L’ennesima tornata elettorale è archiviata. Ci si augura che i temi e le argomentazioni con i quali i candidati “confitti” si sono contrapposti a quelli premiati dagli elettori non siano riposti nel cassetto per essere tirati fuori alla prossima competizione.
Infatti, alle nostre latitudini accade spesso che le aggregazioni di uomini e donne che vanno a comporre le liste durano appena il tempo della campagna elettorale.
A volte, gli stessi protagonisti soccombenti si lamentano di aver avuto poco tempo per “spiegare” i loro progetti di cambiamento.
In verità, quello che confronto accade quando c’è il politico è un vero atto di presunzione sociale!
I protagonisti che, di volta in volta, si affacciano sui palchi fisici virtuali e per conquistare il sostegno elettorale basano le loro tesi su luoghi consolidati invece di scavare a fondo sui bisogni veri dei loro concittadini che comuni acquisire di essere portati in chiaro per consentire una presa di coscienza collettiva per poi indicare soluzioni comprensibili e alla portata delle risorse, eventualmente, indicare e disponibili sotto varie forme: finanziamenti o dirette.
È questa la missione di chi si candida ad amministrare un comune, piccolo o grande che sia.
Però, se pure è da apprezzare lo sforzo fatto in occasione delle elezioni, c’è la necessità di compilare lo spazio temporale della lunga traversata con un’azione sistematica di coinvolgimento, chiamata alla presa a carico dei problemi, una ricerca condivisa delle soluzioni. ..
Ecco perché chi si è affacciato al “balcone” della politica deve scendere, prima di risali, e “camminare” passo dopo passo, sia politico sia intellettualmente, nella vita reale che oltre ad essere il vero centro d’interesse dell’agire anche la moderna agorà dove bisogna confrontarsi per cercare il consenso.
Infine, svolgere bene il ruolo di “oppositori” assegnato ai perdenti dal risultato elettorale è solo un aspetto importante, ma non risolutivo per interpretarlo. Sindaco e la maggioranza che lo sostiene, governa, ha motivazioni, risorse e mezzi per affermare il suo punto di vista.
La governa deve pungolare chi in occasione dei consigli comunali e deve dare il via tra la gente con ogni mezzo alla “campagna elettorale” che l’attende fra cinque anni. Insomma, mentre chi ha vinto chiude gli innumerevoli sedi elettorali, chi ha perso deve aprire il suo cantiere politico: in altri tempi si chiamava “laboratorio” …