Pasquale Marino, un uomo che ha vissuto la sua esistenza umana e politica nel secondo dopoguerra. Lo ha fatto nel comune di Capaccio che nella stessa era ha fatto passi da gigante verso la modernità fino ad arrivare nel terzo millennio completamente trasfigurata sia sotto l’aspetto economico sia fisico.
Possiamo, senza timore di essere smentiti, affermare che Marino è stato uno dei protagonisti principali di questa trasformazione epocale.
Collocato saldamente tra le fila del partito socialista italiano (PSI), non ha mai rinnegato la sua militanza nemmeno nei momenti bui coincisi con la fine del “craxismo” e, pur tentando altre “vie”, è sempre stato ancorato alla sua storia.
Una storia di inarrestabili avanzate e repentine cadute, ma sempre pronto a ricominciare e a ripartire con intuizioni che lasciavano basiti sia gli amici che gli avversari.
Tant’è vero che, in più di un’occasione, compagni di cordata e concorrenti si scambiavano il posto al suo fianco fermo restante la sua incredibile capacità di risorgere dalla cenere.
Ha sempre poggiato le sue battaglie su solide basi di intuito politico, di conoscenza delle debolezze umane e, soprattutto, dell’ambizione di poter gestire il potere in modo spregiudicato accompagnando le sue azioni da una visione realistica delle cose.
L’ultima volta che l’ho visto è stato in occasione dell’inaugurazione della sede elettorale in via Magna Graecia, a pochi passi dal suo distributore di benzine, tappezzata di manifesti sui quali era impresso il suo inconfondibile volto che trasmetteva in pieno la sua instancabile voglia di lottare contro gli agguerriti competitori capaccesi e il campione venuto da Agropoli.
In sala, in prima fila, la moglie, Angela, I figli Roberto e Michela, e i nipoti Federica, Pasquale, francesca e Alessandro a coprirgli le spalle. La platea di fronte fatta di visi nei quali poteva specchiarsi e ripercorre l’intero vissuto amministrativo, primo fra tutti il compagno di sempre, Pasquale Silenzio.
Si arrese più per problemi di salute che per paura di una sconfitta, ma fu anche la prima volta che lasciò l’agone senza combattere.
Ci fu un’altra occasione in cui lo incontrai a casa sua … Fu dopo che era uscito di scena quando una parte della sua stessa maggioranza l’aveva abbattuto.
Lo raggiunsi insieme a Elvidio Caramante. Venne ad aprire la porta la compagna di una vita, Angela. Il vecchio leone era sdraiato su una poltrona e appariva inerme, abbattuto, ma bastò la prima domanda, dopo i convenevoli, a ridestarlo e a sollevarlo nella sua estroversa e combattiva dimensione abituale. Quando uscimmo dalla porta, dopo un’ora di intervista, dissi al mio accompagnatore che lo avremmo rivisto ancora in pista.
Le regole al tempo di Covid19 impediranno che una folla imponente faccia da corona all’addio al suo mondo, ma certamente tutti quelli che lo hanno conosciuto, anche da “remoto”, saranno in piazza Santini a dargli l’ultimo saluto.
A Capaccio Paestum Pasquale lascia tracce del suo passaggio disseminate da momenti esaltanti, altri infelici ed altri ancora di vita vissuta in famiglia e con gli amici di sempre. Estimatori e detrattori oggi 22 gennaio del 2021 saranno d’accordo sul fatto che Pasquale Marino non è passato su questa terra senza lasciare segni di s’è!