Già candidato nel 2011 per il comune di Vallo della Lucania, Antonio Bruno di professione avvocato, è parte attiva in politica nell’ambito del centrosinistra, prima nell’associazionismo, poi come militante nella sezione locale del PD e alla segreteria provinciale dal 2014 al 2016. In seguito, lascia il PD per parlare da indipendente alla comunità vallese. In vista delle prossime elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre è candidato nella lista civica “ripartiamo insieme” con Antonio Sansone Sindaco.
Partiamo dal suo impegno politico pluridecennale. Ha avuto esperienze dirette ed è già stato candidato per il comune di Vallo della Lucania. Qual è il motivo principale che ha spinto la sua volontà, nel concorrere nuovamente per un ruolo di rappresentante al consiglio cittadino?
Per me la politica è passione e seguo attivamente la vita amministrativa del mio Comune. L’ho fatto da dirigente provinciale del PD e da semplice cittadino quale sono ormai da tempo. Si parla spesso di chi è costretto ad andare via dai nostri Comuni per trovare un lavoro, io sono tornato a Vallo della Lucania pur non avendo uno studio legale di famiglia. Questa scelta è stata certamente influenzata dall’attaccamento al luogo in cui sono nato e cresciuto e dalla profonda convinzione che prima di voler “cambiare il mondo”, bisogna provare a fare bene dove si è scelto di vivere e lavorare. In democrazia l’anomalia non dovrebbe essere chi si occupa del territorio in cui vive e lavora, ma chi, per un motivo o per un altro, si disinteressa della propria comunità, salvo ricordarsene 30 giorni prima delle elezioni. Ho scelto di candidarmi, sollecitato dai miei amici, perché sento di poter dare un contributo alla comunità di Vallo della Lucania e a quella dell’intero comprensorio del Gelbison. La Politica per me è dare, non avere qualcosa in cambio. E poi, con Antonio Sansone Sindaco sono certo che si aprirà una nuova fase, necessaria per far crescere una nuova classe dirigente a Vallo della Lucania.
Trovo interessante una sua recente esternazione; “ho imparato che in politica non bisogna diventare schiavi delle proprie ambizioni, ma soprattutto bisogna saper analizzare il contesto. E l’analisi del contesto mostra una comunità che si sta avvitando sulle ambizioni personali.” Sembra il delineamento della condizione che, da qualche decennio, ha caratterizzato l’andazzo sociale e gestionale, determinandone di fatto, il fallimento attivo della partecipazione dei cittadini alla vita politica. Com’è possibile immaginare, oggi, un cambio di rotta?
Vallo della Lucania, come del resto molti altri comuni, risente della crisi dei corpi intermedi. Partiti ed associazioni sono, purtroppo, diventati simulacri di partecipazione. Siamo nel pieno di una crisi di sistema e di valori e per ridare linfa alla partecipazione dei cittadini alla vita pubblica abbiamo la necessità di essere di esempio. È la fiducia verso il prossimo che è venuta meno e la politica ormai è percepita come un’attività finalizzata al soddisfacimento degli interessi di chi la esercita. Su questi temi da anni si interrogano la filosofia politica e la sociologia, essendo la crisi dei corpi intermedi un problema dalle grandi ricadute sociali e culturali. Habermas qualche anno fa affermava che l’attuale crisi politica è figlia di un capitalismo totalizzante che livella la società e spinge la cultura verso il basso. Come cambiare rotta? Curando la comunità, ricucendo gli strappi, alimentando il confronto e utilizzando la cultura come strumento di governo. In questa ottica dobbiamo diventare europei: un amministratore deve dar conto dei risultati raggiunti.
Ha spesso denunciato pubblicamente lo stato di abbandono del centro espositivo di 40mila mq delle “Fiere di Vallo”. Anni fa era il fiore all’occhiello della cittadina, non solo per aspetti economici, ma anche come importante vetrina di opportunità e di crescita culturale. Immagino sia pronta una bozza progettuale di ripristino. Su cosa si scommette?
Ridare vita al centro espositivo di Vallo della Lucania è forse la sfida più impegnativa che la prossima amministrazione dovrà cogliere. Non vivendo la politica come conflitto, ma come confronto, per prima cosa verificheremo lo stato dell’arte, per capire se ci sono già progetti di riqualificazione prodotti dagli amministratori uscenti. Per questo motivo ho richiesto alla consigliera comunale uscente, arch. Anellina Chirico, di poter inserire nel “parco progetti” del nostro programma il suo lavoro sul Centro Espositivo Vallese. In ogni caso abbiamo in mente di realizzare una riqualificazione funzionale dell’area in questione, realizzando un Polo Multifunzionale per dare spazio alla green economy, alla ruralità e alla multimedialità. Per fare ciò sarà necessario coinvolgere il PNCVDA, la Regione Campania, il mondo universitario e i Ministeri competenti. E’ certamente un progetto ambizioso, ma per voltare pagina bisogna cogliere i cambiamenti che sono avvenuti nel mondo e le opportunità che ci vengono dal PNNR, discutendo anche con chi ha gestito la struttura, in modo da non disperdere il know how acquisito.
Per rilanciare il ruolo della centralità di Vallo della Lucania, comune di riferimento per molteplici e fondamentali risorse, dagli impieghi lavorativi, ai servizi pubblici, economici e sanitari, anche per le aree limitrofe. Che novità si propongono?
Preliminarmente dobbiamo cambiare atteggiamento nei confronti degli altri Comuni. Vallo della Lucania non è New York, ma è una cittadina di poco più 8000 abitanti che da sola non ha i numeri per ergersi a Comune capofila. Ma New York non lo sono nemmeno altri comuni del Cilento. Tuttavia, se è vero che i numeri non sono dalla nostra parte, è altrettanto vero che Vallo della Lucania può ritornare ad essere una guida per l’intero Cilento mettendo in campo un’azione politico – amministrativa di qualità. Essere guida non vuol dire “dominare”, ma saper stimolare una competizione positiva all’interno di un paradigma politico incentrato sul ruolo del Cilento. Per fare ciò è indispensabile un nuovo protagonismo territoriale, con una visione inclusiva e di medio – lungo termine. Non è la centralità di Vallo della Lucania il tema vero della discussione, ma è il ruolo del Cilento nell’ambito della Provincia di Salerno e della Regione Campania. Bisogna decidere se vogliamo diventare una periferia urbana o vogliamo ragionare in maniera unitaria, anche attraverso una progettazione comune. Parafrasando John Donne, la campana sta suonando non solo per Vallo della Lucania, ma per l’intero Cilento.
Che cosa contesta alla vecchia gestione comunale?
Innanzitutto ringrazio chi ha amministrato Vallo della Lucania, perché non è facile oggi amministrare un ente pubblico. A questa domanda potrei risponderle che basterebbe leggere il programma dell’altra lista per capire cosa non ha funzionato. Sono gli uscenti che ora si ricandidano a dire che Vallo della Lucania ha perso occasioni e risorse economiche, che ha un bilancio comunale da verificare e che i servizi sociali sono da riformare. In ogni caso alla vecchia gestione contesto l’arroccamento, un modo di fare poco inclusivo e spesso divisivo. Siamo una piccola comunità, bisogna saper coinvolgere anche chi la pensa diversamente. Quanto ai risultati di gestione, registriamo il fallimento del PUC, che ha determinato l’impossibilità – di fatto – di realizzare nuove costruzioni e per come è strutturato riduce al minimo la possibilità per il comune di mettere in atto serie politiche abitative. Probabilmente la fretta dettata dal voler incassare la cambiale elettorale nel 2016 ha offuscato la mente di chi aveva il dovere di rendersi conto che uno strumento urbanistico così congeniato non poteva funzionare. Gli argomenti sono tanti, dall’Ente Fiera abbandonato all’Auditorium/Teatro privo di gestione, dagli eventi culturali privi di originalità e impacchettati altrove, alla gestione del Piano sociale di Zona. Per non parlare del modo con cui l’amministrazione di Vallo della Lucania ha gestito la vicenda del fallimento della Yele S.p.A. Qualcuno dice, sbagliando, che per me è una questione personale. In realtà è una questione politica enorme di cui me ne sono occupato nel silenzio generale: abbiamo perso un asset fondamentale e molte persone hanno perso il lavoro senza essere pagate. Su questo tema è mancata una seria riflessione sulle responsabilità politiche.
Da dove e con cosa dovrebbe ripartire Vallo?
Dai dodici pilastri che abbiamo scritto nel programma della lista Ripartiamo Insieme con Antonio Sansone Sindaco!