In una delle sue omelie, il cardinal Martini raccontava che il Natale ha un contesto preciso, dominato da “una pesante cappa di grigiore[, di incredulità, di superficialità e di scetticismo, evidenziata nelle gravissime ingiustizie presenti allora nel mondo]. Non si può dire che il contesto del primo Natale fosse un contesto di luce e di serenità, ma piuttosto di oscurità, di dolore e anche di disperazione”.
Ognuno di noi, nella propria vita e negli ultimi mesi, ha sperimentato su di sé la sensazione – fisica ed emotiva – del buio. La paura che con estrema facilità si trasforma in angoscia. E nonostante i sacrifici, le rinunce, le difficoltà affrontate giorno dopo giorno, la luce sembra essere ancora lontana…
Non è questo il tempo per augurare “beni grandiosi e risolutivi, auspicando che le feste che celebriamo portino pace, salute, giustizia, concordia.”. Rischiamo l’ennesima delusione. Rischiamo di continuare a vedere intorno a noi solo buio.
E allora che cosa possiamo augurarci l’un l’altro? Che cosa possiamo sperare da questo Natale?
Don Tonino Bello in una celebre omelia pronunciava i suoi “auguri scomodi”. L’augurio, ad esempio, che “Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio”. L’augurio ancora che “I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’ oscurità e la città dorme nell’ indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi”.
I pastori, i magi, gli alberi e ciascuno di noi, siamo tutti spinti a cercare la luce. Ma per cercare la luce, per trovare la luce vera, è necessario uno sforzo.
“La salvezza di cui noi esseri umani abbiamo bisogno è di essere liberati dalle tenebre che ci avvolgono, che ci rendono inquieti, preoccupati, timorosi. Nella tenebra, simbolo del caos e della morte, sorge improvvisamente una luce. Questa luce è un bambino mandato da Dio”.
La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo. (Giovanni 1,9)
La luce che scegliamo di celebrare a Natale non è la luce che può essere accesa con un click. È una luce in progressione. È un cammino, che ciascuno sceglie di iniziare, senza sapere se e quando si consumerà.
La scelta. Questo è uno dei doni più grandi che ci viene fatto nella nostra vita. La scelta, la possibilità di scegliere, è l’augurio che vi inviamo per questo Natale.
Scegliete. Scegliamo. Assumiamoci la consapevole responsabilità delle nostre scelte. La scelta di accendere la luce sulla sofferenza, nostra e degli altri. La scelta di non lasciare nel buio la solitudine che sembra circondarci. La scelta di tenere sempre accesa la luce della Fede, della Speranza e della Carità.
La luce della Fede, per dirci e dire a tutte e tutti che non siamo e non saremo soli. “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (Isaia, 9,1). Un messaggio universale, non esclusivo.
La luce della Speranza, per sapere che il buio non può durare per sempre. “L’arco sarà sulle nubi e io lo guarderò per ricordare l’alleanza eterna tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che è sulla terra” (Genesi, 9,16).
La luce della Carità, perché possiamo avere sempre luce a sufficienza per costruire un mondo nuovo. Quella luce che ha spinto papa Giovanni XXIII al suo discorso della luna: “Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: “Questa è la carezza del Papa”. Troverete qualche lacrima da asciugare. Fate qualcosa, dite una parola buona. Il Papa è con noi specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza.”.
Io sono venuto come luce nel mondo, affinché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. (Giovanni 12, 46)
“Lo scambio di auguri di contenuto alto può esprimere la volontà di impegnarsi e la fiducia nella forza dello spirito che guida gli sforzi umani”.
L’augurio a tutte e tutti è quello di scegliere di impegnarsi, di donarsi, sempre, per tenere giorno dopo giorno viva la luce di un mondo nuovo, per cui Dio ha scelto di farsi bambino in una grotta, accolto da una grande luce.
Buon Natale!
Francesco Di Prinzio