Il ritorno a pieno ritmo a scuola rappresenta, indubbiamente, un segnale incoraggiante, in ottica superamento della pandemia.
E lo è ancor di più considerando il fatto che, a livello di contagi, il rientro tra i banchi non ha fatto rialzare (almeno per ora) i contagi.
Il nuovo anno scolastico ha fatto riavvicinare fisicamente i compagni all’interno della classe, naturalmente con le dovute limitazioni. E ha portato, tra le altre cose, alla ripresa delle uscite didattiche e al ritorno all’attività in palestra.
Tutto positivo, quindi? Non proprio.
Ascoltando alcuni genitori del Vallo di Diano, infatti, sono emerse diverse criticità. E’ vero che il fatto che i propri figli siano tornati in presenza, consente loro di “respirare”, nell’ottica di una gestione casalinga non sempre agevole. Ma diversi genitori lamentano la complicata gestione, soprattutto per la scuola primaria, dello stato di salute dei bambini e dei piccoli malanni di stagione.
In alcuni casi, infatti, basta poco per essere chiamati a casa da scuola, in caso di starnuti o di piccoli malesseri. Tutto ciò, naturalmente, rientra in dinamiche non semplici da amministrare neanche per docenti e personale scolastico.
E anche se la mascherina è diventata, nel tempo, ormai quasi un accessorio, il vederla indossata ore ed ore dai propri piccoli, a volte è faticoso da digerire. In tale ottica sembrano essere maggiormente insofferenti i genitori rispetto ai figli.
Risulta complicato, e a tratti innaturale, agli studenti anche il non poter prestare le cose ai compagni. Insomma, gli aspetti critici sono diversi, così come quelli positivi. Fisiologico per attività legate ad un evento senza precedenti.
Bisogna evidenziare, tuttavia, come quasi tutto stia scorrendo in modo regolare.
Intanto, per quel che riguarda le attività nel Vallo di Diano e gli istituti scolastici, a Teggiano, qualche settimana fa, è stata ristrutturata e riaperta la scuola secondaria di primo grado, in località Piedimonte.
L’istituto “G.Pascoli”, nel centro storico di Teggiano, infatti, è oggetto di un progetto finanziato, che prevede la demolizione e la ricostruzione dell’edificio, per un importo di 3.700.000 €.