Il Comune di Capaccio Paestum si è aggiudicato, lo scorso aprile, l’asta per la locazione dello stabile facendo il primo passo verso la sua l’acquisizione definitiva.
Espletate le procedure necessarie, il Comune ha dato l’avvio non solo alla bonifica con la rimozione e lo smaltimento dell’amianto, ma effettuerà una serie di lavori di adeguamento che riguarderanno la pulitura e la manutenzione degli ambienti interni per consentire l’immediata dell’agibilità della struttura e avviarla sulla strada della sua valorizzazione in ambito ambientale, turistico, sociale e commerciale.
Giovedì 7 ottobre alle ore 10.00, con la cerimonia di avvio dei lavori di messa in sicurezza, bonifica dell’amianto, adeguamento e valorizzazione dell’ex Tabacchificio SAIM, Capaccio Paestum fa un balzo in avanti verso il futuro che lo aspetta.
Infatti, l’immobile, ubicato in località Cafasso, sarà agibile già nella 3^ decade del mese di novembre p.v. per ospitare la XXIII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico. L’evento ha finalmente trovato casa nel polo fieristico di là da venire ma già andrà ad occupare la 1^ posizione al nastro di partenza.
Il Sindaco della città ha così commentato in occasione della consegna dei lavori all’azienda che si è aggiudicata la gara: “Gregorio Costruzioni e Turismo SRL” che ha sede a Piaggine. Le società subappaltatrici appaltatori che hanno competenze specifiche sono la “Ecovallo Scarl”, che ha specifiche competenze nella rimozione dell’Eternit, e “DERVIT Spa” che già gestisce la manutenzione della pubblica illuminazione del comune di Capaccio Paestum.
L’importo complessivo per previsto per la realizzazione del primo stralcio dei lavori è di € 825.000,00 con una base d’asta di € 604155,21. Infine i lavori sono stati aggiudicati per €521.147,15.
Arrivato in ritardo all’appuntamento per la cerimonia della consegna dei lavori alla “Gregorio Costruzioni e Turismo SRL”, sono stati nello stabile dove già erano all’opera le maestranze di due delle ditte indicate sopra. Mi ha fatto un certo effetto tornare nella struttura che ha fatto la storia dell’agricoltura capaccese già dagli albori del 1900. Infatti, nei, come racconta Lucio Capo nell’articolo pubblicato su UNICO, nei terreni del Cafasso, comprati da Gaetano Bonvicini nel 1925 , si coltivava frutta, ortaggi e verdure che, lavorati, venivano spediti e venduti nei mercati del Nord.
Ma sono stati Francesco Bignardi e Paolo Calderaro ad elaborare uno studio per un riuso come spazio esposizioni temporanee e permanenti. Come viene riportato nell’articolo da me scritto nell’aprile del corrente anno 2021.
Il 10 luglio 1937 Gaetano Bonvicini muore e il Cafasso passa nelle mani di Carmine De Martino, deputato alla Camera. Dopo la frutta e la verdura la contrada del Cafasso diventa la patria del tabacco.
Infine, intorno all’inizio del 2° millennio lo stabile viene acquisito da Domenico Caprino, imprenditore di Battipaglia, titolare dell’hotel Taverna dei RE di Capaccio Paestum, presenta al comune un progetto di riutilizzo dello stabile. L’idea vale 50 milioni di euro d’investimento, già finanziato dalle banche (così dichiarava Caprino), per la realizzazione di oltre 200 appartamenti e la costruzione della sede dei vigili urbani in cambio degli oneri di urbanizzazione. Una “rivolta” corale che vide uniti i concorrenti di Caprino e le associazioni ambientaliste locali e provinciali fece prima arenare il progetto che poi fu incanalato su un “binario morto”.
Fra poco meno di 60 giorni, tutti potranno entrare negli ampi spazi del tabacchiificio di Cafasso. Molti potranno capirne l’imponenza architettonica, pochi potranno ricordare stati quando di donne ed uomini come operose ed instancabili “formiche” scaricavano, staccavano per l’essiccazione ed, infine, impacchetta per conto del monopolio di stato di tabacco destinato al consumo nazionale e internazionale.
Se non fosse per il danno che quella è nube di fumo che è entrata nei milioni di donne ed uomini provocanti danni irreversibili, immensa soddisfazione per il lavoro che ha dato a tantissimi nostri conterranei.
D’ora in avanti, invece, il destino della faraonica struttura sarà quello di alimentare la fiammella della cultura che ha molti effetti “collaterali” ma tutti del tutto positivi!