Dando le spalle al mare alle spalle e il monte Bulgheria che si erge maestoso verso il terso cielo, usciamo dal centro abitato dove ho già partecipato più di una volta alla più antica delle gare podistiche del Cilento: La Corsalonga Sangiovannese che nel 2018 è giunta alla 36^ edizione.
Ci fermiamo a fotografare il golfo di Policastro e con Sapri a fare da catalizzatore nell’ampia ansa che disegna il mare. In lontananza, concentrandosi in direzione Sud, si possono notare le sagome delle Eolie.
La SP 562, dopo un’impennata verso il cielo, reso terso dal vento che risale verso il Bulgheria, si appiattisce puntando il valico situato tra il Bulgheria e il Pianoro di Ciolandrea.
Il tratto è all’ombra e la fatica di dover superare il dislivello dal livello del mare fino a quota di circa 1000m
Per poi “tuffarci” verso la costa del “mito” della ninfa Camerota.
Il passo è agile e sicuro. Salutiamo le poche persone che si incontrano, chiediamo informazioni ad un trattorista impegnato a dissodare un piccolo vigneto, accompagnati dal “ruggito” delle motoseghe impegnate nella potatura degli ulivi …
Quando il panorama del mare che l’altitudine schiaccia in fondo al “precipizio” che solo una montagna brulla e inondata del sole può rappresentare già ci sentiamo ripagati di aver risalito un dislivello impegnativo sia per la lunghezza sia la fatica.
Qui ha inizio la discesa che ci porterà alla “marina” di Camerota passando per Lentiscosa che già si intravede incastonata sulla pendice del monte dal quale apprestiamo a discendere.
Il panorama si modifica in base ai tornanti che siamo obbligati ad assecondare verso Nord sia verso sud.
A monte risuonano campanacci che rivelano il lento moto dei bovini che affondano le carnose labbra a scovare i primi fili d’erba.
L’ingresso del centro abitato è segnato da una piazzola panoramica dove Gina si ferma a un salotto con una signora del posto. Scatto qualche foto e mi soffermo a sottovalutare la linea della costa che nei prossimi giorni dovremo raggiungere in direzione Nord fino a Paestum.
Ripartiamo entrando nel sonnolento centro abitato imboccando una scalinatella che si intrufola quasi nelle case e che ci porta direttamene nel centro storico. Ci affacciamo nella chiesa parrocchiale, entriamo nel bar di fronte e chiedere informazioni sulla strada più breve per raggiungere la “Marina”.
Le indicazioni ci inducono ad inoltrarci in una stradina che, a prima sensazione pare ci porti fuori traiettoria, ma, al contrario, oltre ad essere panoramica punta dritto verso il promontorio della Masseta.
Scendiamo a “briglia” sciolte facendoci trascinare dalla forza di gravità e dalla voglia di riconquistare il litorale.
Vedo Marina di Camerota che si avvicina anche se la strada mi porta con la sua lunga ansa ancora verso Sud.
Giunti all’incrocio della stradina con il sentiero che porta alla Masseta, decidiamo che non è il caso di ritornarci. Voltiamo a destra e riprendendo discesa libera fino al mare infilandoci in un sentiero che ci porta dritti nella zona di mare adiacente al cimitero.
Da qui risaliamo la costa fino all’area del porto dove ci fermiamo per una visita al borgo marinaro e trovare un posto dove passare la serata e il meritato riposo.
Bartolo Scandizzo