“La vita è quello che succede mentre tu vai dall’altra parte …” Si sa che programmare il futuro è la più umana delle prerogative degli esseri viventi;
È necessario immaginare il divenire per darsi un orizzonte verso il quale marciare;
Risulta evidente che senza il domani l’attimo fuggente, che sembra a portata di mano, diventa irraggiungibile;
Eppure, quando la vita si impenna in modo imprevedibile e ti porta in una altra dimensione che né tu né altri avevano previsto potesse accadere, ecco che tutto cambia e ognuno deve riposizionarsi per fronteggiare il nuovo mondo che si para davanti.
E così è successo con l’invisibile virus che “volteggia” nell’aria e si intrufola subdolamente nelle nostre vite aeree.
In tanti lo hanno sottovalutato, pochi lo hanno preso sul serio, altri ne hanno persino negato l’esistenza.
Intanto, il COVID19 ha fatto molta strada approfittando di quanti si spostavano da un punto all’altro del pianeta per ogni tipo di motivo.
Tutto ciò è successo mentre miliardi di esseri umani erano già con i pensieri proiettati in tutt’altra direzione: al lavoro, alle vacanze, all’aspettativa di vita …
È ormai certo che il virus circolava in Europa e Negli altri continenti già a Natale del 2019. L’ultimo Natale vissuto, come sempre dalla fine della 2^ guerra mondiale, all’insegna delle funzioni religiose e della tradizione consumistica che, nel tempo, ha preso il sopravvento e dilagato in ogni strato sociale.
Sono in tanti a protestare contro le misure di contenimento adottate dal Governo centrale e recepite, più o meno, dai
Governatori delle 20 regioni italiane: pretendono che venga loro restituito il diritto di vivere come prima e più di prima anche accettando il rischio del contagio.
Dopotutto, in tempi “normali” ci si mette in viaggio in automobile pur sapendo che la probabilità di fare un incidente è elevata; si fuma, pur conoscendo le conseguenze nefaste sulla salute; si bevono alcolici e si assumono stupefacenti, senza badare alle conseguenze per sé e per gli altri …
Insomma, si pensa che è possibile ricondurre la pandemia da COVID19 alla categoria dei rischi connessi a chi vive nel nostro tempo e non si è disposti a deviare dal tracciato!
Pertanto, si accendono luminarie, si acquistano regali, si prenotano viaggi, si esce sulle strade della “movida” …
Si fa tutto quanto è previsto per festeggiare il “Natale” del “bambinello” che, per la verità, oggi rabbrividisce non più dal freddo dell’inverno di Betlemme, ma da come molti bambini, donne e uomini bruciano la loro esistenza nell’inferno di guerre, carestie, fondamentalismo religiosi e sovranisti!
Se qualcosa di “buono” possiamo addebitare al virus è la presa di coscienza di quanto sia labile e volubile la realtà nella quale viviamo; di come sia stato semplice assorbire il colpo di maglio dovuto al cambiamento repentino delle nostre abitudini di vita; di come sia mutata radicalmente la direzione di marcia della nostra esistenza …
La conseguenza è che, nonostante gli sforzi che potremo mettere in campo per tornare a come eravamo nel Natale del 2019, il prossimo, quello del 2021, sarà già incamminato su un altro binario come le vite di chi, dopo aver combattuto e vinto o perso una guerra, dovrà trovare altre ragioni per ricominciare.
Bartolo Scandizzo