Dopo che la Protezione Civile di Vallo della Lucania ha comunicato la sospensione delle proprie attività di volontariato in seguito al commissariamento della propria sede, il Gruppo Lucano ha sentito la necessità di replicare e “dire la sua”.
«Quando si è un gruppo lo si è nel bel tempo e anche nelle tempeste», scrive il Gruppo Lucano. «In funzione della tempesta che ha travolto la Sede di Vallo della Lucania alcune precisazioni vanno fatte. Il nostro è un gruppo con una gerarchia e lo è perché la stessa permette il buon funzionamento dell’associazione e trasparenza nell’operato. Ogni azione intrapresa, per e non contro, la sede di Vallo della Lucania era solo ed esclusivamente in funzione della continuità del lavoro sul territorio e della limpidezza che ha sempre contraddistinto l’operato delle varie sedi locali sparse sui territori».
«Non abbiamo mai permesso “l’uso improprio” né del nome, né dei mezzi e né tantomeno delle sedi per fomentare la sola ed unica voglia di protagonismo di chi rappresenta le sezioni locali. L’egocentrismo è caratteristica che poco si addice al ruolo del volontario e noi tutti ne siamo consapevoli», continua il Gruppo Lucano.
«È stata invitata, più e più volte, la sede e chi ne aveva la responsabilità ad ottemperare agli obblighi intrinsechi dell’associazione; è stato invitato il presidente al rispetto della pluralità dei singoli e delle opinioni anche di chi non fa del potere un’arma di rivalsa. Come unica risposta abbiamo ricevuto una richiesta di scissione che ci lascia perplessi. Siamo ben lieti che siano stati attivati i probiviri (organo di garanzia) in modo da poter mettere fine ad un periodo di prepotenza spacciata per altruismo. Nel frattempo però consigliamo alla “rappresentanza scissionista” della stessa sede di ricordare che “tanto è più grande il potere quanto più è pericoloso l’abuso” e noi tuteleremo sempre il buon nome del gruppo ed il suo operato, il buon nome di chi ci rappresenta e i tanti sacrifici fatti dai volontari di Vallo della Lucania che nulla vogliono avere a che fare con i giochi di potere di una cerchia ristretta di persone, troppo pochi per rappresentare la collettività. Delle due l’una e se si vuole la scissione allora ci chiediamo perché continuare ad utilizzare mezzi, sede, divisa, nome e soprattutto ruolo che non sono propri? Siamo certi che una conclusione ci sarà anche e soprattutto escludendo i personalismi spiccioli della vicenda a favore della comunità».
«Di sicuro – conclude il Gruppo Lucano – ci auguravamo che in un periodo come questo non si avesse la voglia di una guerra intestina in funzione del fatto che il commissariamento non determina uno stop delle operazioni a vantaggio della comunità ma solo ed esclusivamente trasparenza delle stesse operazioni. Ma si sa: il potere non saputo gestire diventa deleterio per sé e per gli altri».