano buona parte della piana di Paestum.
Oggi, donne ed uomini ben vestiti con i loro badge svolazzanti al collo sfilano nelle sue navate dove sono “ammassati” stand di luoghi vicini e lontani che fanno mostra di sé abitati da persone che mai sarebbero entrati in quella dimensione se l’ex tabacchificio non fosse stato acquisito e destinato a essere uno spazio aperto ad ogni progetto di aggregazione.
La XXXIII BMTA che ha finalmente trovato una “casa” definitiva e ha dato il via all’utilizzo di questo spazio espositivo, è stata la prova del nove su come si può ristrutturare strutture dismesse o abbandonate immaginando fin da subito la loro destinazione d’uso in un quadro di un piano generale che l’amministrazione pubblica ha approvato.
Troppo spesso si vedono acquisite e ristrutturate opere senza prevedere per esse un ruolo rispettoso della loro storia e, peggio ancora, senza immaginarne subito un’altra!
Proprio in questa occasione vale la pena ricordare gli oltre 100 milioni di Euro spesi dal Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni per l’acquisizione, la messa in sicurezza e la ristrutturazione di beni che sono rimasti lettera “morta”; anche molti comuni si sono lanciati su questa scia in quanto appare evidente che l’unico scopo di acquisire e ristrutturare sia proprio quello di ottenere il finanziamento, spendere i soldi e poi passare alla prossima opportunità di bando senza pensare alla destinazione e all’organizzazione della futura “vita” dell’immobile.
L’esempio di Capaccio Paestum potrebbe essere una buona occasione per smuovere un po’ l’opinione pubblica della nostra realtà che, purtroppo, resta sempre meno reattiva di fronte alla situazione ordinaria che si stende sul futuro, mentre non smette mai di indignarsi di fronte a fatti eclatanti.
Intanto, è proprio l’ordinario andare delle cose (fatte bene o male) a modificare la percezione del bene comune e del progresso che determina la qualità della vita delle generazioni presenti e di quelle future.