Dopo uno dei più duri scontri in consiglio comunale tra il sindaco Alfieri e l’opposizione (riguardante la vicenda dell’ingresso in maggioranza di Paolino e Quaglia), oltre all auspicio di una tregua anche formale che rispetti il luogo più alto del dibattito politico, l’opinione pubblica si chiede: ma qual è l’origine di tutta questa storia e perché il sindaco stava per essere sfiduciato? Quali sono i consiglieri che hanno attentato alla stabilità dell’amministrazione?
Capire questo significherebbe avere un quadro chiaro e gli elementi per giudicare tutte le scelte politiche compiute in questo periodo. Perché se è vero che ad inizio anno “si pensava di sostituire qualcosa con qualche altra cosa di più controllabile” per mano “di gente che è abituata a comprare” – come pronuncia il sindaco in un drammatico discorso in consiglio comunale il 9 marzo – allora capiamo che l’entrata in maggioranza di Quaglia e Paolino era fondamentale per rafforzare la posizione del sindaco e rendere ininfluenti i congiurati. Che avevano messo all’angolo Alfieri che, a quel punto, si ritrovava una maggioranza diventata dopo un solo anno già ballerina; tanto da giustificare il cambio di rotta dei due consiglieri d’opposizione. Urgetissimo.
Lo scontro nell’ultimo consiglio comunale ha fatto emergere anche tutte le debolezze che avrebbe avuto una maggioranza Voza. Viste le divisioni e le mancanze emerse nel momento, forse, più importante per il dibattito politico locale. Con Voza perennemente assente, Sabatella ora impegnato con la campagna elettorale per le regionali (candidato nel Psi a sostegno, come anche il sindaco Alfieri, di Vincenzo De Luca) e il dietrofront di Paolino e Quaglia, la minoranza è ormai ridotta a soli due voti: Sica e Longo (più, presumibilmente, gli ignoti dissidenti nella falange alfieriana).
Una debolezza che rafforza inevitabilmente la posizione di Alfieri e, contemporaneamente, tacita le polemiche sulla spaccatura nella maggioranza.
Ma se da parte del sindaco qualche segnale all’opinione pubblica è stato lanciato, seppur a mezze parole, l’opposizione, invece, non ha avuto, o non ha voluto avere, la determinazione di scoperchiare il vaso di pandora in consiglio comunale e chiedere al sindaco da cosa è stata dettata quella spaccatura, se ancora esiste e chi sono i suoi protagonisti. Per fornire una spiegazione quantomeno accettabile all’opinione pubblica e smorzare le varie teorie cospiratorie che aleggiano nel paese. Invece si è preferita la strada dello scontro diretto e personale fine a se stesso, appassionando i cittadini alla forma più che alla sostanza. Intanto il tassello mancante di tutta questa storia è stato accantonato nel dimenticatoio, per il momento. Toccherà scoprire, come nel film “I soliti sospetti”, chi tra le file del sindaco è realmente Keyser Soze. Alla prossima puntata.