Con Beniamino Curcio presidente del Consorzio di Bonifica Integrale Vallo di Diano e Tanagro facciamo il punto sull’attuale situazione territoriale per quanto concerne l’ambito della bonifica. “Parliamo spesso di bonifica – dice – e ritengo che sia una tematica molto interessante, è qualcosa di nobile perché Giuseppe Medici che è stato un grande economista ma anche ministro diceva che l’Italia è un Paese costruito sulla bonifica e, quando parliamo di questo, ci dobbiamo ricordare che il Vallo di Diano era un lago pleistocenico e, ci dobbiamo ricordare che, il 1865 nonostante gli interventi che erano stati fatti nei secoli precedenti, solo un decimo della piana, quindi della nostra piana, era coltivabile. E non parliamo di un’epoca molto lontana quindi questo mette in evidenza l’importanza di questa azione. Quando parliamo di bonifica allora dobbiamo ricordare qual è stata la sua funzione principale perché quest’azione nasce per sconfiggere il paludismo e la malaria dunque è finalizzata al riscatto delle terre”. Poi il presidente Curcio spiega meglio: “Poi c’è stata una evoluzione nel tempo perché man mano che si liberavano queste zone che erano compromesse dagli stagni e dalle paludi, proprio queste zone occorreva renderle coltivabili, insediabili e quindi qui dovevano nascere anche le infrastrutture, le strade, gli acquedotti, le opere irrigue, le case coloniche così si sono create delle aree che oggi sono un fiore all’occhiello a livello nazionale. Pensiamo, ad esempio, alla piana del Sele: qui grazie all’irrigazione fatta da un grande bonificatore della nostra zona, Farina insieme a un ingegnere di Milano, è stato realizzato uno sbarramento al fiume Sele e perciò è stato possibile irrigare. Ed ora lì abbiamo un’agricoltura veramente all’avanguardia non solo di fama nazionale ma anche a livello europeo. Nel Vallo di Diano abbiamo il tormento dei continui allagamenti, ogni volta che ci sta una precipitazione eccezionale, la piana in tutto o in parte si allaga e questo deriva da una serie di fattori legati alle caratteristiche geomorfologiche del contesto territoriale della piana, insieme alle colline e alle pendici. E d’altra parte il vero problema è questa strozzatura che abbiamo a Polla, cioè tutta l’acqua non riesce a defluire, parlo del fossato Maltempo e, lì ci vorrebbe un’opera grandiosa, cioè se non si fa un’opera grandiosa così com’era stata ipotizzata nel periodo tra 1824 e il 1852 non si allarga quella strozzatura e il problema non si risolverà mai. In extremis stiamo facendo un intervento eccezionale al fiume Calore Tanagro insieme a Campania Ambiente, un’azione pilota che abbiamo sperimentato insieme alla società in house della Regione. È un primo intervento perché stiamo tenendo sotto controllo la vegetazione perché si può mettere di traverso e può compromettere la funzionalità del corso d’acqua ma non è sufficiente perché dobbiamo svuotare le vasche e dobbiamo mettere mano a quegli isolotti che riducono la sezione. Abbiamo per questi interventi anche un progetto che è cantierabile, per un importo pari a dieci milioni che abbiamo presentato a Roma e che speriamo ci venga finanziato perché se da una parte ci si lamenta del fatto che non ci sono i progetti, quando ci sono i progetti poi non arrivano i finanziamenti”. Curcio conclude: “Questo credo che sia una delle prime opere che dobbiamo fare ma non ci dobbiamo limitare, dobbiamo coniugare la sicurezza idraulica allo sviluppo, dobbiamo capire se questo fiume può diventare una risorsa da valorizzare anche dal punto di vista fruitivo e l’occasione ci viene data da uno strumento nuovo per questa zona ma che già è stato sperimentato in altri territori, parlo dei contratti di fiume, e il nostro che è a regia regionale è già partito e staremo attenti, saremo dentro questo processo. Mi auguro pertanto che ci sia la convergenza anche da parte delle altre istituzioni, da parte dei comuni perchè abbiamo anche la possibilità di utilizzare questo momento favorevole in quanto abbiamo due consiglieri regionali nel Vallo di Diano e, se riusciamo a pensare un po’ in grande e nell’interesse di questo territorio, possiamo risolvere criticità come quelle di natura idraulica e fare investimenti che vanno nella direzione del recupero e della valorizzazione delle nostre risorse”.
Antonella Citro