Era conosciuto come la “Villa” ed ha rappresentato un luogo di svago, riflessione, condivisione e confronto. Il contesto era ed è quello del centro storico di Teggiano con riferimento, nello specifico, allo spazio che costeggia il Palazzo del Vescovo e il relativo seminario. Al riguardo, l’attuale Piazza IV novembre è molto diversa da quella che, fino ai primi anni del 2000, accoglieva residenti e non.
La “Villa” si raggiungeva per completare la propria passeggiata scrutando la vallata e l’orizzonte, godersi un po’ di ombra sotto gli alberi presenti, o dar vita a partitelle di calcio, più o meno “organizzate”.
In riferimento all’ultimo aspetto, lo spazio in questione era sfruttato, principalmente, da giovani residenti nel centro storico. Quando le scuole erano aperte, tuttavia, le mattinate “villiane” potevano essere contraddistinte da studenti che, prendendosi un “giorno di vacanza”, decidevano di organizzare una partita di calcio, sfruttando, come pali, da una parte i tronchi degli alberi e dall’altra le basi dei cippi presenti. Tra quegli studenti ci sono stato anch’io.
Si giocava in tutta tranquillità, con l’immancabile compagno Super Santos che, nel caso non si possedesse, si poteva acquistare in un negozietto lì vicino.
Tra un tiro e l’altro capitava anche che il Vescovo, soprattutto quando i toni un po’ si alzavano, uscisse dalla sua residenza, a volte per redarguire i più vivaci, altre volte per scambiare semplicemente 4 chiacchiere con i presenti, altre ancora per scoprire il motivo per cui si era scelto di non andare a scuola.
Tutto così fino al 2003, quando l’amministrazione guidata dall’allora sindaco Francesco D’Elia, dopo studi e confronti, nonché diverse valutazioni, ha deciso di trasformare lo spazio, dando vita ad una piazza, con relativo porticato.
Intervento da molti considerato discutibile e che, al di là delle considerazioni e dei gusti personali, ha riconvertito l’ambiente, segnando un deciso cambio di rotta e di fruizione dello stesso.
Tanto che nel 2009 Piazza IV novembre ha ospitato la provocatoria ed ironica performance dell’artista teggianese Vincenzo Pisapia, il quale ha simulato realizzazione di un cimitero sotto il nuovo porticato, con relativa prenotazione dei loculi.
Ancora oggi il dibattito è vivo e coinvolge, da un lato, coloro che rimpiangono il verde e la sensazione di pace e tranquillità trasmessa dall’ambiente originario e dall’altro quelli che tendono a porre l’accento sulla vicenda legata alle radici degli alberi allora presenti che finivano per sollevare l’asfalto e insidiare il vicino seminario vescovile. E sulla necessità di riqualificare l’area.
Senza entrare nel merito della questione, le discussioni sull’identità del luogo sono vive e continueranno, questo è certo. Così come lo è il fatto che la “Villa” resterà sempre un luogo del cuore mio e di tanti.
Cono D’Elia