Il Direttore per questo numero ha voluto regalarmi un tema piuttosto “divertente”, e per questo lo ringrazio.
Si tratta di un commento alle elezioni provinciali dello scorso 13 giugno. Come tutta la cittadinanza certamente saprà, il collegio Capaccio non è riuscito ad eleggere alcun consigliere nella nuova assise di palazzo S. Agostino (sede della Provincia a Salerno).
Senza entrare nel merito della realtà di Capaccio, che del resto non conosce abbastanza, puntare la mia attenzione soprattutto su Roccadaspide, dove il test elettorale era maggiormente sentito, visto che negli altri comuni del collegio c’erano anche elezioni comunali. Roccadaspide, e già in questo è necessario operare un correttivo: se la partecipazione della gente può essere valutata dalla partecipazione ai comizi e alle manifestazioni elettorali, allora qui da noi sembrava che non si potesse votare. Tanto per usare un luogo comune, possiamo dire che anche qui la gente è stanca della politica e dei soliti personaggi.
Passiamo ai risultati, dire che i tre candidati di Roccadaspide. ai quali aggiungerei anche il candidato di Castel San Lorenzo, sono usciti da questa competizione con le “ossa rotte”.
Se per Pasquale Mucciolo il risultato era prevedibile, dato che il tentativo era da ritenersi velleitario (Le campagne elettorali, secondo me, non si improvvisano dalla sera alla mattina!), per De Rosa, Domini e Auricchio le vie erano certamente diverse.
Donato De Rosa e Pietro Domini sono entrambi consiglieri di maggioranza al comune di Roccadaspide e quindi, a mio parere, hanno pescato nella stessa fascia di lettori che ha letto la loro coalizione alle scorse comunali.
Ma anche qui va fatta una serie di distinguo. In primo luogo la schiacciante maggioranza che aveva eletto Giovanni D’Angelo sembra essere stato dissolta nel vento, soprattutto il “Centro cittadino” ha voluto manifestare il proprio dissenso alla politica amministrativa della maggioranza, penalizzando ovviamente i due candidati che da essa provenivano.
D’altro canto gli stessi esponenti di questo Consiglio Comunale non si sono granché impegnati nel favorire l’elezione dei due loro rappresentanti, tanto per non assumere posizioni in nome dell’uno o dell’altro. Nel dubbio, meglio lavarsene le mani!
Effetto principale: De Rosa e Domini hanno avuto tutte le conseguenze negative del caso; da un lato la protesta dei cittadini per la politica amministrativa, dall’altro lato hanno avuto solo l’appoggio formale dei loro compagni di viaggio, mentre di fatto hanno dovuto arrangiarsi da soli.
In verità ha potuto contare su alcuni di partito di Rosa discorso ad iniziare un nuovo discorso anche al comune.
Attendiamo con ansia la inversione di rotta. Domini, invece, deluso dalla campagna elettorale si è dimesso da assessore! Ad ogni modo tutto è in divenire: bisognerà aspettare per vedere cosa succederà in Consiglio.
E veniamo ad Auricchio. Consigliere Provinciale uscente, come De rosa del resto, ha puntato tutta la campagna elettorale sull’esaltazione dei risultati da lui ottenuti e sugli attacchi a De Rosa, reo di non essersi impegnato abbastanza, e a Giovanni D’Angelo, autore di provvedimenti piuttosto impopolari dalle nostre parti.
Evidentemente la linea non ha pagato, o non ha pagato abbastanza.
Il pressing sugli elettori del centro cittadino ha portato i suoi frutti.
1003 voti certamente non sono pochi, ma non sono abbastanza.
Non si può essere eletti montando una polemica sul parcheggio a pagamento. Vorrei ricordare che si trattava di elezioni provinciali! Ad ogni modo, vorrei dire che la mia non è polemica.
E’ piuttosto un’altra constatazione: divisioni e attacchi personali, personalismi e polemiche da cortile, questa volta hanno prodotto un unico risultato e cioè che i tre candidati di Roccadaspide oggi sono soltanto dei non eletti.
Si tratterà di riflettere a fondo su errori e strategie. Ad ogni buon conto, se l’elettorato ha deciso così,forse sarà il caso che più di uno ne tragga le dovute conseguenze.