Esiste una necessità che sembra dover determinare gli eventi e che appare esterna e superiore alla nostra volontà. Beffa di un destino ineluttabile che, come un deus ex machina, interviene all’improvviso e quasi malignamente, a sovvertire l’ordine delle cose, sconvolgendo la nostra realtà. Fatalità che non richiedono altro processo che una remissiva accettazione, un’intima comprensione di quanto appare come assurdità, insensatezza, dolore sordo e cieco. La morte della piccola Margarita, caduta in mare dalla scarpata, mentre percorreva con la sua famiglia il sentiero dei Fortini sul promontorio di Capo Palinuro, ha i caratteri di questa necessità. È probabile che nel cuore di una madre e di un padre questo serva solo a sedare la rabbia, a mettere a tacere, almeno in parte, il senso di colpa, a compiere il miracolo della vita, che chiede sempre e comunque di continuare. Ma Margarita non c’è più, e la sua scomparsa, a soli 5 anni, avvenuta probabilmente per annegamento in uno degli scenari più suggestivi del nostro Cilento, trasforma nuovamente la natura in una leopardiana matrigna, tanto bella quanto terribile.
La tragedia ha ricordato a tutti la triste vicenda di un altro ragazzino, il quindicenne napoletano Carlo Fulvio Velardi, che nel luglio 2011 morì precipitando da una scogliera a Punta Licosa. Allora la responsabilità fu addotta al cedimento di una staccionata, si avviò un processo, ci fu una sentenza di condanna penale di primo grado, un appello, e un nulla di fatto sul versante del processo civile. Oggi la procura di Vallo della Lucania notifica ai genitori di Margarita l’iscrizione nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio colposo. Si erano avventurati lungo il sentiero, non particolarmente difficile, senza guida e con cinque bambini al seguito, tutti di età inferiore ai sei anni, ma in discussione c’è anche la sicurezza del percorso, sottoposto quindi a sigillo e verifica. Eppure il Cilento è, per i genitori della piccola Margarita, una terra amata, conosciuta, un luogo alfine eletto ad accogliere gli amabili resti della bambina, le cui ceneri sono state sparse, a seguito di una cerimonia, da un punto del Monte Stella che guarda proprio a Palinuro sotto l’occhio di un dio che osserva, mentre Margarita danza.
SCHEDA TECNICA
La legge regionale 9 ottobre 2006, n.20 in materia di “Regolamentazione per la cremazione dei defunti e di loro resti, affidamento, conservazione e dispersione delle ceneri derivanti dalla cremazione” dispone che la cremazione dei defunti e dei loro resti, l’affidamento, la conservazione e la dispersione delle ceneri derivanti dalla cremazione dei defunti venga eseguita nell’ambito delle norme di cui alla legge 30 marzo 2001 n. 130.
Tale legge ha il fine di salvaguardare la dignità di ogni persona, la sua libertà di scelta, le sue convinzioni religiose e culturali, il suo diritto ad una corretta e adeguata informazione.
Dove disperdere le ceneri
La Regione Campania autorizza alla dispersione delle ceneri in natura dove consentito dal regolamento solo su autorizzazione scritta da parte di un familiare, da presentare presso gli uffici competenti di polizia mortuaria. Alla richiesta viene allegata l’intera documentazione da presentare alla struttura di cremazione per affidare le ceneri ad un parente ai fini della dispersione.
L’ autorizzazione rilasciata ai familiari prevede la dispersione delle ceneri in natura esclusivamente in mare o nei corsi d’acqua come fiumi o laghi, la dispersione delle ceneri in montagna, in collina oppure in un luogo a voi caro non è possibile, tranne previa richiesta delle autorizzazioni all’ente privato o pubblico oppure agli uffici comunali competenti.
Urna biodegradabile
Per la dispersione in natura è consigliato richiedere un urna biodegradabile, questa una volta entrata in contatto con l’acqua in pochi minuti si scioglie rilasciando le ceneri della persona defunta, nel caso si scelga di utilizzare un urna classica è importante sapere che non è possibile gettarla in mare, ma bisogna aprire sia l’urna che la busta interna e poi disperdere le ceneri.
Rispettare le volontà
Spesso i nostri cari o persone amiche esprimono verbalmente le proprie volontà, ovvero di preferire che il loro corpo venga cremato per poi disperdere le ceneri in natura, i familiari possono richiedere la cremazione sottoscrivendo e riportando le volontà della persona deceduta e occupandosi della dispersione nel periodo successivo alla cremazione.
Quando disperdere le ceneri
Dopo aver effettuato la cremazione potrai custodire l’urna con le ceneri e la documentazione rilasciata dall’impianto crematorio presso la tua residenza, capita spesso che non si è pronti a disperdere subito le ceneri, puoi farlo successivamente ma conservando sempre i documenti allegati.
Francesca Schiavo Rappo