Carlo e Matteo di soli diciannove anni, in diciotto lunghissimi giorni in bicicletta hanno avuto l’opportunità di scoprire vari luoghi d’Italia grazie alla forza della loro volontà.
Raccontate della vostra esperienza.
Siamo partiti il 3 settembre da Genova, ignari di quello che il viaggio ci avrebbe riservato. Nei seguenti diciotto giorni percorrendo più di 1100 km di Italia, partendo dalla costa e poi dai monti liguri, abbiamo poi incontrato la pianura Toscana, le colline del Lazio, l’immensità di Roma e Napoli per poi finire coi paesaggi costieri e montuosi campani, abbiamo attraversato una miriade di città, paesi e paesini sperduti, incontrando le persone più disparate e vivendo momenti tanto indimenticabili quando inaspettati.
Le basi del viaggio sono state sicuramente la casualità degli eventi e il loro innescare delle conseguenze altrettanto casuali, in un perenne e quotidiano concatenamento di cause ed effetti. Ne è un esempio l’incontro con Luca Laurenti:” una sera, scoprendo che il campeggio dove pensavamo di andare non esisteva più, avevamo deciso di raggiungere Ladispoli, ma l’imminente arrivo di un temporale ci aveva bloccati e così prendendo una serie di strade a caso avevamo trovato un porticato dove ripararci e poi alla fine anche dormire. Al nostro risveglio nel bar accanto a cui avevamo dormito, con nostra incredulità, c’era Luca Laurenti che faceva colazione e vedendoci in quelle condizioni e con le bici stracariche si è interessato alla nostra storia e ha deciso di offrirci la colazione, per poi fermarsi a parlare con noi per un po’ e rivelarsi una persona particolarmente profonda e filosofica.
È stata un’esperienza unica e irripetibile, sia per le persone che abbiamo incontrato sia per le esperienze che abbiamo accumulato; Carlo ha bucato 4 volte, ognuna delle quali è stata un’avventura dal fare autostop e prendere un passaggio da una corriera allo scoprire della foratura solo al mattino ed essere costretti a camminare 8 km fino al beccare una ciclista che non potendo aiutarci ci ha fatto recuperare da un suo amico col camion. Per la maggior parte delle notti siamo stati in tenda facendoci da mangiare (di solito paste e risotti liofilizzati) col fornelletto ad alcool e abbiamo sperimentato diverse situazioni: la spiaggia, il campeggio, la pineta, una vigna (decisamente la più scomoda), il giardino di qualcuno che ce lo concedeva. Altre notti invece abbiamo pedalato trovandoci in situazioni che avremmo preferito evitare, principalmente tangenziali con i camion che ci passavano radenti e stradine di campagna in mezzo al nulla con case abbandonate da cui però provenivano urli abbastanza inquietanti.
Da dove nasce l’idea di questo cammino alla scoperta di tanti meravigliosi luoghi dell’Italia?
L’idea è nata molto casualmente durante un giro in bici, circa un mese prima da una proposta del viaggio da parte di Carlo fino a Magliano Nuovo Cilento come meta, perché nel paesino ci abitano i suoi parenti. Da lì è partita l’organizzazione del viaggio (equipaggiamento, tappe, borse) e successivamente la messa a punto della bici.
Qual è stato l’evento che più vi ha colpito?
L’evento che ci ha colpiti di più è successo dopo la partenza serale da Latina. Nel giro di qualche km ci siamo ritrovati nella piazza di Borgo San Michele, un piccolo paese di provincia dove ci eravamo fermati per fare acqua e prepararci un risotto. Al nostro arrivo abbiamo incontrato due mamme con i loro figli che incuriosite dalle bici cariche ci hanno chiesto del nostro viaggio. Una volta salutate le signore uno dei loro figli ha raccontato di noi ai suoi amici e nel giro di 5 minuti la nostra panchina è stata circondata da una ventina di bambini dai 3 ai 10 anni curiosi e impazienti di conoscere la nostra storia. Da quel momento per la successiva ora siamo stati sommersi da domande a raffica sul viaggio, la sua logistica e su di noi. Le domande più gettonate, ripetute almeno 5/6 volte l’una, erano sui km giornalieri, sulla fatica, sulla paura e sul mangiare: a prescindere dall’età erano tutti scandalizzati all’idea di mangiare cibi pronti sostenendo che non sarebbero riusciti a rinunciare alla pasta e alla pizza. L’aspetto più interessante della cosa è stato proprio entrare in contatto con la loro realtà vedendola, però dal loro punto di vista, intravedendo la loro vita di provincia: la noia dello stare sempre nella piazza del paese dove non succede niente, l’unico centro estivo del paese chiuso per il covid-19 e il fatto di conoscere tutti, e i parenti di tutti e da sempre. Probabilmente proprio per questo siamo stati accolti così entusiasticamente, perché in quella serata come tante altre noi eravamo un po’ la novità ed eravamo un qualcosa che loro non avevano neanche mai immaginato, ed essendo bambini, di cui volevano sapere tutto. Uno di loro, e questa è stata decisamente la più toccante, ci ha guardato e ci ha detto “È difficile dimenticarsi di persone come voi”.
Vorreste rifarlo per altre mete?
Di questo viaggio ci hanno colpito talmente tante cose che ne faremo sicuramente un altro, avevamo in mente di percorrere, sempre partendo da Genova, l’Emilia Romagna e poi proseguire lungo tutta la costa adriatica fino in Puglia. Un’altra meta che abbiamo in programma è di percorrere tutto l’arco Alpino dalla Valle d’Aosta al Trentino.