A me e a Gina si è aggiunta Angela Di Matteo da Pavia. Dopo un rapido caffè al bar del Castello nella piazza di Morigerati, ci arrampichiamo per un sentiero poco battuto, appena fuori dal centro abitato, ma che ci evitata di ripercorrere la strada a ritroso fino all’incrocio di Casaletto Spartano.
Dopo circa 800 m ci siamo immessi su una stradina interpoderale che conduce al vecchio campo di calcio. Davanti alla struttura, una volta adibita a spogliatoi, una fila di tende preannunciano la presenza di ospiti. Sono giovani impegnati in un progetto che tende a valorizzare Morigerati.
La stradina ci guida verso il sentiero tracciato da tempo ma poco frequentato: box di legno e illuminazione a pannelli solari sono assediati da rovi. Scarpinando nel vallone che si riapre dopo pochi metri che si supera il torrente senza vita, si arriva sulla Sp 16 che arriva da Caselle ed è diretta a Casaletto Spartano. Il panorama si apre sul golfo di Policastro e, sullo sfondo, si erge maestoso il Cristo di Matera.
Incrociamo la vigna impiantata da Marco De Conciliis grazie ad un progetto ideato con il sindaco Cono De Lia.
Entriamo in Casaletto S. dal sentiero che si imbocca di fianco al cimitero. Il paese e chi lo abita sembra si sia ritirato per schivare gli agenti atmosferici.
In piazza riusciamo a farci confezionare tre panini, scambiare poche parole ma sufficienti per scoprire che il gestore, è uno che è ritornato per rifare e disfare nella terra dei padri.
Ancora un Km e arriviamo all’Oasi dei “Capelli di Venere” l’area verde attrezzata situata a cavallo del ponte sul fiume Bussentino. Il fresco ci ripaga della fatica. Ci si divide per gustare in “privato” il bello che solo la natura domata, in altri tempi, dal fare umano sa diventare. È qui che consumiamo il meritato spuntino fissando, di volta in volta, l’acqua, il verde, i bambini che “pescano” pietre di varie forme e se le mostrano orgogliosi. La Fontana Capello è un monumento al bere con la sua “cascata” d’acqua fresca e che sa farsi riconoscere al palato. Si riparte per Battaglia non senza aver dato ancora un colpo d’occhio ad un luogo che avrebbe meritato gli fosse dedicato più tempo.
Scegliamo di utilizzare il sentiero che costeggia il fiume Bussentino sul lato sinistro e ci porterà direttamente nel borgo che, evidentemente, prende il nome da un evento passato da questo luogo situato proprio in faccia al gemello più grande.
Risaliamo nel piccolo centro abitato, passiamo davanti alla chiesa e torniamo sulla Sp 16. Proprio in faccia al palazzo Gallotti.
Poca vita anche intorno al palazzo Gallotti che lo domina e, in buona parte, lo ingloba. Nel castello ci accolgono Roberto e Renata nipoti di una nonnina di 99 anni vissuti da “signora” d’altri tempi. Infatti, è dal 1200 circa che la sua famiglia occupa gli appartamenti del maniero.
Una visita veloce al suo interno con Renata e all’esterno con Roberto. Poi un caffè e la promessa di rivederci sul Cammino del Cilento.
Procediamo con il passo svelto dei primi Km per prendere le misure al paesaggio e stare attenti a possibili deviazioni che possono essere utili a deviare dalla strada provinciale. Una strada, per la verità, così poco trafficata che si ha proprio voglia di incontrare segni di vita che ti sorpassano e che vanno in senso opposto al alla direzione di marcia. Ma ecco Tortorella appisolata sul colle di fronte a noi.
All’ingresso del paese, intravedo, con tanto di cartello e data (1500) che la identifica, la “Croce di Santiago”. La sensazione di aver scoperto qualcosa di singolare e importante trova conferma quando, salito in cima a Tortorella per godermi il panorama, incontro Giuseppe, accompagnatore Fiev, che mi conferma l’originalità della “Croce”. Anzi mi ragguaglia sul fatto che anche a Battaglia e a Morigerati ci sono croci simili che sono parte di un percorso che da secoli è stato segnato e, probabilmente, “camminato” da pellegrini che provenivano o erano diretti a Gerusalemme.
Si accede al centro abitato per una stradina pedonale che evita a chi si sposta a piedi di percorrere la strada che corre lungo il crinale del rilievo sul quale si stende il paese.
La fatica della giornata sarà stemperata sotto una doccia calda e, a seguire, in un ristorantino del centro storico che domina la valle del già citato Bussentino.
Bartolo Scandizzo