Il 25 marzo del 1993 fu approvata la legge 81/1993 che modificava radicalmente il sistema elettorale per l’elezione diretta del sindaco.
Da quando è in vigore la legge elettorale per l’elezione del sindaco di un comune, dal più piccolo al più grande con i necessari adattamenti al numero degli abitanti, il ruolo dei consiglieri comunali eletti si è del tutto modificato sia nei poteri sia nel ruolo.
La legge, che fu voluta dai legislatori per mettere fine alle infinite crisi provocate dai partiti e dai loro rappresentanti che potevano sostituire i sindaci in carica pur rimanendo fermi al loro scranno, prevede l’elezione diretta del sindaco che ha delle prerogative proprie e si confronta con il consiglio alla pari.
La legge in vigore è generalmente apprezzata (molto più dai cittadini che dai partiti) perché ha garantito, negli oltre venticinque anni di applicazione, stabilità amministrativa in grado di consentire agli eletti di operare e agli elettori di individuare in modo inequivocabile le responsabilità dei fallimenti.
Nel comune di Capaccio Paestum, nell’ultimo quindicennio, al contrario, abbiamo assistito ad un continuo ribaltamento dei risultati elettorali espressi dai cittadini e consacrati nelle urne.
Questo è potuto accadere non tanto perché i consiglieri hanno esercitato il diritto di voto in consiglio comunale, che sarebbe la sede opportuna per assumersi la responsabilità e chiarire alla luce del sole i motivi che spinge una parte della maggioranza a sposare le tesi della minoranza e creare una “maggioranza” artificiosa, con la bocciatura del bilancio consuntivo.
Tale “maggioranza” che ha provocato i ribaltoni si è materializzata, più volte, presso le segrete stanze di un notaio per la firma contestuale delle dimissioni della metà +1 dei componenti del Consiglio Comunale.
Si tratta di un’arma “impropria” che fa incrinare l’architrave su cui si fonda la democrazia.
Successe con Pasquale Marino, si salvò per un pelo nel 1999, imbarcando parte della minoranza, ma cadde nel 2011; Enzo Sica fu disarcionato dopo 3 anni nel 2007; Italo Voza arrivò a stento alla fine del mandato nel 2012; Franco Palumbo fu abbattuto alla vigilia di Natale del 2017 dopo poco più di un anno dall’elezione …
Oggi assistiamo ad un remake degli stessi film visti in passato. Molto dei protagonisti son gli stessi a parti invertite. Appare evidente che il tiro al “piccione” non è funzionale all’espletamento del mandato elettorale ma più che altro ha lo scopo di darsi un’altra possibilità di successo. Purtroppo, mai con in questi casi, vale il detto “chi di spada ferisce, di spada perisce”.
C’è un aspetto della questione che va sottolineato: nessuno dei 256 candidati consiglieri iscritti nelle liste presentate a sostegno di Alfieri, Voza e Sica delle ultime amministrative di Capaccio Paestum ha mai annunciato pubblicamente nel corso della campagna elettorale che, qualora il sindaco si fosse rivelato incapace di assolvere il suo mandato, avrebbe organizzato la sottoscrizione di un documento davanti al notaio per abbattere il sindaco democraticamente eletto.
Né i candidati sindaci hanno dichiarato che, qualora non eletti, avrebbero tramato con lo stesso obiettivo.
Al contrario, i consiglieri comunali hanno dei diritti inalienabili:
1) “di iniziativa su ogni questione sottoposta alla deliberazione del consiglio. Hanno inoltre il diritto di chiedere la convocazione del consiglio secondo le modalità dettate dall’articolo 39, comma 2, e di presentare interrogazioni e mozioni;”
2) di ottenere dagli uffici, rispettivamente, del comune e della provincia, nonché dalle loro aziende ed enti dipendenti, tutte le notizie e le informazioni in loro possesso, utili all’espletamento del proprio mandato. Essi sono tenuti al segreto nei casi specificamente determinati dalla legge;
3) Di risposte entro 30 giorni, alle interrogazioni e ad ogni altra istanza di sindacato ispettivo presentata dai consiglieri;
Pertanto, non hanno il diritto di abbattere, con sotterfugi, il sindaco democraticamente eletto. Possono, legittimamente votare contro l’approvazione del bilancio consuntivo e provocare l’arrivo del commissario prefettizio per la gestione dell’ordinaria amministrazione. E questo, ovviamente va fatto alla luce del sole.
La cosa incredibile è che a scegliere al via “sbagliata” per controbattere agli atti amministrativi che danno seguito a quanto Franco Alfieri ha annunciato in campagna elettorale sono schierati anche alcuni che sono state vittime di questo sistema.
A questo va aggiunto che anche chi dalla maggioranza consiliare passa all’opposizione e chi “viaggia” nell’altra direzione!
Il consigliere che non si trova d’accordo con il suo gruppo e libero di votare contro le indicazioni decise a maggioranza al proprio interno: sia che appartenga alla maggioranza che all’opposizione.
Se, invece, il peso di trovarsi al posto sbagliato al momento sbagliato per aver sbagliato a mettersi con compagni di viaggio sbagliati … allora se ne faccia una ragione e lasci il posto a primo candidato o candidata non eletta: chi è in carica si trova lì anche ai voti raccolti dai candidati non eletti!
Alla prossima tornata lei o lui potrà sempre riprovarci dopo aver organizzato il consenso sul territorio tra amici e parenti unitamente agli altri recalcitranti.
Intanto, lascino al sindaco la responsabilità delle sue azioni e i consiglieri controllino la regolarità degli atti …
TUTTI I SINDACI DI CAPACCIO PAESTUM DAL DOPO GUERRA AD OGGI:
Santomauro Amleto da Marzo 1946 al 20.01.1947
Paolino Salvatore da Gennaio 1947 al 1952 – 1956-1960
Ferrentino Roberto 1952-1956
Spirito Raffaele 1960-1964
Rubini Antonio 1964-1965
Fasolino Gaetano 1966-1969 1990-1991 1993-1994
De Palma Giacomino 1970-1974 1974-1974 1985-1985
Barlotti Vincenzo 1974-1975 1977-1978
Gorga Luigi 1975-1977
Rubini Vincenzo 1979-1980
Patella Amodio Francesco 1980-1981
Pace Giuseppe 1981-1985
Desimone Pietro 1985-1986 1986-1990
Scariati Giovanni 1991-1993
Paolino Paolo 1994-1995
Sica Vincenzo 2004-2007
Marino Pasquale 1978-1979 1995-1999 1999-2004 2007- 2011
Voza Italo 2012 -2017
Palumbo Francesco 2017 – 2018
Alfieri Francesco 2019 – 2024
Bartolo Scandizzo