Ines De Leucio, nasce in Australia dove ritrova le sue radici e la sua creatività primordiale nel cuore del deserto aborigeno. Cresce nei luoghi magici dell’antico Sannio e dell’Irpinia intrisi di leggende e miti. Attualmente vive ed opera nel suo vecchio spazio artistico sito alle pendici del borgo medievale di Terranova Fossa ceca, residente nel piccolo Comune di Arpaise.
Dopo il Liceo Artistico di Benevento (II Sezione, indirizzo Architettura) si laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la guida dei Maestri Ruggiero, Jodice e Siciliano con tesi intitolata “La percezione visiva nel bambino”. Artista e performer, la sua espressione spazia dal segno alla pittura, dalla scultura alla ceramica proponendosi anche come consulente per creazioni innovative nel riutilizzo di materiali di riciclo nell’arte. Ines De Leucio è conosciuta nel panorama italiano ed internazionale dell’arte contemporanea come creatrice dell’icona della Strega Aborigena, presentata al pubblico nel 2003 al “Museo della Gente Senza Storia” di Altavilla Irpina. Nello stesso anno, presso il Teatro Romano di Benevento e nel Chiostro di Santa Sofia, si cimenta in due performance di Body Art della Strega Aborigena. La sua attività si contraddistingue per un grande impegno nel sociale e per un grande amore per la Madre Terra. Dal 1999 ad oggi lavora al progetto intitolato “Leucio Segni Cosmici”. In Italia ha esposto le sue opere a Perugia, Napoli, Roma, Firenze, Salerno, Benevento, Avellino, e Vallo della Lucania. Nel panorama internazionale ha partecipato al Festival di Innsbruck, al Festival du Monde di Cannes con la presenza di Marina Picasso, in Australia alla Gleneng Art Gift Gallery di Adelaide, al Festival Living Artists e alla Potters Gallery in Unley Road.
Dal 2020 è impegnata nel progetto dedicato a suo padre dal titolo “Vittime Innocenti-17 marzo 2020”.
Le emozioni dell’artista all’origine dell’opera:
«L’ispirazione è nata in occasione di una gita a Procida, durante gli anni dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, tra l’artista e i suoi cari amici, Lilla Rosy e Marco».
Nota critica sull’artista:
Un ritratto di emozioni che cattura chi guarda con gli occhi del cuore. Questo rappresenta “Il sogno di Ida a Procida“, crocevia perfetto tra le sensazioni pure della prima gioventù e l’abile maestria della tecnica consolidata dalla De Leucio nei lunghi anni di lavoro tra i suoi due mondi: l’aborigena Australia e la terra delle streghe, tra Sannio e Irpinia. L’opera esprime appieno l’eclettica e complessa personalità artistica di Ines. Il blu, incarnazione del mare, domina la scena con la sua luminosità sapientemente intervallata da segni bianchi, forme diverse ma allo stesso tempo armoniche che simboleggiano la vegetazione dell’isola. L’artista regala all’osservatore attento ai minimi particolari piccoli disegni da cogliere nell’opera informale: cerchi concentrici sinonimi di stelle filanti, marine e celesti che animano un multiforme reticolato bianco. Grazie alla De Leucio assistiamo a una creazione che affianca la Creazione perché, come ha spiegato lei stessa, durante la geniale gestazione dell’opera ha immaginato proprio il Big Bang, il caos blu dal quale imponente e sensuale emerge Procida con la piattaforma di ragnatele bianche appoggiate sull’acqua.
(Anna Astrella, giornalista esperta di Arte e Cultura)
Ines De Leucio ha aderito alla proposta culturale “Procida Mediterranea 2022” a cura di Ambiente e Cultura Mediterranea. L’opera sarà donata al Comune di Procida per celebrare la bellezza dell’isola in omaggio all’alto riconoscimento culturale ottenuto di “Procida Capitale Italiana della Cultura 2022”.