Scendere da Lentiscosa verso la “marina” di Camerota è proprio un bel vedere! È un lento avanzare verso l’infinito che, gradualmente, si accosta al centro abitato che si stende dal porto fino alla collina interamente urbanizzata conformandosi all’ampia calata che scende dal monte che lo sovrasta. Il declivio che accompagna l’andare del viaggiatore, ampiamente “abusato” da costruzioni riattate alla voglia dei proprietari di vivere affacciati su un panorama decantato fin tempi immemori.
Sulla sinistra, si inoltrano molte stradine che conducono dove non tutti possono osare di avventurarsi: escursionisti che hanno voglia di conquistarsi l’opportunità di entrare nell’intima essenza di questa località che è stata completamente messa al riparo da ogni illegittimo insediamento umano e preservata anche nel lato del mare essendo stata dichiarata “Area Marina protetta Infreschi e della Masseta”. Si tratta del tratto di costa che partendo dalla Torre Zancale arriva fino a ridosso di Scario, nel comune di San Giovanni a Piro.
Utilizzando il sentiero che scende direttamente nell’area del cimitero si coglie l’opportunità di arrivare sulla spiaggia dove ci si può fermare per assaporare il piacere di immergersi nelle acque del mito per poi proseguire per giungere nell’area portuale che è un tutt’uno con la bella balconata che si affaccia sul mare protetto dai bastioni portuali.
Ristoranti, bar, gelaterie, pizzerie ed altri esercizi commerciali disseminati sul Lungomare Trieste che vivono di turismo sono in attesa che il Covid 19 rallenti la sua potenza contagiosa e lasci spazio alle voglia di tutti loro di farsi parte attiva per accogliere al meglio quanti, affrancati dal pericolo contagio perché immunizzati dall’aver contratto la malattia o per aver ricevuto il vaccino.
Lo stesso accade sulla costa costellata da camping che parte dal porto e arriva alla Spiaggia Calanca e prosegue fino a quella di Capo Grosso e che hanno fatto, nella seconda metà del secolo scorso, la storia turistica del basso Cilento insieme a Palinuro che è il contraltare confinante risalendo la Costa verso Nord.
La bella, lunga e ininterrotta lingua di sabbia che la natura ha voluto regalare alla nostra terra si stende dall’uscita della galleria in prossimità della Cala D’Arconte, passa per la Spiaggia del Troncone e, senza soluzione di continuità dal tratto di competenza di Camerota a quella situata nel comune di Centola Palinuro, che finisce presso l’Arco Naturale dove la costa s’innalza di nuovo verso il cielo a disegnare il promontorio di Capo Palinuro. In questo tratto ci sono numerose grotte la più famosa è quella del “Ciclope” un tempo adattata a mitica e indimenticabile discoteca.
È in questo tratto che gli amanti del mare possono trovare spazio libero e servizi rispettosi della costa che il “mito” ha voluto decantare. Infatti, pur in presenza di decine di stabilimenti balneari, la natura è rispettata in quanto le strutture vengono regolarmente vengono montate con l’arrivo del periodo estivo e rimosse entro il mese di ottobre successivo. Inoltre, una larga fascia di spiaggia che si interpone tra la strada statale è interdetta al “calpestio” per preservare la flora spontanea. Per questo sono stati predisposti dei corridoi di ingresso e uscita dagli spazi balneabile con delle passerelle di legno rialzate dal suolo.
Un segnale forte, questo, che l’ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, ha voluto dare a residenti e turisti per far prendere coscienza del fatto che la fruizione del bello può essere fatta senza necessariamente distruggere il bene che da millenni la natura ha “costruito” e ci ha consegnato.
È stata proprio questa scelta che ha reso Marina di Camerota e Palinuro, le due perle del Cilento, molto attrattive e alla “moda” attirando migliaia di giovani provenienti dall’Italia e dall’estero. L’attenzione a preservare questo tratto di spiaggia ha fatto dimenticare i tanti, forse troppi, abusi che anche in questa terra ritenuta sacra dagli antichi perché resa eterna dalla descrizione e decantazione della costa sia nell’Odissea di Omero sia nell’Eneide di Virgilio.
Cave di Camerota – Area Geoarcheologica (Geosito Grotte Costiere di Camerota)
I siti preistorici della Costa di Camerota sono un’importante testimonianza sia della densità delle zone abitate che dell’ampio arco cronologico che esse coprono (500.000 anni fa fino all’inizio della storia). Le tracce più antiche della presenza degli uomini sono riscontrabili dagli utensili di pietra databili intorno al mezzo milione di anni fa. Un po’ più recenti, ma comunque risalenti al Paleolitico inferiore, sono i reperti di Cala d’Arconte e Capo Grosso che includono degli splendidi Bifacciali, utensili di pietra. Di notevole importanza è il resto fossile di un uomo di Neanderthal ritrovato nel Riparo del Poggio, nel luogo chiamato Lentiscelle. L’avvento del Paleolitico superiore (tra i 25.000 ed i 10.000 anni fa) e dell’Homo Sapiens sono documentati nella Grotta della Cala in cui, in una successione stratigrafica regolare, sono anche riscontrabili il periodo “Aurignaziano” (30.000 anni fa), il periodo “Gravettiano” (27.000 anni fa) e il periodo “Epigravettiano” (dai 16.000 ai 10.000 anni fa). La successione stratigrafica trova estensione e completamento nella vicina Grotta della Serratura, dove i livelli dell’Epigravettiano del Mesolitico (8.000-9.000 anni fa) e del Neolitico (6.000 anni fa fino al presente) si sovrappongono. Il periodo più recente del Cilento preistorico è rappresentato dai livelli dell’età del Bronzo (3.700 anni fa circa), presenti in più siti, ma specialmente nella Grotta del Noglio.
Bartolo Scandizzo