Passando per il campetto dove giocano i bambini si sentono colorite invettive e insulti alle reciproche mamme. Sono nel campetto da tennis, e nel vicinissimo campetto di pallone un ragazzo finisce a terra, premurosa chiedo se si è fatto male, vengo investita da parolacce, resto perplessa, un po’ rattristata, ma non dico niente. Siamo ai giardini pubblici, sulla panchina di fronte siedono due ragazze ventenni, moderne, eleganti, occhiali da sole, ne sopraggiunge un’altra e scambiano qualche frase su una vacanza, intercalate spesso da frasi ed epiteti che fanno svanire d’un colpo tutta la loro bellezza. Sono a Paestum per assistere ad uno dei tanti spettacoli, si esibisce un comico famosissimo, per cui gli spettatori sono numerosissimi, nessun posto libero (il giorno seguente per il “Cyrano de Bergerac”, ce ne sarebbero stati la decima parte), in verità è bravo e strappa tante risate, ma gli applausi maggiori seguono sempre qualche battuta sporta o qualche parolaccia. Mi capita di sentire qualche coppia chiamarsi dolcemente cretino o imbecille, non so come debba ritenersi chi decide di condividere la propria vita con qualcuno che ritiene un cretino, ma no! E’ un modo di dire. No, non sono una moralista puritana, per carità, anzi condivido il modo di vivere più libero e meno ipocrita dei giovani di oggi, però le parolacce continuano a non piacermi, e sinceramente non so come faremo a dire ai bambini che non vanno usate quando vengono applaudite e declamate dai palcoscenici, o in tanti film e spettacoli televisivi. Non si fa che parlare di valori, ritrovare i valori, ma nessuno dice quali siano i veri valori, ma io credo che uno sia condivisibile: il rispetto per gli altri. Dire parolacce, insultare e prendere in giro gli altri sono tra i comportamenti più comuni, quelli che spesso urtano contro la sensibilità delle persone, evitarli sarebbe molto auspicabile! Dite la verità, quanti di voi come me sono disposti a farsi in quattro per qualcuno che ci chiede un favore con un “per piacere”, o a perdonare tutto dopo una frase come “scusa, ho sbagliato”, e tante volte basta un semplice “grazie” per ricompensare una fatica. Proviamo a sostituire nel nostro linguaggio queste frasi alle parolacce, senza paura di sembrare antiquati e sdolcinati, a parer mio c’è tutto da guadagnare.
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