La Galleria Lia Rumma di Napoli inaugura, giovedì 18 novembre 2021, la mostra personale di Paolo Icaro dal titolo Dribbling.
Paolo Icaro (Torino, 1936; vive e lavora a Tavullia, in provincia di Pesaro), uno dei protagonisti delle ricerche artistiche degli anni Sessanta, vicino all’esperienza dell’Arte Povera, da sempre sperimenta il divenire dell’azione scultorea in relazione alla forma e allo spazio. «Lo spazio della scultura – ha dichiarato l’artista – è lo stesso spazio in cui sta il mio corpo, io sto nello spazio dove sta anche la scultura. La scultura è quindi corpo, corpo dell’idea che si fa vulnerabile gravità come ogni altro corpo dell’universo».
Nella personale Dribbling vengono presentati una serie di lavori storici degli anni Sessanta, allestiti in galleria in modo tale da creare tra le opere e lo spazio che le ospita un’oscillazione nel tempo e nell’esperienza, un “dribbling” nell’esistenza. «Il nucleo di opere che ho selezionato – racconta Icaro – hanno come protagonista non l’oggetto, ma il visitatore stesso. Sono opere che ho scelto per il loro tempo, cioè quel tempo che divide il 1968 da noi oggi, ma anche perché io ero ad Amalfi nel ’68 ed è lì che ho cominciato una storia con Lia Rumma attraverso il marito Marcello Rumma».
Paolo Icaro, presente alla rassegna Arte Povera + Azioni Povere (promossa e organizzata da Marcello Rumma negli Arsenali di Amalfi ed a cura di Germano Celant, ottobre ‘68), mette “in campo” oggi alla galleria Lia Rumma una mostra con una serie di lavori realizzati prima di Amalfi, dove la loro esibizione materiale si presta sempre a nuove formulazioni di un fare, che al tempo stesso prevede il disfare per rifare e vedere (come teorizzato dall’artista, sempre in una mostra del ‘68), in un processo di trasformazione ermeneutica continua.
Tra le opere in mostra: Cuborto (1968), che altro non è che un cubo in acciaio e corda che ammette l’errore; Buchi 1.000.000+1 (1968), un grande telo in polietilene trasparente fustellato e forato in tanti moduli quadrati, che per “farsi” prevede l’intervento partecipativo del pubblico; Cumulo rete(1968), una catena in ferro che scorre dentro un tubolare in polietilene che cambia forma a seconda di come viene installata e Spazio, con anima (1967-2021), una nuova installazione realizzata per la mostra, composta da 3 elementi realizzati in tempi diversi: una piccola scatola spaziale in legno e corda del ’67 insieme alla sua ri-costruzione in scala maggiore di 1 a 1, che definisce così uno spazio abitabile a misura d’uomo, che al suo interno accoglie la proiezione di un corpo femminile che si muove, dentro di sé, cioè dentro il corpo di questa scatola/gabbia spaziale. Una sorta di mise en abyme tra l’oggetto, la sua riproduzione in scala maggiore e abitabilità riprodotta in video.
Paolo Icaro è nato a Torino il 30 settembre 1936. Vive e lavora a Tavullia. Studia pianoforte e frequenta il liceo Massimo d’Azeglio dove riceve i primi insegnamenti di storia dell’arte da Riccardo Chicco e Francesco Arcangeli. Si iscrive alla Facoltà di Lettere presso l’Ateneo di Torino. Nel 1958 Umberto Mastroianni lo accoglie nel suo studio. Si appassiona al linguaggio della scultura e riceve dal maestro il nome Icaro. Nel 1960 si trasferisce a Roma. Di due anni dopo è la sua prima mostra personale alla Galleria Schneider. Nel 1965 è invitato alla IX Quadriennale di Roma. Nel 1966 si trasferisce a New York. Nel 1967 tiene una personale alla Galleria La Tartaruga di Roma e partecipa alla mostra “Arte Povera Im-Spazio” alla Galleria La Bertesca di Genova, città dove si trasferirà al ritorno in Italia nel 1968. Nello stesso ’68 si tiene la personale “Faredisfarerifarevedere 0106768” alla Bertesca. Nel biennio 1968-‘69 prende parte alle più importanti mostre dell’avanguardia internazionale. Realizza azioni al “Teatro delle mostre”, Galleria La Tartaruga, Roma e ad “Arte povera più azioni povere” ad Amalfi. È tra gli artisti invitati alle due storiche mostre “Op Losse Schroeven. Situaties en cryptostructuren”, allo Stedelijk Museum di Amsterdam e a “When Attitudes Become Form”, presso la Kunsthalle di Berna. Nel 1971 si trasferisce nel Connecticut dove risiederà per un decennio.
All’inizio degli anni Ottanta si trasferisce definitivamente in Italia e tiene una personale al PAC-Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano. Nel 1995 la Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento ospita una mostra antologica del suo lavoro. Dal 2000 sono numerose le personali in spazi pubblici e museali tra cui: nel 2006 è presente alla rassegna “Museo Museo Museo. 1998-2006 Duecentocinquanta nuove opere per la GAM”, presso Torino Esposizioni, dove viene esposto il nucleo di opere acquisito dalla Galleria d’Arte Moderna e Contamporanea di Torino nel 2005; nell’ottobre del 2007 è invitato a realizzare un intervento permanente per l’Italian Department della UCLA – University of California a Los Angeles; nel 2017 ci sono l’esposizione al chiostro dell’Università Statale di Milano intitolata “Un prato in quattro tempi”; la mostra “C’era una volta…” a Città di Castello nella Pinacoteca Comunale; “Le pietre del Cielo: Paolo Icaro e Luigi Ghirri” presso la Fondazione Querini Stampalia a Venezia e nel 2019 la Gam – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino ospita “Paolo Icaro Antologia 1964-2019”. Ad ottobre 2021 il Comune di Volterra ha vinto il premio dell’Italian Council IX del Ministero della Cultura acquisendo nella collezione permanente della Pinacoteca di Volterra l’opera di Paolo Icaro “Polarità”, allestita nel chiostro.
I suoi lavori sono presenti in alcune delle più importanti collezioni pubbliche internazionali, tra cui: Museum voor Hadengaasgse Kunst, Gent, Belgium; Alvar Aalto Museo, Jyväskylä, Finland; Centre Pompidou, Parigi, France; GAM, Torino, Italy; GNAM, Roma, Italy; Collezione dei Musei Civici, Milano, Italy; MAMBO, Bologna, Italy; MAXXI, Roma, Italy; Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce, Genova, Italy; MUSMA, Matera, Italy; Accademia Nazionale di San Luca, Roma, Italy; Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington, USA; UCLA, Los Angeles, USA.