Marco Cascone, la voce
Prima di conoscere Marco Cascone, ho incontrato la sua voce fin dalla mia prima gara ad Agropoli alla partenza della mezza maratona che si corre ogni anno partendo dalla “Perla del Cilento” a Paestum e ritorno.
Poi ho continuato a sentirla dai palchi allestiti ad arrivi e partenze delle gare del circuito Cilento di Corsa.
Già prima di arrivare nei luoghi di ritrovo per espletare le formalità del pre – gara, era la sua voce che conduceva per mano podisti e accompagnatori nelle tappe di avvicinamento al momento della partenza.
Lo spicker ufficiale era un ruolo che interpretava in un modo che ha fatto scuola e che non prescindeva mai dal fatto di essere stato un atleta di valore a livello nazionale.
Conosceva a fondo lo spirito che anima centinaia di atleti, podisti o solo principianti alle prime prestazioni.
Conduceva con efficienza la fase che prevedeva la partenza che puntualmente avveniva rispettando i tempi.
Marco era anche allenatore di un gruppo di atleti che seguiva con scrupolosa e professionale attenzione e non perdeva occasione per “vantarne” le potenzialità.
Il mondo del podismo che si dibatte alle nostre latitudini gli deve molto perché, pur essendo un personaggio che dava del “tu” al mondo dell’atletica che conta, chiamava per nome ogni atleta che arrivava sul traguardo di una gara e ne ricordava la storia di una vita sportiva amatoriale che fa stare bene.
Per chi come me, che la classifica comincia a leggerla dalla fine e che arriva nei pressi del traguardo in solitudine, sentire la sua voce che segnalava agli astanti l’ arrivo delle seconde e terze linee faceva risalire l’adrenalina che attivava risorse impensabile fino a quel momento. Con l’avvicinarsi, passo dopo passo, all’arco posto sulla linea del traguardo si assaporava già l’uscita dall’ultima curva che immetteva sul tratto finale. Era in quel momento che, oltre a sentire la voce di Marco Cascone, si vedeva anche la sua figura che si agitava intanto che incoraggiava quasi a voler lanciare un qualcosa per attirare a sé ed aiutare a completare l’impresa sportiva.
Saremo in tanti a ricordarlo con il microfono in mano attraverso il quale veicolava la sua passione per lo sport e per il mondo che lo vive con impegno.
La sua morte lascia senza parole ma dentro ad ognuno degli atleti che lo hanno conosciuto e apprezzato lascia ricordi indelebili che c’è lo faranno intravedere al di lá di quell’arco che copre il traguardo che tante volte ha aiutato a oltrepassare.
Alla moglie Adriana, e ali figli un grande e commosso abbraccio dalla famiglia sportiva con la quale hanno condiviso momenti esaltanti di via vissuta in serena allegria.