Insieme al direttore sanitario dell’ospedale di Polla Luigi Mandia abbiamo tracciato il punto della situazione circa l’emergenza Covid in questo periodo estivo e alla luce dei nuovi contagi che si registrano in Italia. “La prospettiva è quella di vivere con attenzione ma di farlo tutti in questa situazione in continua evoluzione – dice il direttore Mandia – due mesi fa eravamo zona rossa, avevamo le ambulanze piene di ammalati e il nostro ospedale pullulava di pazienti affetti da Covid 19. Oggi non è così ma dobbiamo stare attenti. Dobbiamo tutti stare molto attenti nel senso che non è possibile pensare che ad ogni metro di strada o di struttura pubblica non si ricordi il metro di distanza e l’uso della mascherina. Sono situazioni che dobbiamo considerarle per ciò che sono e il consiglio è quello di stare serenamente attenti. Accorti a tutte quelle che sono le forme di commistione nell’ambito dei rapporti umani e tutte quelle che sono le forme inadeguate relative all’avvicinamento. La prudenza è nell’uso corretto delle mascherine, nel lavaggio frequente delle mani, neanche i guanti ci danno le sicurezze che vorremmo avere perché avere i guanti e non toglierseli mai significa infettarsi e trasportare l’infezione. Il Covid non ci ha abbandonato e quando si parla di recrudescenza, non è proprio corretto perché l’infezione non è mai andata via, siamo noi che dobbiamo prestare attenzione a chè questa infezione non torni tra di noi con vigore. L’ospedale di Polla fa il suo dovere tutti i giorni in una situazione che è difficile e che ci farà stare tranquilli e al sicuro solo quando potremo dire che per quaranta giorni in tutta Italia e in tutto il mondo di questa infezione non ce ne sarà più. Quello sarà il momento in cui potremo dire alla gente di stare serena sotto questo punto di vista. È chiaro però che ci sono delle situazioni che bisogna valutare: l’attenzione che dobbiamo fare noi tutti come cittadini è quella di cui ho parlato poco fa ed è la migliore arma perché abitiamo in un mondo fatto di grandi strade composte da grandi pensieri ma di scarsa condizione. E mi spiego: se noi oggi chiediamo ai virologi com’è iniziata l’infezione, loro risponderanno che non lo sanno, quando finirà l’infezione pure non lo sanno, quando ci sarà il vaccino pure non lo sanno. La prudenza la dobbiamo trovare in noi, la forza la dobbiamo trovare in noi come ha fatto la gente di questo territorio per combattere l’unico vero focolaio di tutta l’Italia meridionale e come ha fatto la gente di questo territorio stando attenta. Oggi non c’è la necessità di stare a casa ma di usare delle forme di attenzione evitando gli assembramenti, evitando le scarse condizioni igieniche ma dobbiamo appunto lavarci spesso le mani e usare la mascherina”. Sulla domanda di come sia cambiato il rapporto medico – paziente alla luce di questo distanziamento utile e necessario a combattere la diffusione del coronavirus, il direttore sanitario Luigi Mandia, afferma: “C’è una maggiore responsabilità ma che deve essere di tutti perché è facile dire poi è stata colpa di questo o di quello, del datore di lavoro, la responsabilità è soggettiva e tutto ciò che ci difende. È chiaro che i datori di lavoro hanno una maggiore responsabilità come l’ospedale ha maggiore responsabilità. Noi abbiamo responsabilità verso gli operatori, verso la gente, però dobbiamo stare attenti tutti e partecipare in maniera corale alla difesa di questi ultimi giorni di questo coronavirus. Perché se noi facciamo in questo modo, possiamo scacciarlo davvero. La via vera è questa, il resto sono chiacchiere e noi non siamo abituati alle chiaccihere. Facendo in questo modo, ce ne liberiamo per sempre”. Intanto in questi giorni nel Vallo di Diano arriva un nuovo caso positivo al Covid 19, si tratta di un giovane di origini rumene arrivato a Teggiano dalla Romania. È scattato immediatamente lo studio per comporre la catena di eventuali e possibili contatti avuti dall’uomo nel corso di questi giorni. La speranza allora è quella di non piombare di nuovo in una chiusura che alimenterebbe altra paura. Una condizione che il popolo del Vallo di Diano, purtroppo, conosce bene essendo stato zona Rossa nel picco massimo della epidemia in Italia.
Antonella Citro