I l 3 e 4 di ottobre del 2021 si torna al voto in molti comuni dell’area del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni (PNCVDA), ma dell’ente parco quasi nessuno parla! Eppure, non c’è comune che non è toccato direttamente o indirettamente dalle azioni che il l’ente che ha sede a palazzo Mainenti a Vallo della Lucania.
Questo fatto è un aspetto positivo e negativo il PNCVDA e per i comuni che si trovano nel suo perimetro? lo scopo di questo articolo tende a mettere in evidenza questi due aspetti…
Cominciamo ad analizzare le l’impatto che l’ente parco ha (o ha avuto) sui comuni nel suo ventennio e più di vita e vale la pena cominciare proprio dalla città di Vallo della Lucania che, dopo un prima fase in cui la sede del parco fu collocata a Futani, fu individuata come sede definitiva.
In quel tempo, ci fu poca discussione in merito ma alcune voci si levarono contro quella scelta in quanto il centro urbano di Vallo della Lucania, tenuto fuori dall’area protetta, era un’anomalia condivisa solo con il parco del Gran Paradiso che ha sede a Torino.
Tutti gli altri parchi hanno la loro sede nel cuore dell’area protetta con i comuni che avevano i territori interamente inclusi nelle zone più tutelate.
La politica fece altre scelte scaturite da valutazioni più legate alla rappresentanza che all’interesse primario di valorizzare il patrimonio ambientale. in quel tempo Vallo d.L. er già sede di Diocesi, dell’ASL SA 3, di diversi uffici governativi decentrati da Salerno, quasi tutte le scuole superiori, Polo fieristico, Consorzi enti … con il tempo alcune cose sono cambiate, ma l’ente è rimasto a rappresentare gli oltre 80 comuni che siedono nella Comunità del Parco, un’organo paragonabile ad un “parlamentino” dove le istanze territoriali possono e devono trovare la loro composizione. Per il comune di Vallo d.L. è sempre stato irrilevante farsi carico di assumere un ruolo di guida, almeno morale, di questo ente che ha gestito importanti risorse nell’arco temporale della sua esistenza in vita e realizzato in città il Centro per la Biodiversità e acquisito e ristrutturato Palazzo Mainenti.
Altro comune chiamato al voto è Teggiano! Intanto va segnalata l’anomalia che vede la città che, come Vallo d.L., aveva ambizione di essere la guida dell’unificazione dell’intero Vallo di Diano nella “Città Vallo” sia per la sua storia sia per il fatto che anch’essa è sede di Diocesi, quella di Teggiano – Policastro, che vede un solo candidato che si è presentato ai nastri di partenza. Anche in questo caso, i rapporti con l’ente parco, che pure ha aperto una sede secondaria proprio a Teggiano, sono ridotti ai minimi termini in quanto a interazioni con il direttivo e con lo stesso presidente che pure è di Sassano, comune del Vallo!
C’è poi, Castellabate, dove l’ente parco ha acquisito villa Matarazzo che ha ristrutturato e dove vi ha creato una sede secondaria a presidio dell’Area Marina protetta che prende il nome proprio dalla città marina. Nonostante una campagna elettorale molto accesa, l’ente non entra nel dibattito che anima il confronto politico.
La Stessa Pollica, anch’essa chiamata al voto, che conta tra le sua frazioni Pioppi dove Angel Keys studio la Dieta Mediterranea, lascia nelle “retrovie” le argomentazioni che, al contrario, dovrebbero essere messe ben in vista ed entrare nel dibattito politico.
Ma la considerazione più allarmante in merito al rapporto dei comuni con l’ente, che dovrebbe innalzarsi alto nel cielo cilentano, è il fatto che anche i piccoli comuni situati nelle aree interne non trovano argomenti utili per chiamare in causa l’ente.
Eppure i loro sindaci e amministratori sono alle prese con fenomeni di desertificazione demografica, di decadimento del patrimonio abitativo, di svuotamento delle attività commerciali, di trasferimento delle imprese a valle, della chiusura delle scuole primarie, di una preoccupante riduzione dei servizi di assistenza a domicilio alle persone anziane (che sempre più prendono la via dell’ospedalizzazione o del trasferimento in case di riposo) … In senso contrario, cioè dai sindaci all’ente che ha responsabilità poderose nei confronti delle loro comunità, cosa chiedono e come si rapportano con le tre strutture operative dell’ente PNCVDA? Nell’ultima consiliatura con a capo Tommaso Pellegrino (sindaco di Sassano), grazie alla nuova legge che ridefinita i componenti del direttivo degli anti-Parco, decretava la parità numerica tra la componente eletta dai sindaci (Comunità del Parco) e quella nominata dai ministeri competenti: 4 +4.
Inoltre, siccome uno dei ministeriali era anche sindaco di un comune cilentano (Natalino Barbato sindaco di Stio) ecco che i sindaci avevano ampia facoltà di deliberare in modo consapevole sulle problematiche indicate sopra. Senza parlare del fatto che con presidente e direttore (Romano Gregorio sindaco di Laurino), il governo dell’ente è stato per 5 anni completamente nelle mani di rappresentanti pienamente consapevoli di cosa manca al territorio.
Certamente, non è l’ente parco il soggetto istituzionale a doversi fare carico di amministrare un territorio grande come una regione ma “prigioniera di una provincia”. Ma la determinazione che, in più di un’occasione, amministratori e sindaci hanno dimostrato di avere a “parole” quando le redini del potere a palazzo Mainenti era in mano ad altri “Vincenzo La Valva, Giuseppe Tarallo, Domenico De Masi, Amilcare Troiano …) non è mai stata messa in campo negli ultimi 5 anni. Oggi siamo alla vigilia della nomina di un nuovo presidente.
Questo giornale ha pubblicato interviste a Cono De Lia (attuale vicepresidente del – l’ente) e Giuseppe Cilento (sindaco di S. Mauro Cilento) entrambi candidati alla carica di presidente. Altri nomi circolano con insistenza, come Emilio Bonomo, ex presidente di Legambiente della Campania. Siamo alla solita “litania” di buone intenzioni che attendono di essere tradotte infatti … Ma se non cambia l’approccio al modo in cui vanno affrontate le questioni che sono sul tavolo da oltre due decenni.
Fra 5 anni saremo ancora qui a raccontarci la storia su come è andata e non su come sarebbe dovuta andare per cambiare radicalmente l’andamento “lento” del tempo che, come tutti sanno, alla nostra latitudine non ha più voglia di aspettare perché, per molti comuni, siamo a fine corsa!