Si parla di opere abbandonate in fieri, che non sono, non sono state e non saranno mai come erano state pensate ab origine.
Una di queste opere, che rimpolpano la schiera di strutture e centri abbandonati, è il famigerato Centro Lontra, su cui si sono spesi fiume di parole e di inchiostro.
Cosa ricordiamo di questo centro? Cosa ne sappiamo, al giorno d’oggi? In una nebulosa, in una grande nebulosa, le notizie si perdono, ma si può provare a ricordare qualche ultimo dato e notizia: sappiamo che il Parco concepì, in partenariato col comune di Aquara, tale centro per favorire la tutela della lontra, animale raro e in via d’estinzione, emblema e simbolo tangibile del Calore lucano. Fin qui, le notizie sono chiare e possono essere toccate con mano, empiricamente: il centro aveva l’obiettivo di stimolare l’incremento e il ripopolamento della specie; il progetto è risalente al 1999, quasi vent’anni fa, ed ebbe inizio nel 2001. L’opera non è mai stata completata, e per molti anni è rimasta, come un corpo mutilo, in località Mainardi, come un corpo senza gli arti.
Nel 2013, il Comune è stato privato dell’ultima porzione di finanziamento per completare il centro.
Qualche cifra? Sarebbero stati spesi poco più di 568mila euro per realizzarlo.
Nel 2016, il presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, Tommaso Pellegrino, dopo un blitz nel degrado della struttura, ha deciso per il suo abbattimento.
L’opera, oggetto di vandalismo, di scarabocchi e impiastri, anche volgari, sulle sue mura, ha rappresentato per molto tempo un ecomostro che ha deturpato il paesaggio, già martoriato dalla Fondovalle Calore, anch’essa mai completata. Doveva essere una sorta di quid, di valore aggiunto per Aquara, ma è la dimostrazione di come, troppo spesso, i fondi pubblici vengano utilizzati male e si incarnino in opere che martoriano il paesaggio.
Ed ora? A che punto è giunta la situazione?
Riavvolgiamo il nastro di questo nefasto 2020 e spostiamoci a gennaio.
All’inizio di quest’anno, la situazione dell’ormai ex Centro Lontra era la seguente: si è parlato di lavori per un edificio che prevede al piano superiore una sala polivalente con una sala di documentazione sulla flora e fauna dei fiumi del Parco. Su questo l’amministrazione guidata dal Antonio Marino ha chiesto un’ integrazione al Parco nazionale del CVDA, a questa prima dotazione finanziaria di circa 30mila euro.
Al piano terra, per ora, resta l’idea di un centro medico polivalente: si va avanti nonostante il mare di debiti ereditati e ricorsi vari.
Quest’estate, ha portato altre novità sull’ex Centro Lontra.
A fine luglio, si è deciso di mutarlo in centro sociale e culturale, e di intitolarlo alla memoria di Fioravante Serraino, riferimento per la comunità aquarese scomparso nel 2018.
Monica Acito