In un’intervista del settembre 2015 alla domanda “Quali sono le maggiori difficoltà/criticità che si incontrano oggi nel gestire un museo/un’area archeologica?” Marina Cipriani, che allora era la direttrice del museo e scavi di Paestum (lo era dal lontano 1988), risponde: ‘Una delle difficoltà maggiori è costituita dalla quantità inadeguata di fondi pubblici, che permettono, nella maggiore parte dei casi, di effettuare a stento la manutenzione ordinaria.’. Continua dicendo: ‘Inoltre, le risorse stanziate vengono erogate con ritardo, anche a causa di un iter burocratico-amministrativo troppo complesso, che andrebbe invece semplificato, potenziando le funzioni delle Soprintendenze, organi periferici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali che operano direttamente sul territorio. E’ noto che la maggior parte dei musei statali non sono organi autonomi, ma dipendono dalle Soprintendenze competenti per territorio: e pertanto, non dispongono di alcuna autonomia finanziaria.’.
A quel tempo, l’area archeologica di Paestum veniva visitata da circa 400.000 persone all’anno. Infatti Marina Cipriani lamenta che: ‘Una delle questioni più incresciose riguarda l’incertezza di un’erogazione costante ed adeguata di risorse economiche alla Soprintendenza competente su un territorio, che possa, nel nostro caso, garantire l’attivazione di un piano di manutenzione programmata del museo e dell’area archeologica. Si tratterebbe di operazioni indispensabili al mantenimento di uno standard efficiente per tutta l’impiantistica legata non solo alla sicurezza, ma anche alla fruizione museale, nonché di attività di restauro conservativo conseguenti; nel caso del sito antico, strettamente interrelato con il museo, al monitoraggio costante dello stato dei monumenti effettuato dal personale tecnico-scientifico in forza al Museo.’.
Nello specifico, sulla fruizione museale, un’altra criticità secondo la Cipriani: ‘E’ costituita dall’impossibilità attuale di riprogettare o adeguare alcune sale espositive, realizzate al più tardi negli anni Sessanta del secolo scorso, in funzione non solo di una più efficace presentazione dei materiali, ma anche in rapporto alla loro conservazione. La risoluzione di questo nodo risolverebbe in parte anche il problema dell’ormai insufficiente ampiezza degli spazi museali, che per tale motivo non si prestano ad allestimenti di esposizioni temporanee. Va inoltre sottolineato che all’ufficio scavi annesso al museo, e dunque alle medesime professionalità che hanno la responsabilità del museo e del sito antico, afferisce anche alla tutela di un vasto ambito territoriale, ben più esteso del solo comprensorio di Paestum, dove ci si scontra, senza uomini né mezzi, con l’incessante attività degli scavatori clandestini nelle ricche necropoli che circondano la città e con il problema dell’abusivismo edilizio, nonostante la fascia di rispetto estesa per 1 Km oltre la cinta muraria della città antica dalla legge speciale di tutela su Paestum (Legge 220 del 1957).’.
Per quanto riguarda la scarsa sponsorizzazione e risonanza data all’aria archeologica da parte del territorio, la Cipriani s’esprime così: ‘Altra problematica riguarda lo scarso interesse dimostrato dall’imprenditoria locale e dalle istituzioni bancarie, essenzialmente Banche di Credito cooperativo, verso il museo e il sito antico che potrebbero essere sostenuti con sponsorizzazioni, anche in virtù del benefico riverbero sull’economia del luogo generato dagli intensi flussi di visitatori che ogni anno, e non solo nella stagione estiva, fanno del museo e della città antica la loro meta privilegiata.’.
Tuttavia: ‘I consistenti finanziamenti europei, ottenuti grazie ai fondi strutturali POR Campania e vincolati ad una spendibilità in tempi molto ristretti, hanno consentito ricerche e restauri nel tratto orientale delle mura della città antica, lo studio e la conservazione di oltre 400 lastre tombali dipinte, sistemate in depositi visitabili, lo scavo e il restauro di estesi isolati abitativi della città antica, arricchendo l’offerta culturale del sito. D’altro canto l’esigenza di mantenere in condizioni ottimali questo patrimonio non è sostenuta da adeguate risorse nazionali.’.
Un aspetto positivo è per la Cipriani: ‘A Paestum è attiva e costante la collaborazione con Università ed Enti di Ricerca, che talvolta dispongono di strumentazioni tecnologicamente più avanzate rispetto a quelle in dotazione alle Soprintendenze.’.
Anche se ammonisce con calma: ‘Tali forme di collaborazione andrebbero implementate anche e soprattutto in rapporto all’attività di tutela, sia nell’ambito delle indagini territoriali, necessarie a valutare l’incidenza del potenziale archeologico del territorio; sia in rapporto all’ampio spettro di analisi archeometriche sul campo e in laboratorio; e sia per la sperimentazione di metodologie da applicare nella conservazione dei reperti mobili e del patrimonio monumentale.’.
La Cipriani descrive così le iniziative da lei sostenute od intraprese: ‘Di recente, anche con l’istituzione della “Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale” all’interno del Ministero, sono state avviate numerose iniziative tese a migliorare l’offerta culturale di siti e musei statali e a rendere maggiormente fruibile il nostro patrimonio d’arte. Per dare la possibilità ai visitatori di conoscere e valutare le prestazioni offerte, ma anche per esprimere reclami e suggerimenti, il Museo di Paestum dal 2005 dispone di una Carta della Qualità dei Servizi in distribuzione all’ingresso. Inoltre il Museo di Paestum, pur non disponendo di specifici fondi per la didattica, realizza con personale interno laboratori per ragazzi di diverse fasce d’età, al fine di avvicinare i più piccoli al patrimonio storico-archeologico del territorio attraverso la formula comunicativa del gioco. A Paestum è stato effettuato un prolungamento dell’orario di apertura al pubblico durante il periodo estivo, e sono attualmente in programma una serie di aperture serali accompagnate da visite guidate e happening musicali (Martedì in Arte, Musei in Musica), che stanno riscontrando ampio successo di pubblico. Vorrei tuttavia sottolineare che, ferma restando l’importanza di tali iniziative, nella programmazione di ogni singola manifestazione sarebbe auspicabile prevedere accordi specifici con le società concessionarie dei servizi aggiuntivi per l’organizzazione ed il costo degli eventi (musicali, di spettacolo, etc. ) collegati a tali aperture prolungate delle sedi museali. Sino ad oggi il Museo di Paestum ha infatti potuto dar vita a momenti di intrattenimento del pubblico, diversi dalle visite guidate tradizionali o tematiche, solo facendo leva sulla collaborazione gratuita di gruppi musicali o teatrali del territorio.’.
Tante però, a dispetto delle molte difficoltà, e difficilmente elencabili, e di successo, sono state le iniziative vivaci ed interessanti che la Cipriani ha proposto ai visitatori, come quella dal titolo “Dal mito a più infinito”, ideata insieme a Sarah Falanga, ch’era costituita da una rassegna teatrale, preparata dall’Accademia artistica Magna Graecia, avente per scenografia proprio il bellissimo Tempio di Nettuno, all’interno e nel vivo del sito archeologico, e con rimandi a temi cari alla grecità classica, come s’evince anche dai titoli degli spettacoli: Dioniso ed il suo corteo; Il mito di Cassiopea; La festa greca dei Poseidonati; Le Lacrime di Pericle.
Quando era poi subentrato, nel 2015, il suo successore, Gabriel Zuchtriegel, che allora aveva 34 anni, la Cipriani non se l’era sentita di partecipare alle polemiche per questa nomina, nate dal fatto che a quel tempo le scelta di direttori di museo erano cadute su professionisti stranieri, per di più non considerati del tutto competenti per ricoprire ruoli di tale importanza, anche pubblica e d’immagine; così come aveva invece fatto, proprio su Gabriel Zuchtriegel, Philippe Daverio (famoso docente e storico dell’arte) quando aveva dichiarato: ‘E’ come se avessero chiamato un esperto di motocross a guidare una barca a vela.’. I toni della Cipriani erano stati molto più miti. Aveva infatti dichiarato di non conoscere molto bene quel signore (Zuchtriegel), ma che aveva sentito parlare di lui come di uno studioso di buon livello, un etruscologo. E a chi trovava inopportuno, come Davario, che un etruscologo si occupasse di una città che era stata invece greco-romana, come Paestum, la Cipriani ammoniva spiegando che uno studio profondo e serio sull’antichità fa acquisire un metodo, che permette d’orientarsi bene anche per gestire aree storiche e culturali diverse da quelle in cui ci si è applicati all’inizio, od in partenza. La Cipriani, prima di giudicare, avrebbe aspettato di vederne l’operato. In definitiva questa è stata la sua considerazione. Tutt’al più aveva ammesso d’avere in mente delle personalità che, all’interno della Sovrintendenza che fa da riferimento al museo di Paestum, avevano dei titoli ed un bagaglio esperienziale che li rendeva certo od ampliamenti degni di divenirne i direttori, a prescindere che fossero stranieri o no. (D’altronde Zuchtriegel stesso, qualche anno più tardi [2018], commenterà la sentenza [“I direttori dei musei devono essere italiani”] del Consiglio di Stato in questo modo: ‘Rimane un fondo di tristezza pensare al fatto che esaltazioni del tipo “il patrimonio è italiano, niente direttori stranieri”, ovvero che la cultura e la ricerca siano una specie di affare nazionale, e non affidabile a stranieri, pare essere arrivato in seno alla società civile. Dove stiamo andando? La cultura ed i musei diverranno un campo di battaglia fra italiani e non italiani?’).
Poco dopo Zuchtriegel, nella puntata di “Si può fare” di Radio 24 nel Marzo del 2016, annunciava la riapertura dell’antico tempio di Nettuno con queste parole: ‘Noi abbiamo deciso di riaprire. Non sarà però possibile fare i pic nic come si faceva un tempo. Si potrà così accedere e godere d’una esperienza unica. Ci sarà il nostro personale. Per noi è anche una sperimentazione. Da maggio apriremo in maniera più stabile.’. Spiega poi come ciò sia stato possibile: ‘Ci sono stati degli importanti lavori di restauro negli anni ’90, costati più di 10 miliardi di lire. Dopo non ci sono stati più gli strumenti sufficienti per realizzare un piano di fruizione. C’erano stati degli atti di vandalismo; e così, per motivi di conservazione si decise di chiudere. Mancavano i fondi per garantire la fruizione del tempio.’.
Dal settembre 2017, sono partiti gli appuntamenti di aperitivi degustativi all’interno del sito archeologico, come quelli dal 2019 in poi a sfondo benefico, per visite gratis a ragazzi e ragazze con disturbi dello spettro autistico. Sono anche delle raccolta-fondi dunque. In concomitanza con l’ingresso gratuito al Parco Archeologico, il costo dell’aperitivo si aggira sugli 8 euro.
‘La raccolta fondi con gli aperitivi organizzata dagli Amici di Paestum ci consentirà di incrementare l’offerta per famiglie con un figlio o una figlia con bisogni speciali, senza creare barriere economiche.’ commenta infatti Zuchtriegel.
Quest’iniziative sono perfettamente coerenti con un suo discorso tenuto su Fanpage.it nel novembre del 2015, che partiva dalla didattica: ‘Bisogna ripensarla mettendosi nei panni dei bambini. Io ho dei figli piccoli e voglio che prima di tutto loro possano fruire di questo splendido sito. In generale la comunicazione museale fino a poco fa è stata sempre pensata per una élite, scritta da archeologi per altri archeologi. Dobbiamo ribaltare questo paradigma e rendere sia il Museo sia il Parco accessibile a tutti.’.
Sempre in quell’occasione lamentava delle problematiche ed esponeva un cambiamento di comunicazione che aveva apportato per internazionalizzare il sito: ‘Infiltrazioni, problemi di illuminazione… da risolvere subito per mettersi al passo con i grandi musei internazionali. Ma anche la comunicazione internet: fino ad oggi il sito di Paestum era solo in italiano; stiamo subito aggiornando anche in inglese; e abbiamo già creato una fanpage su facebook, poiché qui a Paestum vengono visitatori da ogni parte del mondo.’.
Inoltre, fra le tante altre novità, Zuchtriegel ha promosso la creazione di un’associazione culturale a sostegno del parco, gli Amici di Paestum (sopra citata); ha coinvolto le aziende locali nel finanziare le attività di scavo e di ristrutturazione del Museo; e ha lanciato un crowdfunding, per il restauro delle belle e suggestive mura della città.
Nel 2019 i visitatori sono stati circa 443.000. Ma questo gennaio i visitatori erano già aumentati, rispetto all’anno precedente, addirittura del 68%. Cipriani: “I consistenti finanziamenti europei, ottenuti grazie ai fondi strutturali POR Campania e vincolati ad una spendibilità in tempi molto ristretti, hanno consentito ricerche e restauri nel tratto orientale delle mura della città antica, lo studio e la conservazione di oltre 400 lastre tombali dipinte.”
Antonio Nigro