“Resta questo cuore che brucia come una cattedrale in rovina, questa tristezza davanti al quotidiano…”
Ancora una volta sono le parole di un grande poeta che esprimono meglio di chiunque altro il mio essere ferito! Dopo il degrado di ieri, oggi regna uno strano omertoso silenzio… Facile dire che un ragazzo di vent’anni è irresponsabile, che a quell’età ci si sente immortali, si declina ogni responsabilità, anche quando un evento come quello di ieri, si preannuncia come la cronaca di una morte annunciata! E così i censori della cultura si danno alla macchia, magari festeggiano goliardicamente anche loro!
Già, perché si chiudono i luoghi più sicuri, si uccide l’arte, si parla con estrema superficialità di beni essenziali, e poi si “festeggia” la Salernitana, per poi assistere impavidamente alla morte di un ragazzo, continuando a sparare botti, senza limite d’orario!
Da più di un anno vivo come separato dal mondo, le cose in cui credo non sono qui, sono utopie, come spettri! E rappresentano le uniche verità che ci sono state tolte, le stesse delle quali ho dipinto la mia vita! Tutto ciò che porta soldi non è pericoloso agli occhi di un governo corrotto certo! Ma pericolosa è la cultura, pericoloso è pensare… Questo perché in ogni espressione d’arte viaggia una mina vagante, come Pasolini ci ha insegnato! Questa è la società che “abbiamo” creato, e triste è constatare che neanche un anno difficile come quello appena vissuto, ci abbia insegnato qualcosa!
Si salva chi vive in ascolto, chi fugge le masse e coltiva nonostante tutto se stesso, l’amore per il bello, l’arte, in un mondo marcio che ha ucciso i sogni!”
Marco Vecchio