Dalla Sicilia al Trentino, l’Italia vanta ben 30 Festival (tra i più noti) di letteratura per bambini e ragazzi. In Campania, dove dati Eurostat (2018) segnalano la presenza, insieme al Trentino, del più alto numero di minori rispetto alla media italiana, fin’ora, è stata l’Associazione Obiettivo Terzo Millennio, in partenariato con la Fondazione Cimitile e il Comune di Nola, a guidare “l’operazione cultura under 18” con “Campania Felix. Festival della letteratura per ragazzi e giovani”, giunto nel 2020 alla sua IV edizione.
Grazie a Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum, anche il Cilento ha deciso di raccogliere il guanto di sfida, con l’iniziativa “Cilento Festival Letteratura”, un festival, appunto, dedicato ai ragazzi, la cui prima edizione è prevista per la primavera 2022.
All’origine del progetto, la sinergia di quattro comuni già titolari della qualifica Città che legge 2020/2021: Capaccio Paestum (Comune capofila), Agropoli, San Giovanni a Piro e Castelnuovo Cilento, e la felice collaborazione del Premio Strega ragazzi e ragazze, del Giffoni Film Festival e del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Programmato su una tre giorni di appuntamenti, che saranno dislocati tra i palazzi storici, le piazze, le biblioteche, i parchi dei comuni organizzatori, il Festival segue un articolato disegno fatto di stand espositivi, laboratori di lettura e scrittura creativa strutturati in modo da garantire il pieno coinvolgimento di tutti gli utenti, anche coloro con disabilità come BES o DSA e utenti stranieri, e una serie di eventi laterali, come visite guidate, laboratori ludici, spettacoli per ragazzi e concerti.
“L’obiettivo” – spiega Alfieri – “è contribuire a valorizzare la cultura legata alla lettura.” Una mission ambiziosa per un paese che notoriamente non legge, ma che deve avere fiducia nei propri giovani. La letteratura per ragazzi, molto amata anche dagli adulti, è, infatti, il principale veicolo di valori universali che strizzano l’occhio e muovono domande anche nelle coscienze più formate. Quello sguardo bambino che rappresenta un punto di vista del tutto privo di preconcetti e schemi precostituiti sulle grandi questioni della vita, è la porta per accedere al segreto di una comune umanità, a dispetto delle macro categorie socioculturali e delle latitudini. Un vero e proprio cortocircuito dei significati ai quali, di solito, comodamente ci affidiamo per non sottoporci alla fatica di considerare un punto di vista altro.
Il lettore bambino/ragazzo è un essere umano in divenire, che scandaglia, si chiede, osserva, senza porre limiti alle possibilità. Il processo di narrazione si configura, così, come un vero e proprio percorso di formazione, che può, in molti casi, essere determinante nella definizione dell’identità del ragazzo lettore. Dare spazio, nella cultura di un territorio, a queste voci “nuove” e ai quesiti che ne deriveranno, vuol dire fare largo anche a nuove “visioni” del territorio stesso, affidandone parte dell’evoluzione a chi è destinato ad abitarlo anche dopo di noi.
E tutti ci auguriamo che sia un popolo brulicante di lettori.
Francesca Schiavo Rappo