Il Covid19 ha certamente rivoluzionato il mondo e con esso il modo di pensare, di immaginare e programmare il futuro. Oggi si vede la luce della ripartenza e si comincia a ripensare al post. Covid con molti settori vitali del nostro Paese: turismo, impresa, commercio, sanità che si mettono in discussione e vedono nella formazione e nelle competenze la chiave di un possibile sperato rilancio. La scuola rimane, a torno o a ragione, il punto di partenza per ri-costruire il futuro e spesso il passato può tornarci utile per una chiave di lettura “differente” e “nuova”. Non tutti sanno, sicuramente le nuove generazioni lo ignorano, che la provincia di Salerno, ha dato i natali, a un grande Liberale che ha dedicato gran parte della sua vita alla Scuola, sia professionalmente, essendo stato uno dei più giovani Provveditori d’Italia, a soli 29 anni, sia politicamente in importanti ruoli ministeriali e parlamentari. Fu docente universitario, più volte senatore della repubblica e Ministro della Pubblica Istruzione dal 1979 al 1980, rettore dell’Università degli Stranieri di Perugia. Parliamo di un grande Liberale. Attento al problema dell’analfabetismo meridionale e anticipatore di una scuola libera e plurale che riuscisse ad interpretare i cambiamenti del nostro tempo. Parliamo di Salvatore Valitutti, nato a Bellosguardo, in provincia di Salerno, il 1907, poi trasferitosi a Roma per proseguire gli studi universitari, si laurea in scienze politiche e diventa ben presto docente universitario di Dottrine politiche, di formazione giuridica e filosofica, un profondo umanista, fu esponente di spicco del Partito Liberale Italiano, ne fu anche presidente negli ultimi anni di vita. Molti lo ricordano come l’ultimo crociano ma fu anche vicino alle posizioni di Luigi Einaudi, critico verso la Scuola statale e contro il valore legale del titolo di studio che considerava un autentico “veleno” per il sistema scolastico italiano. “Scuola e libertà” del 1973 rimane l’opera dell’On. Valitutti che forse più delle altre concentra la sua attenzione su un nuovo modello di Scuola. L’ opera fu scritta agli inizi degli anni ‘70, precisamente durante il passaggio dalla scuola di Giovanni Gentile alla scuola di massa, e richiama ad una forte attenzione da parte dei politici dell’epoca sul passaggio dalla scuola di stato alla scuola libera che secondo Valitutti sarebbe dovuto diventare il passaggio obbligatorio per evitare una deriva e una crisi della cultura italiana. Qualora il problema non fosse stato affrontato – ammoniva Valitutti – la scuola sarebbe entrata in una forte crisi e si sarebbe piano piano sganciata dal controllo ministeriale senza nessuna organizzazione e visione. Un’opera “Scuola e Libertà” che a distanza di anni potremmo definire profetica. L’onorevole Valitutti ritorna attuale oggi, per ripensare a una scuola libera e plurale che possa adattarsi al tempo che viviamo. Oggi assistiamo ad una offerta formativa dove sempre più la scuola in presenza e la DaD, didattica a distanza, si intrecciano in percorsi educativi nuovi e diversificati. La tradizione e l’innovazione si aiutano a vicenda senza una netta divaricazione o contrasto. IL Covid ci ha fatto riapprezzare l’ambiente e la natura come fattori principali di un nuovo protagonismo della libertà educativa su basi che affondano radici antiche nel pensiero liberale di quella Scuola di cui Salvatore Valitutti fu strenuo difensore e promotore. La scuola libera per avvicinare i giovani alla cultura. Scuola e Territori, borghi antichi e rivoluzione digitale sono probabilmente i punti su cui ripartire e su cui ricostruire la scuola del Post- Covid. Il pensiero di Valitutti è la sintesi perfetta tra Croce ed Einaudi e ci suggerisce che la cultura non può essere fondata sulle istituzioni, altrimenti si genera conformismo, dittatura e una scuola esamificio che forma professionisti culturalmente scadenti ed incapaci di affrontare i cambiamenti ma invece, secondo l’impostazione liberale, devono essere le istituzioni che vanno viceversa fondate sulla cultura. Un cambio di prospettiva necessario che avvertiva fortemente nei suoi studi l’on. Salvatore Valitutti, fino ai suoi ultimi anni di vita -ricordiamo che morì nel 1992- fu voce critica di un riformismo che anticipasse i tempi e non li subisse inesorabilmente. Cultura libera per alimentare il valore più importante di tutti che secondo Valitutti e i fautori del pensiero liberale non può non essere che La Libertà che vista in chiave scolastica e pedagogica, è e deve essere, libertà educativa e di scelta.
Enrico Marotta