Ogni giorno affidiamo la nostra vita a qualcosa o qualcuno. Alla baby sitter i figli. Al nostro medico curante la salute; quelle grandi/ piccole patologie che non passano mai. Al meccanico la nostra auto che sia sempre affidabile, al nostro negozio di alimentari i piaceri della tavola, pretendendo da questi prodotti freschi e genuini. Gli esempi potrebbero sfiorare l’infinito. Allora perché non ci fidiamo dei vaccini? Mentre penso a tutto questo arrivo all’Ospedale Civile di Agropoli. Oggi è il mio turno per il vaccino. Mi siedo. Guardo un po’ timoroso le persone che stanno vicino. Li scruto, cerco di capire se son già passati per la puntura, oppure no. Poi mi accorgo che tutto è organizzato. Una signora, dall’aspetto gentile, mi invita a consegnarle la mia tessera sanitaria. Torna dopo due minuti dicendomi: “Compili qui! Ha bisogno della penna? No grazie.”. Ho appena finito di leggere il libro di Alberto Mantovani: “I Vaccini fanno bene”. Mentre compilo i fogli che mi sono stati dati, mi tornano in mente passi del libro, soprattutto la presentazione: “Siamo disarmati di fronte a questa nuova minaccia: non sappiamo ancora come il virus interagisca con il sistema immunitario, abbiamo pochi strumenti farmacologici per combatterlo…. accade sempre …così ci ricordiamo dell’importanza di un vaccino”. Sono tra i “fortunati”, a cui è stato concesso per patologie pregresse, quella di poter scegliere di fare il Pfizer a scapito dell’Astrazeneca. Per curiosità tipica di chi fa il giornalista , chiedo subito la differenza alla Dottoressa Cinzia Granito Responsabile Medico dell’Asl SA 3: “Sono due vaccini che mirano allo stesso risultato. Solo che la cattiva comunicazione su AstraZeneca, sta creando molti disagi. Voglio che tutti sappiano che AstraZeneca è un vaccino: sicuro, efficace, gestibile e meno costoso degli altri”. Le morti sospette, i continui cambi di indicazione da parte del Governo e dell’Agenzia italiana del farmaco non hanno fatto altro che diffondere sfiducia e preoccupazione, un po’ ovunque, nei riguardi di un vaccino che all’inizio andava bene per gli under 55, poi poteva essere somministrato anche agli under 65. Dopo ancora a tutti, fino ad arrivare alla sospensione cautelativa per tre giorni, a un nuovo via libera per tutti, fino alla decisione di ieri: “Solo per gli over 60”. Esattamente il contrario di ciò che era stato detto all’inizio. Così tutto si spiega. In Sicilia le rinunce alla somministrazione del vaccino AstraZeneca sfiorano punte del 70%, in Lombardia aprono le prenotazioni ai 70enni perché l’adesione della fascia tra i 75 e i 79enni, dopo un inizio molto promettente, è inferiore al previsto. La causa è AstraZeneca, in Puglia si ipotizza un calo del 40%, in Piemonte cala di circa il 20% il numero dei vaccinati. Così non si va da nessuna parte. Fidiamoci dei vaccini. Così come ogni giorno affidiamo le nostre vite a qualcosa o qualcuno a noi sconosciuto. Dopo la potabilizzazione dell’acqua, che non è stato un intervento di carattere medico, possiamo affermare con certezza che il vaccino è stato lo strumento medico che ha salvato il maggior numero di vite umane. Le vaccinazioni hanno salvato centinaia di milioni di vite, al punto che, a tutt’oggi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità calcola che ammontano a 2-3 milioni le vite di bambini che vengono salvate ogni anno, per il solo fatto di prevenire queste quattro malattie: difterite, pertosse, morbillo, tetano. Si stima che se non avessimo sconfitto il vaiolo con la vaccinazione, ogni anno morirebbero 5 milioni di persone tra bambini e adulti. Fidiamoci della scienza. Non degli astri.
Roberto Scola