Con la sua quarta candidatura a sindaco – quorum permettendo – suggellerà i 20 anni alla guida del comune di Teggiano. Michele Di Candia, primo cittadino del paese dal 2004 – con una breve interruzione dal 2014 al 2016 – quest’anno concorre in solitaria, alla luce della mancata presentazione di liste alternative alla sua. L’unica incognita è rappresentata dal quorum. Per ritenersi valida l’elezione, infatti, bisogna che i voti validi siano pari almeno alla metà del 40% di quelli espressi dagli aventi diritto.
Abbiamo incontrato Di Candia per sapere come si stia sviluppando questa campagna elettorale “anomala” ed avere anticipazioni su progetti e mosse del futuro.
Una campagna elettorale anomala per Teggiano. Aveva capito che non ci sarebbero stati avversari?
Teggiano ha scritto una brutta pagina. Il ruolo dell’opposizione di pungolo e controllo, infatti, è importante. Ho saputo il giorno prima che una seconda lista non ci sarebbe stata. Avrei anche potuto creare un lista civetta, ma non ho voluto farla, perché il popolo si deve esprimere e decidere se andare o no a votare. Non voglio monopolizzare il paese.
Lei ha a avuto difficoltà nel formare la lista?
No, non ne ho avute. Sono state tante le persone che si sono proposte, ma abbiamo dovuto distribuire in maniera equa le candidature, in relazione alle rappresentanza di zona. I giovani, per lo più, tendono a non avvicinarsi alla politica e mancano progetti e idee. I social in questo non aiutano.
E se non lo fanno, può anche essere colpa di chi amministra. C’è, tuttavia, una percentuale che ha voglia di essere parte attiva e dare il suo contributo e mi auguro di stimolare sempre più la curiosità, anche attraverso i componenti della lista.
Come vede la popolazione? Come sembra orientata riguardo il voto?
Ci saranno persone che si recheranno alla urne e alcune non voteranno, magari perché gli sono antipatico, o perché non hanno accettato che ci sia soltanto una lista. E’ normale sia così.
Cosa risponde a quanto detto da Rocco Cimino, secondo cui gli ultimi 5 anni sono stati i peggiori nella storia di Teggiano?
I 5 anni peggiori? Abbiamo ricevuto finanziamenti ingenti, tra le altre cose, per scuole e fognature e abbiamo chiuso il capitolo dell’edilizia scolastica in via definitiva.
Loro mi dicano, in qualità di minoranza, cosa hanno dato a Teggiano. Hanno solo scritto alla Procura o alla Corte dei Conti, con risultati pari a zero. E hanno diviso il paese. Per questo ho fatto appello all’unità. Abbiamo un appuntamento importante nei prossimi anni e c’è bisogno di tutti. Se Cimino vuole, sono disponibile ad un confronto pubblico con lui.
E sul fatto che ha definito la squadra non forte e fatto riferimento al rispolvero di alcuni soggetti?
La squadra è forte e competitiva. Una volta presentato il progetto, ho ricevuto diverse adesioni. Si tratta di persone che si sono candidate mettendoci anima e cuore. Forse questo problema l’ha avuto lui. Quando i figli hanno un atteggiamento sbagliato, a monte c’è una mancanza da parte del padre. Io amministro da tanti anni e anche io ho avuto dei problemi, nel tempo, all’interno della maggioranza, ma sono sempre riuscito a gestirli. Mentre la pagina negativa di Teggiano ha iniziato a scriverla lui. Chi ha portato per la prima volta il commissariamento a Teggiano, è stato lui.
E il vero fallimento è stato il loro, visto che non si è mai verificato che non si sia presentata una seconda lista.
Su cosa punterete principalmente nei prossimi 5 anni?
L’appuntamento da non fallire è quello con il recovery fund, con finanziamenti diretti ai Comuni. Dobbiamo dar vita a studi di fattibilità e ad una progettazione definita e sfruttare le intelligenze. Se i Comuni sono pronti, con gli opportuni piani, si possono concretizzare cose importanti. Punteremo molto sui Comitati civici e tra le altre cose, sul completamento dell’aviopista. Non serve parlare di grandi programmi elettorali se poi, per il bilancio comunale, la forza manca.
Cosa risponde a chi dice che Michele Di Candia, negli anni, è stato abile a farsi terra bruciata intorno, nell’ambito del suo gruppo?
In un’amministrazione comunale non esiste bruciare le persone. Le incomprensioni ci sono sempre. Quando c’è il cambio di guardia della leadership, il successore non lo decide il sindaco, ma il tavolo, a maggioranza. Non sono arrogante, né accentratore. Quando hai un gruppo, devi dar conto. Se alcuni consiglieri del passato non si sono più candidati, la scelta è stata loro.
Questa è la sua ultima candidatura a sindaco?
Si, è la mia ultima candidatura a sindaco. Finisce qui il mio percorso. Ho fatto il mio e ora devo creare le basi per far sì che si possa creare la continuità. Darò sempre una mano a chi è stato con me. Tutto quello che potrò fare, anche non da sindaco e da pensionato, lo farò.
E sarò sempre grato alla comunità teggianese che ha creduto in me e mi ha supportato.