La lunga discesa che da Petina porta, prima all’ex omonima stazione dismessa della Sicignano – Lagonegro (la ferrovia che accompagnò Carlo Levi nel suo viaggio verso il confino ad “Aliano”), e poi sulla SS 19 nei pressi della fontana fatta costruire da Ferdinando IV di Borbone.
A sinistra scorre il fiume Tanagro che si and a gettare nel fiume Sele, che segnava il confine tra gli Etruschi che confinano a Pontecagnano, ei Greci che si trovano a Paestum e Velia.
Si scende fino al ponte che collega le due sponde nel comune di Auletta situato in alto a dominare la valle, per poi risalire verso Pertosa dove è situato l’ingresso della Grotte dell’Angelo con annesso “Museo della Terra”.
Sul piazzale antistante l’ingresso delle Grotte, è bello sostare a riprendere fiato prima di cedere alla voglia di entrare nelle viscere della terra facendosi accompagnare, nel primo tratto, dal novello “Caronte” su una barca che segue il corso del fiume sottorrenaneo.
Davanti a noi e sotto i nostri occhi vediamo già SP 35 che sprofonda fino alla SS 19 nei pressi della stazione di Petina situata sulla, ormai in disuso, ferrovia, Eboli– Sicignano– Lagonegro.
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Lungo la strada gli operai della Comunità Montana Alburni lavorare per ripulire le cunette al fine di consentire un deflusso ordinato delle acque che scendono dal monte. Giunti a valle, un tratto pianeggiante ci porta all’incrocio della SS 19 delle Calabrie che proviene da Eboli passando davanti alla vecchia stazione e costeggiando La strada ferrata che, in alcuni tratti e in prossimità delle piccole gallerie, si intravede tra la vegetazione che la sovrasta. Subito dopo esserci rimessi sulla SS 19, sulla destra, sostiamo a bere alla fontana fatta costruire da Ferdinando I di Borbone per dare ristoro ai viandanti che alla fine del XVIII secolo, nel 1780, già percorrevano la strada per raggiungere le Calabrie. Infatti, questo era il tracciato della strada che collegava Napoli alla Calabria evitando la terra del “tristi”, come era chiamato il Cilento,
La SS 19 è interrotta prima di Auletta a causa di una frana che ha fatto sprofondare la strada nel fiume Tanagro. Per cui siamo costretti a fare un viaggio lungo i campi per superarla.
In cambio, finalmente, il sole riscalda un po’ il nostro andare lungo la fondo valle che collega il bivio di Auletta alle Grotte dell’Angelo
Il “mormorio” del Tanagro che ci accompagna ci dà animo perché vuol dire che siamo prossimi all’incrocio situazione dopo il ponte sul Tanagro che ci permette di passare sulla sponda destra del fiume che concluderà la sua corsa come affluente del Sele.
Ancora qualche tratto in salita alternato da discese rigeneranti, poi s’intravede il cartello di Pertosa e poi ancora un altro con le indicazioni del MIDA 1 e 2. Infine eccoci alla svolta che porta all’ingresso delle grotte.
Sul piazzale ci fermiamo a sorseggiare dalla fontana l’acqua gelata per recuperare un po’ di liquidi, facciamo la foto di rito.
Bartolo Scandizzo