Con la bandierina del Reddito di cittadinanza il Movimento 5 Stelle ha messo in cascina tanti voti, soprattutto al Sud, ma ora è l’Italia che paga le tasse a subire le conseguenze di scelte politiche vocate a un vecchio modo di fare politica con l’assistenzialismo che sembrava appartenere a un tempo passato e che invece è tornato prepotentemente di moda.
Andando su www.redditodicittadinanza.gov.it/ si legge che oggi in Italia se sei momentaneamente in difficoltà, il Reddito di cittadinanza ti aiuta a formarti e a trovare lavoro permettendoti così di integrare il reddito della tua famiglia. Una legge di civiltà, direbbero tutti. Peccato che, stando tutti i giorni a contatto diretto con imprenditori e professionisti che cercano (spesso invano) personale da inserire nel loro organico, la lamentela più comune che mi pongono è che il Reddito di cittadinanza ci sta rovinando. Ci sta rovinando per vari motivi: primo, la gente non ha interesse a lavorare se c’è qualcuno che i soldi per mangiare e per campare glieli fa arrivare comunque; secondo, i soldi per finanziare il sussidio lo Stato li prende da chi produce, lavora e paga le tasse in Italia; terzo, c’è chi lavora pure in nero pur di continuare ad incassare il sussidio, per cui lo Stato le tasse non le percepisce comunque da questi soggetti. Oltre il danno la beffa.
Il Reddito di cittadinanza dovrebbe avere, inoltre, l’obiettivo di migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, aumentare l’occupazione e contrastare la povertà e le disuguaglianze. Obiettivo mai raggiunto.
Sapete quanti percettori di Reddito di cittadinanza abbiamo nei nostri piccoli comuni? Nel mio, Auletta, che ha una popolazione di 2.304 abitanti secondo l’ultima rilevazione ufficiale (Fonte: ISTAT), mi dicono che ci sono ben 61 percettori di Reddito di cittadinanza. Io sinceramente me ne aspettavo una decina, al massimo venti esagerando. E voi sapete quanti ce ne sono nei vostri piccoli comuni? Li conoscete? Sapete in quali condizioni versano veramente? Sapete se percepiscono il sussidio e se contemporaneamente lavorano in nero? E, soprattutto, sapete quali requisiti si devono avere per averne diritto?
Forse sono troppe domande tutte insieme, ma proviamo a fare chiarezza in qualche modo. La legge dice che per percepire il Reddito di cittadinanza bisogna avere i seguenti requisiti:
1) essere cittadino italiano o europeo o lungo soggiornante e risiedere in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 in via continuativa;
2) avere un ISEE (Indicatore di Situazione Economica Equivalente) aggiornato inferiore a 9.360 euro annui;
3) possedere un patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa di abitazione, non superiore a 30.000 euro;
4) avere un patrimonio finanziario non superiore a 6.000 euro che può essere incrementato in funzione del numero dei componenti del nucleo familiare e delle eventuali disabilità presenti nello stesso;
5) avere un reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui moltiplicato per la scala di equivalenza. La soglia del reddito è elevata a 9.360 euro nei casi in cui il nucleo familiare risieda in una abitazione in affitto.
Se si è in possesso dei cinque requisiti suindicati, per ottenere il Reddito di cittadinanza e trovare lavoro, si può procedere con la presentazione della domanda, il ritiro della Carta e la sottoscrizione dei Patti. Infine, per compilare la domanda servono ISEE e SPID.
Sicuramente anche il vostro comune avrà approvato Progetti di pubblica utilità per chi percepisce il reddito di cittadinanza. Che poi, io mi chiedo… Utilità veramente per chi? Vi hanno informato? Vi siete informati?
Provate a chiedere nel vostro piccolo comune chi sono i percettori di Reddito di cittadinanza e segnatevi le risposte che vi daranno. Chiedetevi pure chi ha fatto le domande a queste persone ed in tutto questo chiedetevi anche la politica che ruolo riveste. La politica c’entra sempre. Gira e rigira, torniamo sempre su quel versante, esce dalla porta e rientra dalla finestra il “clientelismo”.
Alla fine della fiera facciamo un po’ di conti e scopriamo un po’ di danni. Danni per le aziende che non trovano lavoratori, danni per i giovani che non vengono invogliati alla cultura del lavoro, danni irreversibili per il Sud e per l’Italia intera. Danni che stiamo già pagando da anni.
Massimiliano De Paola